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ESCLUSIVA TMW - Melfi, Bitetto: "Ancora ubriaco di gioia. Per il futuro c'è tempo"

di Stefano Sica
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© foto di Francesco Decicco/TuttoLegaPro

"Tempo fa feci una promessa ai ragazzi: qualora avessimo raggiunto l'obiettivo dopo la partita con l'Ischia, e quindi prima delle festività pasquali, avrei concesso loro due giorni di riposo in più. E infatti ci siamo fermati da giovedì scorso a lunedì. E direi che ora ci stiamo allenando con maggiore tranquillità, consci di aver tagliato un traguardo straordinario". E' ancora tempo di festeggiamenti per Dino Bitetto, allenatore del Melfi. Legittimi e meritati. Due salvezze consecutive al timone della squadra gialloverde prima di questa promozione che proietta i normanni al vertice della Lega Pro. Per la prima volta nella loro storia. Appena dieci mesi fa si raccoglievano fondi per iscrivere il club in Seconda Divisione, in una commovente gara di solidarietà che aveva mobilitato un'intera comunità. Ora l'ingresso tra le grandi. Con grande orgoglio. "Lo confesso: sono ancora ubriaco di gioia - l'affondo del trainer barese -. E voglio continuare a godermi questo momento".

Pochi credevano in questa promozione. Una soddisfazione enorme.
"All'inizio del campionato guardavamo gli organici delle altre e ci chiedevamo chi sarebbe retrocesso. Insomma, siamo stati una sorpresa per noi stessi. E i messaggi che ho ricevuto da tanti addetti ai lavori, che si complimentavano per quanto abbiamo fatto, mi hanno riempito di orgoglio".

E' stata la vittoria della linea verde. E di quella che è a tutti gli effetti la famiglia gialloverde, che va dalla dirigenza ai tifosi.
"Abbiamo sempre impiegato 7/8 under, fa parte della nostra politica. Storicamente. Per giunta in un organico largamente rinnovato rispetto a quello dello scorso anno, in quanto erano rimasti solo Dermaku, Cuomo e Muratore. Che poi il Melfi sia una famiglia è un dato di fatto. Ma in un ambiente piccolo come il nostro è anche più semplice fondere tutte le componenti".

Tanti moduli cambiati in questo campionato. Esperimenti che il gruppo ha digerito.
"Da parte dei ragazzi c'è stata grande disponibilità. Senza quest'appoggio, non si sarebbe andati da nessuna parte. Siamo partiti col 4-4-2 per poi passare al 4-3-3. Dopo aver provato anche il 3-5-2 abbiamo trovato la quadratura del cerchio col 4-3-1-2. Il sistema che ci ha dato la svolta definitiva. L'intento era quello di cercare le soluzioni migliori in base all'organico di cui disponevo. Soprattutto mi interessava trovare una svolta sotto l'aspetto offensivo e qualitativo".

In relazione all'impiego dei giocatori stessi, di quali cambiamenti tattici è più soddisfatto?
"I benefici maggiori sono arrivati dalle prestazioni di Tortori e Neglia. Il primo, inventato trequartista, ha un'ottima resistenza organica e corre come un motorino. E poi sa infilarsi negli spazi e fungere praticamente da terza punta. Neglia ha sempre fatto l'esterno d'attacco, io l'ho impiegato da mezz'ala sinistra e mi ha dato ottime risultanze. Grazie all'applicazione di tutti ho avuto un esito positivo da coloro che hanno avuto una collocazione diversa rispetto a quanto espletato in passato".

Novanta giorni senza vittorie tra gennaio e febbraio. Lei è stato anche in bilico.
"Non ho mai dato grosso peso alle voci di un mio esonero, vere o false che fossero. Io sono uno che va sempre avanti per la propria strada con caparbietà e che lavora con la coscienza a posto. In quel frangente dilapidammo un po' i 26 punti fatti alla fine di un girone di andata strepitoso ed era logico attendersi qualche rumor".

Ma i motivi di quella flessione quali sono stati?
"E' stato un calo fisiologico. Abbiamo iniziato benissimo, disputando il girone di andata con quasi gli stessi uomini. Logico che qualcuno possa aver rifiatato. Con Chieti e Tuttocuoio perdemmo meritatamente, certo. Ma col Cosenza subimmo una beffa che grida ancora vendetta, con un rigore al 94'".

Ingente la differenza tra il rendimento casalingo e quello esterno. Come mai?
"In casa qualche volta ci ha traditi l'eccessiva voglia di vincere. Torno proprio a quel periodo di difficoltà di inizio 2014: non ci capitava di fare tre punti al "Valerio" dal 10 novembre, contro il Martina. In quel momento ci ha penalizzati l'ansia di doverci per forza sbloccare. Prendiamo la gara col Chieti: l'impatto fu anche buono e facemmo i primi minuti benissimo andando anche in vantaggio. Poi prendemmo gol e da quel momento subentrarono sfiducia e disordine senza che fossimo capaci di gestire quell'attimo di difficoltà. Fuori casa, invece, siamo riusciti spesso a sfruttare gli spazi dovendo i nostri avversari fare la partita".

Ora il Sorrento, in attesa della grande festa con la Vigor Lamezia. Ai rossoneri servono sei punti in questi ultimi due impegni per disputare la post season.
"E' logico che si affronteranno due squadre con motivazioni diverse. Troveremo un Sorrento con la stessa fame di risultati che avevamo noi fino a dieci giorni fa. Tra l'altro si tratta di una squadra con grossi valori tecnici, specie dal centrocampo in su. Non saremo di certo arrendevoli, ma è anche innegabile che adesso siamo finalmente tranquilli".

Un exploit che non si potrà mai dimenticare: dediche particolari?
"Al presidente Maglione e a tutti i suoi compagni di avventura che lo supportano in questa passione, anche economicamente".

Bitetto resta a Melfi?
"Ci sarà modo per affrontare quest'argomento. La società, che l'anno prossimo dovrà cimentarsi con impegni maggiori, farà le sue valutazioni. Io sto lavorando come se dovessi restare. Ma ci tengo a ribadire un concetto a cui tengo molto".

Prego.
"E' molto semplice ma per me significa tutto: quest'anno sono stati tutti molto bravi. Ma proprio tutti".

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