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Juve-Pato: Marotta non scherzare! Torino, che pasticcio su Barreto. Regalati 850.000 euro. Benitez si prepari, quest'anno il Napoli deve puntare allo scudetto. Cesena, quando allenatore e Ds fanno la differenza...

di Michele Criscitiello
Nato ad Avellino il 30-09-1983 vive e lavora a Milano dal 2005. Direttore di Sportitalia. Direttore di Tuttomercatoweb. Organizzatore e conduttore del Gran Galà del Calcio Aic 2011 e 2012. Twitter: MCriscitiello
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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

Era sabato sera, circa le 22, quando con un sms mi preannunciano che la Juventus aveva avviato i contatti con agenti brasiliani per provare a portare Pato a Torino. Avviso la Redazione di Tuttomercatoweb di verificare la notizia (sinceramente sembrava una bufala) e neanche il tempo di ricevere risposta che la troviamo anche sul sito di Tuttosport e della Gazzetta dello Sport. "Sembra vera" mi hanno risposto da Tmw. Risposta: "Ok, scrivetela ma usate 102 condizionali". Adesso, dopo la notizia c'è spazio per la riflessione. L'editoriale serve soprattutto, per non dire solo, a questo. Erano passate da poche ore le 19 e la chiusura della fascia dedicata alle comproprietà. Sappiamo come la Juventus ha gestito le operazioni Berardi, Gabbiadini e Zaza e nessuno ha messo becco. Se Marotta e Paratici hanno deciso di attuare questa strategia avranno le loro, valide, ragioni. E' un pianoforte stonato, però, quando a queste note segue la notizia di un interesse per Pato. Stiamo parlando di un calciatore che per le qualità che ha doveva essere il nuovo Ronaldo, invece, tra infortunii e pessima gestione della sua carriera se n'è tornato in Brasile, dove tutto è più facile. Conte è rimasto per andare avanti in Europa e, se vogliamo, per continuare a vincere lo scudetto. Capovolgiamo la considerazione: se la Juve non vince lo scudetto, ormai, è un fallimento perchè tutto è dovuto (almeno in Italia) se non va avanti in Champions resta l'allenatore che vince in casa perchè gli altri sono scarsi e fuori dai confini prende solo schiaffi. Pato non serve a nulla a questa Juventus. Era un talento, il Milan lo ha rispedito a casa e a Torino non può pensare di essere rinato. Questa Juventus ha bisogno di campioni, necessita di difensori e non deve sottovalutare l'effetto Mondiale. I campioni, dopo la competizione iridata, subiscono sempre un contraccolpo; che sia fisico o mentale. Aspettiamo di vedere come andrà domani e poi avremo un quadro più completo. Certo, la Juve è la più a rischio di tutte considerato che ha quasi tutti i suoi calciatori impegnati in Brasile. Restando a Torino va menzionato il pasticcio di Petrachi. Il Direttore Sportivo granata, non resosi conto del bluff dell'Udinese, ha creduto che Pozzo volesse riscattare Barreto, ha giocato al rilancio su se stesso e ha provato a cambiare le carte in tavola a 15 minuti dalla consegna delle buste. Risultato: l'Udinese non voleva Barreto e nella busta ha messo 0, il Torino voleva confermare il brasiliano e ha rilanciato con un'offerta da 850.000 euro. Sarebbero bastati 1.000 euro.

Chissà cosa avrà pensato il Presidente Urbano Cairo, presente all'Ata e sempre attento anche all'euro in più e in meno, di questa trattativa nata male e finita peggio.
Sta piano piano nascendo anche il nuovo Napoli. C'è grande attesa. Dalla Spagna lo spavento è stato grande, sull'interesse del Barcellona per Higuain e le frasi sibilline dell'argentino invitano De Laurentiis a tenere gli occhi ben aperti. Il top player non può essere sacrificato per il terzo anno consecutivo se si vuole fare il definitivo passo in avanti. Questo Napoli ha bisogno di qualità, soprattutto in difesa, e non va sottovalutata l'esperienza di calciatori che hanno già militato in Italia. In attesa del preliminare di Champions League, Benitez deve costruire una squadra per vincere. Questa volta, subito. Per due anni, il Napoli ha ragionato da grande, ha sentito l'odore dell'impresa ma poi si è fermato. Quest'anno deve vincere, non solo la Coppa Italia. Perché i tempi sono maturi, perchè la Juve non potrà comandare in eterno e perchè la concorrenza è poca roba. Se Lotito dice di voler vincere lo scudetto, con la Lazio, anche De Laurentiis può ragionare in grande.
Infine complimenti al Cesena per il ritorno in serie A, dopo due anni di B. E' la dimostrazione che un allenatore e un Direttore Sportivo, da soli, possono costruire un impero. Bisoli e Foschi hanno lavorato bene e hanno saputo ricompattare l'ambiente anche quando dopo lo 0-3 interno con il Brescia sembrava tutto andato a farsi benedire. Foschi ha gestito l'annata in maniera esemplare, ha toccato i tasti giusti e Bisoli ha dato continuità ad un progetto nato e poi interrotto. La società era in difficoltà e grazie a questa promozione può tornare a vivere momenti magici. L'acquisto a gennaio di Marilungo ha dato la svolta ma anche il mercato estivo è stato esemplare. Con pochi soldi una grande squadra. In un mondo dove regna incompetenza e approssimazione, Cesena merita il nostro plauso. Fateci caso: i Direttori che vincono non lavorano (in primis Lo Monaco e Corvino), quelli che retrocedono e accumulano debiti trovano sempre una scrivania da occupare. Perché nel calcio di oggi è meglio dire "Si signore" che produrre utile.
Buona settimana...

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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