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Ferrante: "Il Toro raccoglierà i frutti nel girone di ritorno"

di Elena Rossin
Fonte: TorinoGranata.it
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© foto di Federico De Luca

Marco Ferrante è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Ferrante attualmente è direttore sportivo, da giocatore ha militato nel Torino dal 1996 al 2004, con una parentesi di qualche mese nel 2001 all'Inter. Con lui, che con 125 gol realizzati con la maglia granata si trova al quinto posto della classifica dei marcatori del club, abbiamo parlato della difficoltà che ha quest'anno la squadra nel segnare e delle soluzioni che potrebbero essere adottate.

Il Torino in 19 partite ufficiali ha segnato 19 gol, ma se si escludono le prime due gare in Europa League, nelle restanti 17 le reti sono state 12. Questa può definirsi una situazione solo legata al momento?
"Bisogna sperarlo perché se ci fosse un problema in attacco andrebbe risolto immediatamente non solo con i gol delle punte, m anche con quelli dei centrocampisti. Non si deve più guardare indietro all'anno scorso quando Immobile e Cerci in un modo o in un altro un gol lo facevano sempre. Oggi il Torino non ha più giocatori di quella caratura, ne ha d'importanti come Quagliarella che però non può essere gravato di tutto il peso dell'attacco, anche se di fatto è così perché, oltre ad essere l'unico che segna, è anche quello che crea le occasioni più clamorose per farlo persino quando non butta la palla in rete. Ventura è un maestro e deve trovare la strada per far si che i numeri legati ai gol cambino".
E' quindi è un problema di uomini e di gioco?
"Sì, anche se tutto ciò non mi spaventa perché se si vanno a vedere le statistiche le squadre che a fine stagione si salvano non sono quelle che segnano più delle altre, ma sono quelle che subiscono meno reti e conosciamo tutti qual è la metodologia di gioco che applica Ventura e le sue squadre difficilmente subiscono tanti gol o quantomeno se capita perdono subendo una o due reti, non succede che affondino sotto una goleada degli avversari, mentre ci sono altre squadre che finiscono con passivi di quattro o cinque gol. C'è da dire che non si gioca sempre con la Roma, la Juventus o le squadre blasonate e quando si affrontano le altre formazioni può bastare anche solo vincere uno a zero, la cosa importante è non subire gol. Resta però da vedere chi segna nel Torino".
Finora fra gli attaccanti in campionato ha segnato solo Quagliarella, infatti Amauri, Martinez, Larrondo e Barreto sono a quota zero e quest'ultimo ormai è stato accantonato.
"Barreto è stato voluto da Ventura quindi se il mister non lo convoca più un motivo c'è. E' stato anche cambiato il modo di giocare in attacco, ma se Barreto dovesse essere l'unico terminale offensivo farebbe ben pochi gol. Dicevo prima che la situazione non mi spaventa, l'unica cosa che mi può preoccupare è che il Toro oggi non è attrezzato a livello d'organico per portare avanti bene più competizioni, quindi non deve esserci un dispendio d'energie molto elevato in Europa League, anche se è già stato fatto un lavorone e se non ci saranno clamorosi passi falsi la fase a gironi sarà superata. Si dia però un occhio importante al campionato perché la classifica è abbastanza corta e il Torino ha soli quattro punti in più del Chievo che è terz'ultimo, non sono tanti ma se il Toro farà bottino pieno in qualche scontro diretto, ad esempio nella prossima partita con il Sassuolo, ha la possibilità di allungare e di riprendere la scia dell'anno scorso, ma bisogna farlo! L'anno scorso anche in partite difficili da sbloccare c'erano sempre i colpi vincenti dei campioni Cerci e Immobile, invece quest'anno non essendoci più loro bisogna ovviare trovando altre soluzioni, senza però guardarsi indietro perché, secondo me, la situazione è risolvibile tenendo però sempre d'occhio la classifica e non pensando di raggiungere un posto utile per l'Europa League della prossima stagione, ma guardandosi alle spalle. Ovviamente spero che il Toro arrivi sesto, ma in queste situazioni è bene prima di tutto mettere una debita distanza da chi sta dietro".
Quanto un attaccante può fare la differenza contando sulle sue capacità e quanto invece ha bisogno del supporto della squadra per segnare?
