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ESCLUSIVA TMW - Nicoletti: "Lo scouting è la vera risorsa per il futuro"

di Chiara Biondini
Fonte: Luca Esposito
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Costantino Nicoletti esprime parole positive per la R.O.I. Italia di Matteo Sassano, che rappresenta secondo l'ex presidente dell'Ascoli una risorsa per il futuro: il calcio italiano deve ripartire dopo l'eliminazione della Nazionale dal Mondiale in Brasile, e c'è bisogno di iniziative che siano costruttive. Intervistato da TuttoMercatoweb.com, Nicoletti, che ha un passato da agente FIFA, sottolinea che il calcio ha bisogno di nuove figure e di uno scouting che (già nella Lega Pro) sappia partire prima dal territorio e poi svilupparsi all'esterno. Dovrebbe essere presente anch'egli al corso della R.O.I. Italia di Messina, che si terrà il prossimo 19 luglio. Questo il suo punto di vista.

"Sicuramente l'appuntamento con la R.O.I. Italia sarà molto importante: il calcio ha bisogno di iniziative costruttive, soprattutto dopo l'eliminazione della nostra Nazionale dal Mondiale, quindi iniziative costruttive per preparare persone sempre più qualificate per questo mondo. Soprattutto perché il calcio italiano dal 2008 in poi ha avuto un inesorabile declino, con la crisi economica e con la fine di risorse importanti da investire nel calcio. Questi appuntamenti della R.O.I. Italia ben vengano, perché sono formativi e possono aiutare a preparare dei manager nuovi per il calcio che verrà. Finendo i magnati, devono emergere le capacità. La crisi, per assurdo, può generare un nuovo calcio a livello di management. Io personalmente ho cercato sempre di portare tutta la mia esperienza nelle aziende in cui ho lavorato: dal 2006 sono entrato nel calcio e voglio far capire cosa significa fare calcio adesso, una società deve essere più aziendale, con figure ben definite e preparate, quindi tanta meritocrazia".

Lei ha fatto il presidente nell'Ascoli prima della fondazione della nuova società. Ha visto come sta diventando la squadra messa a disposizione di mister Petrone?
"Sì, seguo con passione le vicende della società, ma è mia abitudine trarre le conclusioni alla fine del calciomercato, perché il periodo in cui si possono prendere i calciatori è un periodo lungo. L'Ascoli comunque ha come una proprietà sana, perché parliamo del cavalier Bellini, che è il terzo contribuente in Canada ed è uno scienziato farmaceutico: può trasmettere degli input importanti anche nel nostro sistema calcio, partendo dalla Lega Pro, categoria che va sicuramente rifondata".

Cosa salverebbe della sua esperienza ad Ascoli?
"I contatti. Salverei inoltre il modo in cui ho interagito con i tifosi, con le istituzioni, quindi ho trovato predisposizione da parte di tutti. Ho scoperto, carpito, e ho acquisito delle conoscenze che da consulente esterno certamente non avrei potuto imparare. Quei due mesi mi sono serviti tantissimo, infatti suggerisco a tanti addetti ai lavori di maturare un'esperienza, sia pur minima, in qualità di stagista, nei club".

E la Rete Osservatori Italiana può essere utile anche in questo.
"Il futuro parte dallo scouting. I club più importanti a livello mondiale investono proprio sullo scouting avvalendosi di osservatori qualificati, preparati, perché non è facile individuare le caratteristiche di un calciatore e soprattutto prevedere il percorso che potrà fare in futuro. Il mio programma ad Ascoli sarebbe partito proprio dallo scouting, quindi partire prima dal territorio locale, mettere delle radici sane nel territorio, e poi allacciare contatti con realtà nuove dove si può arrivare a individuare giocatori di prospettiva".

Lei crede di essere deluso più dal nostro commissario tecnico o dalla squadra che ha rappresentato l'Italia al Mondiale?
"Né dall'uno né dall'altra. Prandelli è una persona squisita, ha il suo modo di fare calcio, magari non era indicato per il ruolo di ct. Era più da club perché a lui piace molto lavorare quotidianamente. Sulla squadra non me la sento di esprimere giudizi, perché presi singolarmente i giocatori sono molto validi: è stata una serie di circostanze che ha impedito alla Nazionale di fare meglio. Diciamo che chi comanda il Paese comanda il calcio, quindi andrebbe fatta una rivoluzione dalla base, staccarsi dal discorso prettamente politico e lavorare sul calcio, quindi sull'azienda calcio. Nel momento in cui vestiamo la maglia azzurra trovo scontato che tutti diano il massimo, comunque non è il caso di fare processi: sono convinto che i ventitré hanno fatto tutto il possibile per non uscire dal Mondiale al primo turno. Si parte sempre per cercare di arrivare in fondo".

Trova giuste le critiche a Mario Balotelli?
"Assolutamente no, ma lo stesso potrei dire per altri calciatori. Balotelli ha delle qualità fisiche e tecniche notevolissime, ma la sua reazione di ieri è di un giocatore amareggiato: si è ritirato da solo un'ora nel pullman, isolato da tutto e da tutti, per cui si avverte che l'amarezza era tanta anche da parte sua, perché ci teneva a essere protagonista al Mondiale: essere protagonista comporta grandi vantaggi per un calciatore, perché ci sono giocatori della Nazionale che hanno vinto il Mondiale nel 2006 e ancora se ne sente parlare. In questo caso l'imprenditore cosa fa? Analizza, e vede cosa non è andato per il verso giusto cercando poi di intervenire. Un'auto ha cinque ruote, non quattro, perché c'è anche la ruota di scorta, il classico valore aggiunto. Anche i nostri stadi risalgono un po' tutti al Mondiale del 1990 (a eccezione dello Juventus Stadium), sono fatiscenti e obsoleti, eppure la gente continua ad andare allo stadio pur non potendo assistere allo spettacolo in maniera confortevole. La nostra analisi deve andare più a fondo, alle strutture, al management, alla preparazione dei dirigenti, quindi ben vengano le iniziative della R.O.I. Italia, come quelli di altre associazioni come l'ADISE".

Quale sarebbe il suo profilo ideale di selezionatore?
"Ecco, 'selezionatore' è la parola giusta. Un selezionatore, che appuntamento per appuntamento deve individuare i migliori undici che si esprimano al meglio, quindi uno come Vicini o come Bearzot. Solo che non è facile. Servirebbe uno interno alla Federazione o una figura carismatica che abbia il profilo del commissario tecnico. Ho letto tanti nomi, ma sono più allenatori perché preferiscono lavorare giorno dopo giorno con i propri giocatori, come faceva Cesare Prandelli. E' difficile dire di no alla Nazionale, ma individuerei una figura da 'selezionatore', uno che appunto scelga in base a quello che sta esprimendo il campionato".

Quindi un ct simile a Gentile?
"Sì, certamente. Risponderebbe al vero, perché ha maturato esperienze con il Settore Tecnico della FIGC e corrisponde al profilo del selezionatore".

INFO e ISCRIZIONI - Per iscriversi al corso o per richiedere ulteriori informazioni, inviare una mail a diventaosservatore@roitalia.com o inviare un sms con scritto "Interessato al corso di Messina" e contenente il vostro nome e cognome ed indirizzo mail al NUMERO 349.69.150.39

Per accrediti giornalistici o per la creazione di partnership mettersi in contatto con il responsabile ufficio stampa e promozione Dott. Luca Esposito tramite email a lucaesposito@roitalia.com

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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