Gignac, le contendenti e il rinnovo: les jeux ne sont pas faits
12 reti in 18 partite, una media che André-Pierre Gignac ha avuto solo una volta, con la maglia del Tolosa. Era il 2008, il giocatore all'epoca aveva 23 anni e ogni pallone che toccava era gol: 24 in 38 gare e titolo di capocannoniere. Fu lì che per la prima volta si parlò di lui fuori dai confini della Francia. A distanza di sei anni Gignac è tornato quel cecchino, veste la maglia del Marsiglia e deve ringraziare soprattutto una persona: Marcelo Bielsa.
Fosse stato per il club l'attaccante avrebbe fatto le valigie a giugno, soprattutto per un ingaggio troppo alto per le casse dell'OM: West Ham, Stoke City, Lokomotiv Mosca, Trabzonspor si erano fatte avanti; Bielsa pur contro il club lo considerava incedibile. E i fatti gli hanno dato da subito ragione: doppietta all'esordio col Bastia, decisivo nella prima vittoria dell'OM in campionato e ancora una raffica di reti che hanno trascinato la squadra al primo posto. Il tutto con un contratto a scadenza che non ha fatto altro che ingolosire l'Europa intera.
E non potevano rimanere indifferenti i club di Serie A: l'Inter, intanto, con soli 3 attaccanti in rosa ci pensa. E la stessa Juventus, magari in caso di partenza di Fernando Llorente. E il Milan, il cui futuro di Fernando Torres e Giampaolo Pazzini appare sempre più incerto.
E in tutto questo, il Marsiglia? Tornato sui suoi passi, come volevasi dimostrare. Il presidente Labrune dice che non è detta l'ultima parola sul suo addio e il rapporto con lo stesso giocatore è più disteso. Condicio sine qua non di Gignac è la permanenza di Bielsa, anche se a 29 anni e una carriera spesa in Francia è forte il desiderio di provare a misurarsi in un nuovo campionato.