"Tranne per alcuni fenomeni come Ronaldo e Messi che possono risolvere una partita da soli perché prendono la palla, dribblano cinque o sei avversari, si presentano davanti al portiere e fanno gol, per gli altri non è così e a questo non sfuggono quasi tutti gli attaccanti che giocano in serie A, quindi anche quelli del Torino. Secondo me le squadre che hanno maggiori difficoltà, che sono quelle che devono salvarsi come il Torino, se non hanno una mole di gioco che mette in condizione gli attaccanti di fare gol diventa tutto molto, ma molto complicato. Il Torino gioca bene, ha buoni difensori centrali e anche i centrocampisti non sono male, però deve trovare la soluzione per finalizzare altrimenti il gioco è fine a se stesso e non premia".
Gli interni di centrocampo però, per un motivo o per un altro, hanno deluso e questo ha avuto ripercussioni sul gioco e sui gol.
"Io li posso anche giustificare così come gli attaccanti. Prendo sempre ad esempio Bianchi che prima dell'arrivo di Ventura segnava molto, gli attaccanti, soprattutto quelli nuovi, comprendono la metodologia di gioco del mister nel girone di ritorno perché hanno bisogno di tempo per apprendere i meccanismi che sono diversi da quelli che di solito hanno adottato in passato, quindi possono incontrare difficoltà e per gli stranieri è ancora più difficile perché devono anche ambientarsi nel calcio italiano. Secondo me il Toro è una squadra che potrà raccogliere frutti importanti nel girone di ritorno quando i meccanismi di gioco saranno oliati e fluidi".
Secondo lei di qui alla sosta natalizia Ventura dovrebbe puntare con decisione sulla coppia Quagliarella-Amauri?
"Sì, però se questo non sta accadendo vuol dire che Ventura che vede ogni giorno i giocatori ha fatto delle sue valutazioni, il mister sa se la coppia è amalgamata. Dal di fuori si può dire che puntare sulla coppia d'attacco formata da Quagliarella e Amauri è la soluzione, però se poi la coperta diventa corta nel senso che in fase difensiva qualche giocatore non dà quello che vorrebbe il mister allora vedremo giocare poco insieme questi due attaccanti. Quagliarella e Amauri possono essere la coppia d'attacco quando il Torino affronta squadre alla sua portata, ad esempio contro la Roma la soluzione scelta da Ventura è stata quella giusta perché avremo perso anche tre a zero, ma prima di subire il secondo gol abbiamo avuto l'occasione per pareggiare e così anche prima che i giallorossi segnassero il terzo il Toro poteva accorciare le distanze. Concordo con Ventura su come sta utilizzando i giocatori, ma lui che li segue ogni giorno dovrà trovare la soluzione per far sì che quando c'è bisogno di avere più peso in attacco, e quindi vanno utilizzati insieme Quagliarella e Amauri, la squadra non risulti spaccata in due con le punte isolate in avanti, altrimenti sarà sempre più difficile raggiungere l'obiettivo".
A gennaio chi può essere preso per rinforzare l'attacco granata?
"Il mercato importante è quello estivo, dopo c'è solo da assumersi le proprie responsabilità e se qualche cosa non va vuol dire che sono stati commessi errori. In generale nel mercato di riparazione tranne qualche sporadica eccezione non sono mai arrivati giocatori che sono riusciti a fare la differenza ed è ancora più difficile per i nuovi ambientarsi ed entrare negli schemi di gioco poiché si è già nella seconda parte della stagione, detto questo se ci fosse l'occasione di prendere un attaccante importante il Torino dovrebbe coglierla al volo. Giovinco per caratteristiche potrebbe essere importante per il gioco del Toro e di Ventura. Invece giocatori come Pazzini per me meno, non certo per la qualità del calciatore che non si discute, ma per la metodologia di gioco di Ventura. Pazzini ha caratteristiche similari a quelle di Bianchi, forse fisicamente è meno forte, ma nei colpi di testa è bravo come Rolando, ha esperienza e fiuto del gol, però non è un'attaccante di quelli che fanno molto movimento e tutti sappiamo che Ventura non ama molto i giocatori statici. Il Torino dovrà fare una scelta accurata e tenendo conto della modalità del gioco, cambiare modulo per adattarlo a un giocatore è una situazione che si vede raramente. Ventura ha creato con il Toro un giocattolo perfetto, o quasi perfetto, sotto il profilo del gioco infatti al Torino non si vedeva giocare a calcio da diversi anni, però adesso bisogna ovviare alla scarsità dei gol anche a dispetto del gioco. Magari è meglio produrre un gioco meno bello però essere più incisivi in zona offensiva".
Cambiando argomento, sta valutando delle proposte per ricoprire il ruolo di direttore sportivo in qualche società?
"Sì, ma con estrema tranquillità. Se mi verrà fatta una proposta allettante e seria sono disponibile".

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