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ESCLUSIVA TMW - Buscè: "Un onore continuare a lavorare nel SG dell'Empoli"

di Stefano Sica
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© foto di Federico De Luca

Anche nella prossima stagione Antonio Buscè continuerà a collaborare col settore giovanile dell'Empoli nel fortino di Montebuono. Archiviata la prima annata da tecnico alla guida della formazione Esordienti, l'ex ala azzurra proseguirà nel proprio percorso allenando i Giovanissimi di fascia B. Una scelta del nuovo responsabile del vivaio, Marco Bertelli, che premia un lavoro portato avanti dal trainer napoletano con scrupolo e fatica. E che ha dato buoni frutti. "Per me è un motivo di enorme soddisfazione - esordisce Buscè -. Posso dare continuità a quanto già fatto quest'anno, direi con buoni risultati. Si può dire che con i Giovanissimi inizio a fare davvero l'allenatore nel senso reale del termine. A me piace sperimentare l'intero organico che ho a disposizione, tanto che ho sempre convocato almeno 18 ragazzi dando a tutti la possibilità di giocare e di mettersi in mostra. Dopo il campionato a Pisa, avrei potuto continuare a giocare per almeno altri due anni, ma già mi sentivo un allenatore dentro. Ringrazio per questa opportunità il presidente Corsi che già un anno fa mi ha consentito di lavorare in un settore giovanile importante permettendomi di imparare e crescere. Nel mondo del calcio non ci sono tante persone abituate a mantenere la parola data. Il presidente è invece un uomo di parola, che si distingue da tanti altri per la propria serietà e la propria correttezza".

Lei è in possesso anche del patentino Uefa A per allenare in Lega Pro. Se arrivasse una chiamata importante cosa farebbe?
"Assolutamente nulla. Per qualsiasi cosa ne riparleremmo fra un anno. Voglio rispettare questo impegno, per il presidente e per questa società che oramai fa parte della mia vita. Ci fu un momento, quando eravamo in A, che mi contattò un grande club. Potevo sfruttare una chance importante. Avevo ancora un contratto ad Empoli e scelsi di restare. Per me la parola data e l'affetto per questa società valevano più di tutto".

Lavorare per il vivaio dell'Empoli è del resto una vetrina importante.
"Perché qui le parole d'ordine sono organizzazione e competenza. In effetti non si fanno più di vent'anni tra A e B se non ci sono delle fondamenta solide. Ed è tanto per un paese di 40mila abitanti. Empoli è poi una piazza tranquilla che permette tutto ciò. Un giovane lo si aspetta, lo si fa crescere senza fretta, si investe davvero sul suo talento. Solo così si può esprimere al meglio e questo inevitabilmente succede. Basti vedere quanti ne sono emersi quest'anno in prima squadra, tipo Pucciarelli o Rugani. Corsi di calcio ne capisce, Carli è bravo e lo aveva già dimostrato al settore giovanile. Sono convinto che l'Empoli si muoverà bene sul mercato per garantirsi la salvezza".

Dopo i play-off del 2013, è arrivata finalmente la promozione. Non eravate tra le favoritissime.
"E' stata premiata la coerenza di un discorso tecnico. La società è stata sempre brava nel mantenere la calma e nel non ribaltare un progetto. Si è fatto tesoro di qualche errore commesso in passato. Due anni fa si è usciti da un campionato tribolato con una salvezza agguantata per i capelli. Quell'annata magari è servita da lezione. Tuttavia l'Empoli ha una sua continuità da 2-3 stagioni. Anche nell'anno di Aglietti-Pillon-Carboni c'erano alcuni elementi che fanno parte dell'ossatura odierna, tipo Maccarone, Tavano, Valdifiori, Tonelli o Moro".

Giusta la riconferma di Sarri?
"E' bravo e ho avuto modo di incontrarlo anche da avversario. Dopo il lavoro che ha fatto, la chance di allenare in A la merita".

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