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Juventus, Allegri: "Nel mio futuro Nazionale o estero. Ci serve un difensore"

di Simone Lorini
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Massimiliano Allegri, tecnico della Juventus, ha rilasciato una lunghissima intervista ai microfoni di Sky in questa mattina di Natale, parlando a 360° gradi del mondo bianconero. Inevitabile partire dalla delusione vissuta qualche giorno fa in Supercoppa Italiana contro il Napoli: "Da una parte siamo molto arrabbiati e delusi per questa mancata per la mancata vittoria di questo trofeo, dall'altra il fatto che abbiamo fatto una buona partita, a parte gli ultimi cinque minuti dopo il vantaggio del 2-1 contro un buon Napoli. Credo che da quella partita sia venuto fuori che il calcio italiano è sempre un calcio di buon livello, le due squadre si sono affrontate giocando una buona partita sotto l'aspetto tecnico e offrendo un buono spettacolo. Io credo che questa squadra abbia delle qualità importanti, ma spesso lo dico ai ragazzi, ai giocatori: credo che bisogna acquisire ancora più consapevolezza dei propri mezzi, perché credo che la Juventus debba fare un salto importante, lo debba fare in Europa. E' giusto avere l'obiettivo di vincere il campionato, di dover vincere la Supercoppa, di cercare di vincere la Coppa Italia, ma credo che il salto più importante lo dobbiamo fare in Europa. Per farlo in Europa, indipendentemente dalla forza degli avversari, che possono essere le prime quattro squadre quest'anno, Real Madrid, Bayern, Barcellona e Chelsea, per le altre bisogna avere la consapevolezza di essere forti e di avere grandi possibilità di andare avanti, questo è l'obiettivo che bisogna avere. E' troppo riduttivo pensare a una Juventus che si accontenta di arrivare all'ottavo di Champions, è riduttivo per la Juventus accontentarsi di vincere solo il campionato".

Duello con la Roma in campionato - "Nel 2015 credo sarà sicuramente un duello tra noi e la Roma, le altre sono dodici punti dietro e sono molti, sono quattro partite dove noi e la Roma dovremmo perderle e le altre dovrebbero vincerle, poi loro tornare a vincere e noi continuare a perdere. Ci sono ancora molte partite, ci sono 3 + 5, ci sono 8 partite per arrivare alla partita del lunedì a Roma e in queste otto partite se arriveremo attaccati, può diventare quasi decisiva, non decisiva, perché ne mancano ancora tante".

L'arrivo a Torino - "Mi hanno catapultato nel mondo Juventus da un'ora all'altra, non da un giorno all'altro. Quindi è stata una scelta non difficile, perché dire di no alla Juventus sarebbe stato da pazzi. Però era una sfida che mi affascinava: ho trovato un gruppo di ragazzi ancora vogliosi di vincere, una società che si è rimessa in discussione e quindi c'è stato subito feeling tra me e la squadra, soprattutto nel voler raggiungere e andare a migliorare i risultati fatti per tre anni in Italia. E per migliorarli bisognava e bisogna fare per forza meglio in Europa".

Mercato bianconero - "La società sa benissimo di cosa ha bisogno questa squadra per poterla migliorare. Non è facile a gennaio, per affrontare la stagione a livello numerico, sicuramente lì dietro ci vorrà un difensore. Montoya? E' un buon terzino, ha buona tecnica, gioca nel Barcellona, però ci sono anche altri giocatori. Con la società bisognerà fare una valutazione se andare a prendere un terzino o un centrale".

I presunti problemi con Pirlo - "Purtroppo con Andrea qualcuno vuole sempre creare della zizzania, ma non c'è assolutamente nessun problema. E' inutile nascondersi dietro a delle cose che non esistono. Andrea ha 35 anni, per me Andrea dovrebbe giocare tutte le partite, ma mi devo confrontare con quella che è l'età. Per averlo al meglio, soprattutto in certe partite, in certi contesti, bisogna che lo gestisca. Ma con Andrea abbiamo parlato e siamo d'accordo su tutto".

Marchisio - "E' un giocatore tatticamente intelligente, che mi dà equilibrio a metà campo.. E' un giocatore che non scopro certo io e credo che sia uno dei più bei centrocampisti italiani che abbiamo in circolazione. Buffon? Buffon per me è stata una scoperta non piacevole, di più. E' veramente un ragazzo straordinario e credo che quando smetterà di fare il portiere della Juventus, trovare uno che sia non dico all'altezza, ma che vada in porta al posto di Buffon, non sarà cosa semplice".

Il rapporto con Conte - Io ho avuto rapporti di collaborazione con Prandelli, quindi non vedo perché non ce li debba avere con Conte. E' normale, perché soprattutto la Nazionale e i club devono andare d'accordo. In Italia purtroppo siamo il Paese dei disfattisti, soprattutto in questo momento stiamo dicendo che il calcio fa veramente schifo. Io credo assolutamente di no: negli ultimi 20 anni abbiamo vinto il Mondiale dell''82, il Mondiale del 2006, abbiamo perso una finale ai rigori in America nel '94, siamo arrivati in una finale europea nel 2012, quindi non è tutto da buttare. E in quegli anni le squadre di club hanno raggiunto tante finale di Champions e la Juventus, il Milan e l'Inter hanno vinto le Champions. Soprattutto negli ultimi 4 anni l'Italia ha perso i risultati dei club a livello europeo. Quindi la Nazionale e le squadre di club vanno di pari passo. Per quanto riguarda gli stage ne abbiamo già parlato e riparlato, ci sono delle date Fifa: nessuno si mette di traverso se a fine campionato visto che c'è l'Europeo da giocare, le partite di qualificazione, le società non daranno i giocatori dopo la fine del campionato alla Nazionale. Come se ci fosse la possibilità, di accorciare il campionato di una settimana per far sì che lui, che la Nazionale, abbia la possibilità di avere tutti i giocatori una settimana prima. Ma queste credo che siano cose normali e risolvibili".

Due vie per il futuro - "Ora che è iniziato questo rapporto con la Juventus, che duri il più a lungo possibile per scrivere delle pagine importanti della storia della Juventus, è questa la cosa che in questo momento mi preme e su cui sono concentrato. Poi nel momento in cui finirà il rapporto con la Juventus, dopo aver allenato quattro anni il Milan e spero tanti anni la Juventus, non mi rimane altro che allenare la Nazionale, e questo credo sia il sogno di ogni allenatore, o andare a fare un'esperienza all'estero".

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