Guttmann e i gufi: la Juve ha un alleato in più verso la finale
"Il Benfica senza di me non vincerà mai una Coppa dei Campioni". Bela Guttmann, dopo la finale della Coppa Campioni del 1962, non sorride. La festa è finita, la sbornia dopo il 5-3 contro il Real Madrid è finita. Le Aquile non lo gratificano: chiedeva un premio per la Coppa vinta e lasciò tutto. Era il Benfica di Eusebio, già, ma anche quello dell'ungherese del ragazzo del '99. Lui che aveva nascosto Eusebio in un appartamento nell'Algarve, facendolo uscire da un'uscita secondaria dell'aeroporto di Lisbona per strapparlo allo Sporting.
Guttman era uno stratega, un inventore, un precursore. Uno dei pionieri del calcio moderno, che con uno degli anatemi più famosi del football lanciò la sua maledizione contro il Benfica. "Senza di me non vincerà mai una Coppa dei Campioni". Adesso il livello è più basso, uno scalino più in giù, ma poco cambia. Da quel maledetto 1962, le Aquile non sono più riuscite a volare sul tetto d'Europa. Un alleato in più, per Antonio Conte, che combatte contro i gufi d'Italia...