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Il Milan cerca soci: ma la squadra? L'Inter all'esame Europa, la guerra dei conti tra Napoli e Juve. E il Barça fermato sul mercato: ecco le ripercussioni in Italia

di Luca Marchetti
Nato a Terni il 6 maggio 1976, lavora a Sky come vice caporedattore e si occupa del coordinamento del telegiornale. Tra i volti più conosciuti del calciomercato per l'emittente di Rupert Murdoch.
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© foto di Federico De Luca

Stasera ancora Juve, l'unica italiana presente in Europa. Sicuramente l'italiana che in questo periodo storico sta lavorando al meglio per cercare di raggiungere un profilo da top. Questo processo passa anche dall'Europa League, quasi come una legittimazione. Conte lo sa e non molla. Dopo la partita contro il Napoli si è parlato tanto di cifre. DI quanto si investe, di chi spende di più, chi ha il fatturato più alto fra Juve (appunto) e Napoli. In realtà i due progetti economico/sportivi sono diversi. Da una parte la Juve (che ha un fatturato più alto perché ha un'ottima organizzazione societaria e perché può contare su molti tifosi in più in giro per l'Italia e il mondo) ha una potenza di fuoco (ingaggi al lordo più ammortamenti annui dei cartellini) di circa 200milioni all'anno. Il Napoli meno (sono 75 i milioni di euro per gli ingaggi a cui bisogna aggiungere la cifra spesa all'anno per acquistare giocatori) ma anche perché per molto tempo De Laurentiis ha tenuto un tetto salariale per calmierare le spese. E questo non gli ha impedito di arrivare comunque in Champions e quindi ai vertici del calcio italiano. Ora con Benitez in panchina si cercherà di colmare anche l'ultimo gradino. Con alcuni piccoli problemi all'orizzonte (ne parliamo tra poco...).
Il Milan ha presentato ufficialmente la nuova casa. Ed è anche uscito allo scoperto: si cercano partner. Un socio che entro con il 20-30% per continuare a rendere il Milan competitivo. Soprattutto dopo quest'anno ce n'è bisogno. Ma la famiglia Berlusconi (e le ultime dichiarazioni del presidente sono sempre in questa direzione) non ha voglia di lasciare il Milan ma neanche di continuare a buttare soldi nella squadra. C'è bisogno di un piano concreto di rinnovamento. Quindi nuovi entroiti non solo da nuovi partner, non solo allargando i "confini" commerciali del Milan, ma anche grazie al mercato.
Il problema è che questo non è l'anno buono per vendere. Nessuno dei gioiellini del Milan (per un motivo o per un altro) ha visto accrescere il proprio valore in questa stagione malandata. E il sacrificio di vendere uno fra El Shaarawy, De Sciglio o Balotelli potrebbe non rendere più di quanto si perde. Mondiale e finale di stagione potrebbero aiutare, ma è necessaria una strategia alternativa. Ovvero quella della riduzione della rosa, abbassare notevolmente il monte ingaggi (con la cessione di chi guadagna di più) puntare sui giovani che vengono dal settore giovanile (che ultimamente sta raccogliendo anche buonissimi risultati).
Nessuno dice che sia facile, ma la strada sembra quasi obbligata.
In più c'è la vicenda Kakà. Sul web il popolo milanista sta già cercando di convincere Ricky a non lasciare Milano. Il suo portavoce Diogo Kotchko allontana ma non troppo lo spauracchio Orlando.

Se ne parla solo nel 2015, che praticamente è l'anno prossimo. Il problema è che se Kakà inizia la prossima stagione il Milan non vorrebbe lasciarlo andare durante l'anno. Quindi un affare alla Beckham, tanto per capirci, rimane di difficile attuazione. Ma è una vicenda, questa, che ci terrà occupati a lungo.
L'Inter è alla prese con una piccola crisi d'identità. Thohir ha parlato chiaramente in quest'ultimo periodo. Europa imprescindibile. Mazzarri lo sa. E se è vero che già si parlava di un possibile rinnovo (anzi un allungamento di un anno) è anche vero che ora più che mai è legato ai risultati e agli obiettivi da raggiungere. Il primo ad essere rammaricato dei punti persi per strada è sicuramente lui, ma ora è proprio lui a dover indicare la rotta all'Inter. Naturalmente anche il mercato dipende dall'Europa, ma anche in Indonesia non si immaginano un nerazzurro senza coppe anche la prossima stagione.
La sospensione del mercato del Barcellona ha delle conseguenze, soprattutto dalle parti di Napoli.
Sia in entrata che in uscita. Perché Mascherano, senza nascondersi, è stato a lungo un obiettivo di mercato di Benitez (anche nelle ultime riunioni di mercato si è fatto il suo nome e non solo per rinforzare il reparto difensivo). Ora chiaramente si può acquistare lo stesso: ma visto che a Barcellona non possono comprare e che già Puyol andrà sicuramente via (ha rescisso il suo contratto ed ha già comunicato che andrà via perché ha bisogno di riposo) lasciar andare anche Mascherano potrebbe essere un rischio.
E sicuramente non potrà arrivare il portiere, ovvero Pepe Reina. Già in parola con i blaugrana, soprattutto ora dopo l'infortunio di Valdes. E invece (per ora) il Barca è aggrappato a Pinto.
In passato la Roma e il Chelsea erano stati puniti allo stesso modo. Il ricorso servi in un caso (la Roma) a ridurre la squalifica a una sola finestra di mercato, nell'altro (Chelsea) addirittura a togliere la "punizione".
Chissà quindi cosa succederà a Cuadrado (che era nel mirino del Barca). E alla Fiorentina che programma questo può interessare eccome visto che prima ci saranno le uscite e poi entrate. Fra le entrate ci saranno 2 difensori, 1 centrocampista e 1 esterno basso a destra. I nomi? Doria e Musacchio su tutti.
Il Palermo comincia a guardare in giro in vista della prossima stagione: il direttore sportivo Perinetti andrà a vedere lo Zurigo contro il Losanna. Occhi puntati su Yassine Chikhaoui (1986) gioca esterno, molto tecnico tanto da essere soprannominato lo Zidane tunisino. L'agente di Behrami è stato a Londra nei giorni scorsi: potrebbe esserci stato un contatto con il Tottenham, Pavoletti (ora al Varese, ma del Sassuolo) piace in Bundesliga (Werder e Hertha) mentre il Sunderland ha puntato (in caso di salvezza) Vrsaljko.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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