Incrocio siciliano per due fuoriclasse dalla sterlina facile
Palermo come crocevia della carriera, la Premier League come destino assieme ad una crescita professionale che può consacrare la carriera di entrambi. Qualcosa in comune, al netto di caratteristiche fisiche e tecniche opposte, Paulo Dybala ed Edinson Cavani ce l'hanno eccome. Portati in Italia da Zamparini in momenti diversi della parabola presidenziale del massimo dirigente rosanero, entrambi i sudamericani hanno usato la vetrina siciliana per allargare i propri orizzonti sino a diventare tra i prodotti più ricercati del mercato mondiale. Per Cavani ogni aggettivo è superfluo, considerando le qualità e la media realizzativa messe in luce a Napoli prima ed a Parigi poi, sebbene all'ingombrante ombra del cannibale Ibrahimovic. Per Dybala l'inizio a singhiozzo non è stato invece fatale come in molti avevano erroneamente pronosticato agli albori della sua esperienza rosanero. Troppi i quasi 15 milioni spesi per averlo per potersi permettere un fuoco di paglia, una spada di Damocle che è stata l'indubitabile fortuna dell'ex Instituto de Cordoba, al punto che un anno e mezzo più tardi ci troviamo di fronte ad un progetto di fuoriclasse pronto ad esplodere in tutto il suo fragore.
Parlavamo di Premier, poiché da Londra apprezzano tanto l'asso del Psg quanto quello del Palermo, specie in virtù di un contratto tutt'altro che blindato con i rosanero. Proprio l'esperienza di Cavani, tuttavia, può rappresentare un vero tesoro per Zamparini, deciso più che mai a blindare la sua pietra preziosa per poi avere la possibilità di cederlo al prezzo esorbitante ma più che lecito fissato qualche settimana fa. 40 milioni la cifra individuata, almeno 30 in meno di quelli che da Parigi sarebbero pronti a chiedere all'Arsenal qualora Wenger puntasse in maniera concreta al Matador. Nella speranza che quello palermitano resti l'unico incrocio, almeno per il momento, della carriera dei due. Se di vedere Cavani in Italia ne abbiamo perso da tempo le speranze, il gioiello Dybala vorremmo tenercelo più stretto che mai.