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Juve, ora sei europea ma Vidal è un problema. Duello con l'Inter per Nastasic. La clausola che libera Mancini. Ecco perché Torres deve giocare. Prandelli un perdente

di Enzo Bucchioni
Nato ad Aulla (Massa Carrara) il 16/03/54 comincia giovanissimo a collaborare con La Nazione portando la partita che giocava lui. Poi inviato speciale e commentatore, oggi direttore del Qs Quotidiano sportivo della Nazione, Resto del Carlino e Giorno
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© foto di Federico De Luca

Questa Juve è il capolavoro di Allegri. Non la facciamo tanto lunga per la vittoria sul Malmoe, squadra modesta, ma è tutto quello che stanno mostrando i bianconeri (carattere, buon gioco, compattezza) che ci fa pensare a una squadra finalmente competitiva anche in Champions League. L'allenatore è stato bravo prima nel non smontare la Juve di Conte, poi nel cambiarla gradualmente fino a fare accettare dal gruppo il nuovo modulo, più europeo, più efficace, più adatto a una squadra che negli ultimi tre anni si è spremuta molto.

Con il 3-5-2 di Conte era obbligatorio andare a mille all'ora, c'era grande aggressività, con il rischio di non poter tenere tutta la partita, di esporsi al contropiede e di sprecare molte occasioni per scarsa lucidità. Così la Juve ha pagato anche contro squadre più deboli. Allegri è stato bravo nel capire che per continuare a essere competitivi, i bianconeri dovevano cambiare qualcosa, soprattutto doveva ridisegnare la squadra in base alle caratteristiche dei giocatori.

Contro squadre più forti è inutile aggredire, mostrare i muscoli. Con questo 4-3-2-1 la Juve difende più bassa, gioca a ritmo più lento, ragiona con i suoi straordinari centrocampisti, ma sa andare in contropiede con una grande velocità e abilità tecnica. Trova soprattutto più spazio per attaccare e lasciare a Tevez più libertà di movimento per favorire le sue giocate, ma anche per liberare gli inserimenti dei centrocampisti. Il test con l'Atletico del nove dicembre sarà fondamentale per capire a che punto sono i progressi anche in campo europeo visto che in Italia contro la Lazio i bianconeri hanno giocato una partita pressoché perfetta.

C'è solo un problema e si chiama Vidal. Il centrocampista usato come vertice alto di una sorta di rombo, come incursore sul modello di Boateng al Milan , ha un ginocchio che lo tormenta, ma soprattutto sembra aver perso fiducia.

In Svezia ha giocato con poca testa, sprecando contropiede importanti. La Juventus continua a negare, ma Vidal è sul mercato, se dovesse arrivare una offerta ritenuta interessante (la Juve vorrebbe quaranta milioni) potrebbe partite anche a gennaio. Ufficialmente però nessuno si è fatto avanti anche perché la vita non esemplare del cileno è a conoscenza di tutti, anche fuori Torino. Oggi le grandi squadre quando comprano un giocatore a certi livelli, valutano anche i comportamenti e la vita privata. Insomma, cedere Vidal sarà un problema se la Juve non abbasserà il prezzo. Il City la scorsa estate aveva fatto un sondaggio e la Juve sta cercando di riallacciare il discorso anche per avere Nastasic, un difensore che farebbe molto comodo. L'Empoli a gennaio non mollerà Rugani e il ritorno di Barzagli è un giallo, in primavera quando si deciderà la stagione, la Juve vuole farsi trovare pronta e un difensore serve. L'ex viola oggi non gioca e il suo cartellino potrebbe essere un affare.

Nel frattempo però l'arrivo di Mancini all'Inter ha complicato le cose. E' stato proprio il Mancio a volerlo al City e lo ritiene un giocatore molto importante. Nastasic a questo punto avrebbe detto chiaramente al City di preferire l'Inter per ritrovare il tecnico con il quale ha vinto la Premier. Ma dove li trova i soldi l'Inter? E' questo il vero interrogativo che accompagnerà il mercato di gennaio.

E' vero che Mancini ha chiesto un difensore e un esterno, ma i nomi che circolano da Nastasic appunto, a Cerci, sono molto costosi con ingaggi elevati. In questo mese l'allenatore dovrà valutare il parco-giocatori molto numeroso dell'Inter e suggerire eventuali operazioni in uscita che potrebbero coinvolgere almeno un big per fare cassa e reinvestire su giocatori più adatti all'idea di gioco di Mancini. Guarin è sotto esame. Comunque tra gennaio e giugno, l'Inter ha promesso al nuovo tecnico che farà una squadra in grado di tornare a competere ad alto livello per lo scudetto e per un posto in Champions. Se non dovesse accadere, nel contratto c'è una clausola, simile a quella che Mancini aveva con il Galatasaray, attraverso la quale l'allenatore si può liberare a fine stagione. Naturalmente nessuno si augura questo, a cominciare da Mancini, l'Inter ha ritrovato serenità e con la giusta posizione degli uomini in campo, ci sono importanti margini di miglioramento.

Cosa che non può sperare il Milan che ha un organico decisamente non all'altezza soprattutto nel reparto centrale. Troppi attaccanti, pochi centrocampisti, questo è il problema. Che fare? Il tentativo di usare Pazzini come scambio è difficile. Il Pazzo guadagna molto per squadre di media levatura e nessuno vuole privarsi di giocatori di valore. Alla fine resterà al Milan sperando di giocare di più, ma Torres è intoccabile. Non è solo Berlusconi che lo impone, ma anche gli uomini del marketing e del merchandising gradiscono la presenza dello spagnolo che ha ancora un grande nome a livello internazionale e in questo momento gli aspetti extra calcio sono fondamentali. Quindi Torres continuerà a giocare sperando che ritrovi una forma decente e su questo ripartirà Inzaghi.

Nel frattempo si è arenata una delle operazioni che sembravano pronte al decollo, vale a dire Giovinco alla Fiorentina. Il giocatore vuol restare bianconero per giocare la Champions, almeno qualche spezzone, e liberarsi a giugno a parametro zero.

Soprattutto per i viola lo stipendio di Giovinco (quasi tre milioni) non è proponibile e la Juve non intende accollarsi nessun onere. La Fiorentina ha deciso: punterà sul recupero di Marco Marin. Mentre sul mercato ci sono Lazzari, un centrocampista che può far comodo a molte squadre, El Hamdaoui e Yakovenko. Al portiere Neto in scadenza, la Fiorentina ha offerto un milione in più di ingaggio (1,6) e cinque anni di contratto, aspetterà la risposta entro Natale per fare i piani futuro. Se Neto dirà no, spazio a Tatarusanu. Alla finestra c'è la Roma che ha capito da un pezzo che De Santis non può essere il portiere del futuro.

A proposito di ex viola, altro flop per Prandelli esonerato dal Galatasaray. Dopo la Nazionale (un autentico, storico disastro), don Cesarino ha confermato di essere un perdente che sa vendersi molto bene. Vittorie zero, ma tanti soldi presi dappertutto. Complimenti.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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