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...con Imborgia

di Alessio Alaimo
"Donadoni uno da Milan, se i rossoneri lo prendono non sbagliano. Parma, non mi pento dell'addio. Palermo in A, Iachini non dorme mai... Ceravolo? Non al posto di Perinetti.
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© foto di Federico De Luca

Dopo Parma pronto a ripartire, in attesa del progetto giusto. Ma senza la frenesia di dover trovare squadra a tutti i costi. Antonio Imborgia, ex responsabile del mercato gialloblù, preferisce stare alla finestra e aspettare. L'occasione arriverà. Intanto Imborgia parla a TuttoMercatoWeb, dalla Juventus che fatica in Europa e domina in Italia, al Parma, macchina perfetta costruita da lui e Leonardi.

Juventus grande protagonista in Italia, in ombra in Europa. Che succede al calcio italiano, che non ha neppure una squadra nelle competizioni europee?
"L'anno scorso la Juventus è arrivata ai quarti di Champions, quest'anno alla semifinale di Europa League. La squadra bianconera non vale le corazzate come Bayern Monaco, Real Madrid o Barcellona. Ma è anche vero che l'Atletico Madrid è in finale con pieno merito e non è migliore della Juventus. Non penso neppure che il campionato italiano non sia allenante in chiave europea. Il calcio in alcuni momenti è fatto di situazioni che non sono favorevoli, è stato il caso della Juventus nelle ultime due manifestazioni europee. Non si può certo dire che il Benfica sia stato superiore. Se invece facciamo un discorso generale, che esula dalla Juventus, gli altri movimenti in Europa stanno dimostrando di lavorare meglio, di avere più coraggio, di provare a fare delle cose che sono più logiche".

Intanto il suo ex Parma ha sorpreso tutti.
"No, il Parma non è una sorpresa. Le sorprese sono Torino e Verona. Il Parma negli ultimi tre anni ha lavorato in funzione di una classifica importante: basta guardare i numeri di questa stagione. Più che di sorpresa parlerei di un lavoro fatto per arrivare a ridosso delle posizioni di vertice. Il Parma lavora da tre anni con lo staff, con lo stesso allenatore. Leonardi inizia il sesto anno insieme a Preiti, c'è una continuità che si può trovare solo in poche squadre. Continuità che c'è stata anche a Torino con Petrachi: questa è la dimostrazione che se hai calma, pazienza e ti dai il tempo necessario per raggiungere gli obiettivi puoi centrarli".

Donadoni è finito nel mirino del Milan. È pronto?
"Donadoni ha ancora un anno di contratto con il Parma, non mi addentro nella questione per rispetto della mia ex società. Però se mi chiede se Donadoni è da Milan rispondo di sì: è un profilo da Milan. Lo ha dimostrato con il lavoro che ha fatto, con la gestione di un gruppo di giocatori e restituendo al nostro campionato il Cassano più tirato a lucido degli ultimi anni. E poi Schelotto a Sassuolo non ha giocato e a Parma è diventato protagonista. Penso a Molinaro che è tornato in Italia dallo Stoccarda e trova subito una soluzione ideale, Paletta è una certezza, Lucarelli sta disputando un ottimo campionato. E non bisogna dimenticare la crescita di Mirante: bisogna dare grandi meriti a Bucci. Donadoni nei tre anni a Parma ha completato la sua crescita e la conoscenza dei suoi pregi. Poi ha anche un grande staff, uno staff di prima importanzza. Se il Milan prende Donadoni sicuramente non sbaglia".

Serie B: il Palermo torna in A, era scritto...
"Di cose scritte nel calcio non ce ne sono. Bisogna dare i meriti che è giusto dare: Iachini ha vinto il quarto campionato di serie B. Alla Sampdoria aveva fatto un lavoro ancora più importante di quello di quest'anno al Palermo, perché quella squadra era inferiore rispetto ai rosanero. Quando facevo il procuratore ero anche l'agente di Iachini, è uno che non dorme mai quando deve preparare una partita. Poche volte gli è stata data la possibilità di lavorare con continuità, era già pronto per la serie A quando ha vinto il campionato con la Sampdoria: oggi maturando tante esperienze positive e anche negative, ha raggiunto un equilibrio tale da consentirgli di essere ancora più pronto".

Per il prossimo anno Zamparini punta Ceravolo, intanto il lavoro di Perinetti è stato positivo.
"Perinetti ha fatto un lavoro importante, non è la prima volta che vince il campionato di serie B. Non posso pensare che l'eventuale arrivo di Ceravolo escluda la direzione di Perinetti. Con tutto il bene che voglio a Ceravolo, parliamo di due figure completamente diverse... Perinetti ormai fa parte della storia del Palermo, per tanti anni ha lavorato per i rosanero, conosce le dinamiche, le situazioni. E ha lavorato con Zamparini. Non penso che il presidente cambierebbe Perinetti per Ceravolo. Perinetti è un validissimo dirigente, un vincente. Ceravolo ha lavorato per anni con Moggi. Magari l'uno non escluderebbe l'altro".

E lei, pronto a ripartire?
"Sono sempre pronto. Quando ho lasciato il Parma ho fatto una scelta secondo me giusta, ma non perché pensavo di trovare il Bayern Monaco o il Real Madrid di turno. Ho fatto una scelta perché ho deciso che la cosa più giusta per me fosse quella di interrompere e rimettermi in gioco. Non sono mai stato ruffiano e non mi sono mai proposto: spero che qualcuno abbia bisogno di un dirigente".

Cosa vuole trovare nella sua prossima squadra?
"Quello che mi interessa è lavorare in maniera intelligente, qualitativa, razionale. E decidere insieme alla proprietà le strategie in base a quella che è la mia idea di calcio. In questo momento non ho parlato con nessuno, non dico che ho delle opportunità giusto per dirlo, ma in questo periodo è giusto che sia così: a parte chi ha vinto il campionato di Lega Pro c'è un playout lungo da giocare, in serie B a parte il Palermo e la Juve Stabia si giocano ancora tante cose. E in A non si sa ancora chi retrocederà. Mi sto guardando intorno, ci sono dei posti dove mi piacerebbe andare e penso che per caratteristiche potrei fare meglio rispetto ad un'altra parte. Ma sono sereno. Nel calcio c'è un malcostume: i dirigenti fanno contratti lunghi per poi proporsi in altre piazze. A cosa serve? Non ha logica. Quando sono andato via da Parma non avevo alternative e non mi pento della scelta".

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