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Forza Fratelli d'Italia! Ma se finisce male arriva un nuovo Ct (ecco chi). Juve: l'idea Pato nasconde un altro nome. Mazzarri-Thohir: la situazione si fa molto pericolosa. Il Milan con la grana Kakà finge di mettere Iturbe, ma punta a...

di Fabrizio Biasin
Nato a Milano il 3/7/1978, laureato in Scienze ambientali presso l'Università dell'Insubria di Como, da ottobre 2008 è Capo Servizio Sport presso il quotidiano "Libero". Opinionista Rai e Telelombardia
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© foto di Federico De Luca

Dunque, alle 18 gioca l'Italia. Magari non lo sapevate. Vi confesso che ho una tensione persistente e fastidiosa simile a quella che mi colpì agli esami di quinta elementare. Che pessimo ricordo. Maestra: "Nella pancia di quale pesce finì Pinocchio nel libro del Collodi?". Io, assai gradasso: "Balena! Non spreco neanche l'aiuto da casa!". Maestra: "No, cretinetti! Pescecane!". Io: "Maestra non dica boiate, è la balena, lo sanno tutti". Maestra: "Leggi qui, cosa c'è scritto pisquano?". Io: "Pescecane, ma io ho visto il film". Che tensione e che infame la maestra con la sua domanda trabocchetto. Probabilmente era uruguaiana.
Stasera, invece, non ci saranno trabocchetti: con un punto siamo dentro, senza punto andiamo a casa. Inutile far pronostici, ma precisazioni sì. Prandelli ha un contratto freschissimo con scadenza 2016. Secondo voi in caso di fallimento (toccatevi i preziosissimi senza dare nell'occhio) sarà lui il ct verso l'Europeo 2016 o leverà le tende? Leverà le tende. E al suo posto arriverà chi? Allegri? Molto probabile...
Ma son questioni che non ci interessano perché noialtri siamo l'Italia e stasera sfodereremo la super arma segreta tipica di certe situazioni assai complicate: il "cul de Sac", nato nel 1994 quando la squadra allenata da Arrigo grazie a una serie di botte del suddetto ci condusse alla finale. Finì male, ma almeno non passammo il Mondiale a guardare gli altri che se la tiravano come fionde australiane. Vedremo.

La micidiale tensione, in ogni caso, non può distoglierci dalle faccende di casa nostra. Al Milan domina il caso-Seedorf. Lui s'è fatto venire i 5 minuti e pretende un risarcimento, il club col piffero che glielo vuole concedere. Dalla crociera rossonera prima parla Barbara, poi Tassotti, Galliani nisba: aveva cose importanti da fare legate alla faccenda diritti tv. Le parole di Lady Berlusconi fanno pensare: "Mio padre e Galliani lavorano per Iturbe". Ennesima prova che la figlia del presidente sembra essersi allontanata dal centro di comando. Durerà la tregua tra amministratori delegati ora che Seedorf (colui che ha "unito" i due) non c'è più? Lo scopriremo presto. Di sicuro sappiamo che l'opzione Mandzukic se mai era nata è già tramontata, che Iturbe è un falso obiettivo, che in realtà resta vivissima la pista Cerci, che i problemi di Kakà stanno diventando i problemi del Milan. Il divorzio è apparecchiato, ma il brasiliano potrebbe ritardare l'addio di sei mesi complicando parecchio il mercato rossonero. E Balotelli? Il giocatore partirà (destinazione Arsenal) a prescindere da quel che accadrà oggi: lo impone il bilancio, lo desidera patron Silvio, mai entrato in sintonia con il promesso sposo.

