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Fiorentina, Bucchioni: "Intervenga Montella ma non é tempo di processi"

di Redazione TMW.
Fonte: Enzo Bucchioni
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© foto di Federico De Luca

Non è ancora il tempo dei processi e speriamo di non doverne fare mai, è semplicemente il tempo della riflessione. E' chiaro che nessuno può essere soddisfatto per questa partenza di campionato che ha portato un solo punto. Poco, pochissimo.

Ma quello che ci preoccupa e ci deve far pensare, non è soltanto la classifica sicuramente deficitaria rispetto alle attese, ma soprattutto come sono venute la sconfitta di Roma e il pareggio con il Genoa.

Si può perdere con i giallorossi e non vincere in casa, nel calcio mai dire mai, ma c'è modo e modo di giocarsi le partite e su questo che dobbiamo discutere.

Se la Roma e il Genoa avessero fatto due gare straordinarie saremmo già qui con l'animo in pace in attesa di tempi migliori. Ma non è così, i risultati non positivi sono venuti più per gli errori di interpretazione delle due partite che per la forza dell'avversario e la sensazione che ci sia qualcosa che non torna è molto forte.

Che succede? Sinceramente non ci aspettavamo un inizio di stagione così difficile dopo le brillanti prestazioni in precampionato culminate con la vittoria sul Real e non può esserci neppure la scusante dell'ennesimo infortunio a Giuseppe Rossi perché Pepito le amichevoli le ha saltate quasi tutte.

Quindi torniamo a bomba: che succede?

Un allenatore bravo e importante come Montella non può fare l'errore che ha fatto a Roma nel regalare completamente il primo tempo all'avversario per le scelte sbagliate. A distanza di due settimane nessuno ha saputo ancora spiegarci come sia venuta l'idea di fare debuttare Brillante che poi è la madre di tutti gli errori.

Il ragazzo è interessante, può sicuramente crescere, ha intelligenza tattica e qualità, pagato poco può diventare perfino un affare. Ma viene dal calcio australiano, un altro pianeta. Non ha mai giocato ad alti livelli, in Italia pesano le pressioni, la tensione, il clima agonistico. Entrare in uno stadio come l'Olimpico fa tremare le gambe anche stando in panchina. Si può scegliere un debuttante così, in un ruolo delicatissimo, per giocare contro la Roma candidata per lo scudetto? La risposta è perfino banale.

Non ci ha convinto neppure il tridente scelto per affrontare il Genoa, soprattutto ci sembra non ideale la coppia Gomez-Babacar, due centroavanti uno dei quali (Baba) costretto a fare un lavoro non suo e un lavoro che non ha fatto bene neanche a Gomez. Anche qui Montella si è corretto, ma l'errore iniziale pesa.

Un altro pareggio in casa fanno sette gare al Franchi senza vittoria e anche questo dato dovrebbe far riflettere una gestione molto attenta ai numeri, alle situazioni e allo studio delle partite.

Perché la Fiorentina non vince più in casa? La nostra risposta è perfino banale, perché le squadre che vengono a giocare a Firenze si chiudono e altrettanto banalmente rispondiamo: quando le avversarie si chiudono i viola non sanno che contromisure prendere.

Per questa squadra (e non è un paradosso) è più facile affrontare il Real Madrid perché gioca e fa giocare, lascia spazio, che il Genoa. Un problema non da poco.

E allora ci aspettiamo dei correttivi immediati e non la solita squadra che mette sette-otto giocatori nella metà campo avversaria intasando ancora di più il campo. O si aumenta la velocità e l'imprevedibilità o il tango lento consente a tutti di difendere agevolmente.

E qui siamo a Gomez. Quando c'erano Jovetic (ma anche Lijaic) prima e Rossi poi, finti centroavanti, mascheravano con la velocità di esecuzione e gli spostamenti rapidi nello stretto, la macchinosità della manovra viola offrendo soluzioni ai centrocampisti o concludendo in proprio. L'anno scorso, comprando Gomez, era chiaro che dovesse cambiare anche la Fiorentina. Questo passaggio sarà fondamentale per la crescita. Con il 4-3-3 sugli esterni devono giocare elementi veloci, in grado di cercare il fondo, ma capaci anche di aiutare il centrocampo. Per noi con l'organico attuale resta il 3-5-2 il modulo ottimale che fa bene a tutti anche a Gonzalo che può tornare a impostare l'azione come un tempo. E poi Cuadrado partendo da lontano regala sempre la superiorità saltando l'uomo e Gomez con un'altra punta agile vicina può avere un elemento accanto per cercare l'uno-due o suggerire in passaggio quando il tedesco attacca lo spazio.

Sette non vittorie in casa sono troppe, qualcosa non funziona e le contromisure vanno trovate con un organico così ricco come quello dell'attuale Fiorentina.

E con Gomez che fare? E' un giocatore in difficoltà sia in nazionale che in viola, ma dopo un anno di stop è normale per un fisico come il suo. Va recuperato fisicamente e psicologicamente, è il giocatore più importante, noi non l'avremmo mai tolto dal campo anche perché per qualsiasi difensore è sempre più complicato marcare anche un Gomez minore rispetto a un giovane Babacar che comunque sta facendo bene, ma è Babacar con tutto il rispetto. Poi un conto è togliere e bocciare il Matri involuto che era in prestito l'anno scorso, un altro il Gomez involuto che comunque deve essere il presente e il futuro viola. Altrimenti i gol chi li fa?

Ora speriamo che i nuovi consentano soluzioni nuove. Tanto per cominciare Richards potrà dare spinta più di un Tomovic adattato come esterno destro a quattro. Badelj, Basanta, Marin (pronto tra un paio di settimane) , ma anche Joaquin, Mati, Ilicic e compagnia possono dare personalità, qualità e quantità.

Il rodaggio è stato pagato, ora tocca a Montella mettere le caselle a posto e dare alla Fiorentina quella personalità e quell'identità che ha sempre avuto sotto la sua gestione. Magari con un pizzico di cattiveria in più.

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