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Kakà: se parte ne arriva uno fortissimo. Ranocchia-Juve: li divide una fascia. La Juve sogna Cuadrado ma finirà come Jovetic. Milan-Mondiali: chi come Boateng? Pioli: alla Lazio tra Luis Enrique e Allegri

di Mauro Suma
Nato a Milano il 10 Maggio 1965; Giornalista Professionista dal 1994. Dopo le esperienze professionali di carta stampata (La Notte e Il Giorno) e televisive (Telelombardia, Telenova, Eurosport), dirige Milan Channel dal 16 Dicembre 1999.
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Il bacio del San Valentino brasiliano fra Caroline e Riccardino ha fatto felici i tifosi milanisti. Ancor di più la sua esultanza allo Stadio per i gol del Brasile sulla Croazia. Grande Kakà. Qualcuno a Usa '94 tifava contro la Nazionale per non essere stato convocato da Sacchi. Lui invece è lì a tifare per il suo Brasile e per Scolari. Torniamo a noi: si baciano, tutto bene, quindi torna al Milan e a Milano. Potrebbe essere ma potrebbe anche non essere e non essere così semplice. In ogni caso per i milanisti veri i motivi privati e personali di Kakà sono sacri. Contrariamente però a quanto accadde nel 2009 quando Kakà non fu sostituito da nessuno (certe equazioni pittoresche le lasciamo ai fumi degli happy hour delle ore piccole) per il semplice motivo che se vieni ceduto per salvare il bilancio ed essendo quel Kakà insostituibile non c'era contropartita tecnica che tenesse, questa volta le cose potrebbero andare diversamente. Kakà può scegliere liberamente e in serenità. Se rimane al Milan, tutti contenti. Se dovesse invece scegliere di optare per altre opportunità, il Milan potrebbe andare su un sostituto vero questa volta. Non solo vero, ma anche fortissimo.

Ranocchia torna dal Brasile e pensa alla prossima stagione. Sogna la fascia di capitano dell'Inter e qualche apertura in Società c'è effettivamente stata. Ma la panchina non è la Società e Mazzarri sa che in qualche caso potrebbe fare scelte che non vedono Ranocchia fra i primi undici. E tener fuori il Capitano della squadra potrebbe essere un problema in più. Per cui il discrimine della fascia è importante, sul fronte Ranocchia, non soltanto per la prossima stagione ma anche per il suo futuro. Perché da oggi Ranocchia ha un pensiero fisso in testa: giocare sempre in un progetto stabile per essere presente ai prossimo Europei e Mondiali dopo il 24' posto nella rosa azzurra di quest'anno. Con la fascia di capitano, questo contesto lo può trovare all'Inter. Senza la fascia, ecco che il richiamo continuo, quasi quotidiano, di Torino bianconera potrebbe anche avere successo.

Antonio Conte lo sogna, lo vuole e lo considera ideale per il suo calcio e per alzare l'asticella della sua squadra in Champions League. Lui è Cuadrado. Buoni rapporti con l'Udinese, meno con la Fiorentina. Questo il panorama che deve declinare chi fa il mercato dopo i desiderata dell'allenatore. Ed è proprio la rivalità atavica con la Fiorentina che rende pressochè impossibile l'operazione. Esattamente come accadde un anno fa con Jovetic. La Juventus ne parlava e ci credeva. Poi fu Manchester City. Certo è che se per un Berbatov di passaggio, ti giochi prima Jovetic e poi Cuadrado, quel benedetto aereo poteva anche essere lasciato al suo destino.
L'anno dopo i Mondiali è sempre particolare. Soprattutto al Milan. L'ultimo Scudetto rossonero, nel 2011, dopo il Mondiale del 2010, è arrivato anche grazie a Kevin Prince Boateng, notato e osservato da Adriano Galliani proprio durante i Campionati in Sudafrica. Il Milan naturalmente guarderà anche i Mondiali iniziati giovedì in Brasile. E dal momento che almeno una casella a centrocampo può ancora essere occupata, ecco che i centrocampisti, modello Boateng, di tutte le Nazionali impegnate ai Mondiali saranno visionati con attenzione. La storia di Kevin Prince è sintomatica. Fa un Mondiale all'insegna della corsa e degli inserimenti e quel Milan del 2010 che aveva voglia di un po' di gamba e un po' di polmoni, si informa. Avraham Grant, suo allenatore al Portsmouth, dà certe referenze alla famiglia Galliani che non si scoraggia e inizia una trattativa a più riprese che porta Boateng al Milan prima in prestito, poi in compartecipazione e poi a titolo definitivo. Insomma, il Mondiale aguzza l'ingegno.

Stefano Pioli a Roma. Poteva andare così già tre anni fa, quando il giallorosso Sabatini lo aveva scelto per la Roma. Ma in quel caso a prevalere fu la linea Baldini che optò per Luis Enrique. Pioli dunque a Roma, tre anni dopo e sulla sponda opposta. Anche grazie a Massimiliano Allegri che si è fatto da parte e ha sostanzialmente scelto di stare fermo un anno. Il tecnico toscano ha misurato sull'interesse per il suo stesso ingaggio, le ambizioni del presidente Lotito per la prossima stagione della Lazio. E a torto o a ragione ha fatto la sua scelta. Tocca dunque a Pioli, un allenatore bravo, costante, serio e innovativo. La Lazio ha scelto bene, ma che incroci. Poteva essere Roma e invece è Lazio, dopo la scelta dell'ex allenatore del Milan. Pioli è passato dalle fessure degli incroci del calcio. Adesso tocca a lui.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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