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ESCLUSIVA TMW - Costagliola: "Con Marra un rapporto inossidabile"

di Stefano Sica
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Sabato scorso ad Aversa, per il derby tra i normanni e l'Ischia, ha fatto capolino, tra i tanti addetti ai lavori, Salvatore Marra, alla guida dell'Arzanese nell'ultimo anno. Sempre fertile il rapporto di collaborazione tra il trainer napoletano, tra quelli in prima linea per subentrare in caso di qualche scossone in panchina, e il direttore sportivo Pasquale Costagliola. Un binomio nato ad Arzano e che i risultati, seppure non scaturiti nella salvezza biancoceleste, hanno fortificato. "Con Marra è rimasto un rapporto professionale, nonché di amicizia personale, stupendo - chiarisce Costagliola -. Non ho mai nascosto che mi piacerebbe intraprendere un nuovo progetto al suo fianco. Mi auguro che ce ne sia l'occasione a breve. Insieme abbiamo fatto qualcosa di storico, sfiorando una salvezza che avrebbe avuto del miracoloso. Io stimo Salvatore, so come lavora. L'ho scelto io per il dopo-Ferraro e lui mi ha ripagato alla grande".

Lei cerca un progetto che prescinde dalla categoria?
"Certo. Spero di avere una chance in Lega Pro, ovviamente. Perché il lavoro che abbiamo prodotto nell'ultimo campionato è sotto gli occhi di tutti. Una sola, e beffarda, partita ha cambiato il destino un po' di tutti. Diversamente sia io sia Salvatore saremmo ancora ad Arzano, in terza serie. C'era l'accordo verbale per la riconferma di entrambi. Il calcio è così ma è bello anche per questo. Ma, almeno per quanto mi riguarda, non è un discorso di categoria. Di fronte ad un progetto serio potrei ricominciare anche dalla D, categoria che peraltro conosco bene. Dipende tutto dalla serietà degli uomini e delle idee che mi vengono sottoposte".

E a volte, al di là delle difficoltà economiche di alcuni club, diventa difficile scegliere anche perché mancano spesso chiarezza e trasparenza.
"Concordo. Io dico sempre che una società di calcio è una azienda che ha il dovere di porsi un obiettivo preciso. Che non deve essere necessariamente quello di vincere, ma deve presentare basi di chiarezza. Tenere in vita una società tanto per farlo, non serve a nulla. Tanto vale rinunciare anche perché penso che così si buttino anche soldi dalla finestra. Invece bisogna partire da un budget prestabilito per potersi porre poi dei traguardi, per avere l'ambizione di arrivare a qualcosa. Questo per rispetto dei calciatori e di tutti coloro che lavorano in un club. Una società mi pone delle idee e io le sviluppo. Ma non si può lasciare un'area tecnica in balìa dell'improvvisazione. Non fa bene a nessuno, non è rispettoso nei confronti della tifoseria e alla fine questi equivoci si pagano".

Lei ha assistito a diverse gare del girone meridionale di Lega Pro. Chi a suo parere ha una marcia in più?
"Le favorite sono quelle che peraltro hanno anche una grande piazza alle spalle. Quindi penso a Lecce, Salernitana e Benevento, squadre che peraltro godono anche dello scudo di società forti. Io però non sottovaluterei la Juve Stabia. Ha un ottimo organico, è una squadra quadrata e a mio avviso darà parecchio fastidio alle primissime. Io però sarei moderato verso chi ora stenta. La nostra storia ad Arzano in un certo senso lo insegna: il mercato di gennaio può cambiare tanti scenari e dal girone di ritorno è come se iniziasse un altro campionato. Può ricrearsi un altro ambiente, un rinnovato entusiasmo. Ecco perché non darei giudizi negativi anche nei confronti di chi sta indietro".

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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