Le questioni interiste sono al momento le più spinose. Ausilio pur senza quattrini a disposizione sta lavorando come una bestia per sistemare una rosa monca. M'Vila se la tira come la fionda di cui sopra, ma alla fine arriverà. A meno che... A meno che Mazzarri non decida di fare i capricci.
Ecco, la sensazione è che in casa Inter si stia rischiando grosso ma si faccia finta di niente perché nessuno ha il coraggio di dire "Huston, abbiamo un problema". E allora ci proviamo noi. Thohir due mesi fa ha sparato "calbonate" tipo "prendo uno tra Dzeko, Torres e Morata". In seguito, grazie alla faccenda "banche e garanzie", abbiamo intuito che: o Erick pensava di essere all'asta del Fantacalcio o il traduttore era strafatto di LSD e colle vendute al mercato nero. Le recenti dichiarazioni del patron indonesiano ("lavoriamo per una squadra da Europa League che in un paio d'anni possa tornare in Champions") ha regalato un clamoroso assist al Walterone, ovvero il mister che la scorsa stagione diceva "stiamo lavorando per l'anno prossimo, abbiate fede" e l'anno prossimo potrà dire "stiamo lavorando per l'anno prossimo, abbiate fede". Secondo questo principio l'Inter rischia di giocare sì la finale di Champions "in casa" nel 2016... in casa di Thohir, nell'ampio salotto, a FIFA 2016 però.
La situazione in effetti è persino più intruppata: Mazzarri sa che l'anno prossimo non gli basterà dire "vedremo la stagione ventura", soprattutto perché un contratto per il 2015-2016 non ce l'ha. E allora pretende, chiede, catechizza i suoi operatori di mercato: vuole Behrami, vorrebbe Luis Gustavo o almeno Luis Miguel di "Cuando calienta il sol", al limite persino Miguel Bosè, straordinario interprete de "l'autoradio" nel 1996 (http://www.youtube.com/watch?v=zPF04lXaMJM). In questo modo sì che potrà dire: "non mi hanno preso neppure Bosè, con questa squadra più di così non potevo fare".
E allora il discorso è sempre il solito (e proviamo a esser seri): o la società davvero crede in questo allenatore e gli rinnova il contratto, o tratta la buonuscita, piange per i milioni buttati al vento ma prova a rimediare prima che sia troppo tardi.
Per dire: il fatto che si stia già parlando dei possibili eredi di Mazzarri in panchina (Seedorf e Mancini sono bufale, ma c'è chi le ha messe in giro) è sintomo che l'"allegrata"(ovvero la brutta fine del tecnico confermato a parole, ma non a fatti) incombe pericolosamente.

E poi c'è la questione Pato-Juve. Sembrava una panzana e invece così non è. O meglio: Pato non vestirà il bianconero (comunque toccherebbe sborsare quattrini per una clamorosa incognita), ma il giocatore si è offerto e la Signora ascolta volentieri con lo scopo di risvegliare la dirigenza del Real. Questo più o meno il ragionamento: "Vi interessa o non vi interessa la nostra proposta per Morata? Occhio che altrimenti cambiamo strada". Praticamente come quando in vacanza al mare, per conquistare la bonazza, punti l'amica un po' meno carina per pungolare l'orgoglio della bonazza. Il problema è che molto spesso la bonazza non ti si fila comunque, la meno carina smaschera il giochino e tu finisci a mangiare un ghiacciolo al tamarindo con la cozza della compagnia.
E Sanchez? La pista resta rovente ma fino a fine Mondiale non se ne parla.

Chiusura su Infront, ultima speranza del calcio italiano. Non vogliamo entrare nella diatriba sui diritti tv, complessa come un disegno dello stilista di Marco Mazzocchi, ci atteniamo alle cifre: 1,3 miliardi di euro per la Serie A (1,1 netti) in arrivo dal 2015/16. Dalle simulazioni risultano circa 30 milioni in più per la Juventus, una ventina per le milanesi e soldi a pioggia per tutti gli altri. Non sarà la salvezza del nostro pallone - che dovrebbe darsi una mossa e trovare altri mezzi per ingrossare i bilanci - ma per ora l'advisor fa respirare i club in difficoltà.
Nuovo appuntamento domani in Lega per capire come andrà a finire la vicenda.
Anche "chissenefrega", tra l'altro, perché oggi conta solo sopravvivere. Uruguaiano, scansati! Dossena, portaci agli ottavi! Mazzocchi, sei tutti noi! Il cielo è blu sopra Natal! Forse...
E per voi quanto finisce (Twitter @FBiasin)? Dite dite...

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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