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...con Cattani

di Alessio Alaimo
"Dybala-Palermo e il consiglio del vecchietto nell'affare Vazquez... Inter? Noi rapporto più consolidato con l'Instituto. Goldaniga, Lores, Talisca, Neves e non solo: i talenti su cui punto"
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Paulo Dybala è il giocatore del momento. Gol e prestazioni da ricordare, sorride il Palermo. Sorride Zamparini. E sorride anche Luca Cattani, autore del colpo rosanero quando era capo degli osservatori del Palermo prima e direttore sportivo dopo. Cattani oggi lavora per un fondo di investimento calcistico, un nuovo mondo destinato ad essere esplorato sempre di più. Spesso restio a parlare, l'ex direttore sportivo del Palermo, si concede a TuttoMercatoWeb e parla dell'exploit di Dybala, con un occhio alla serie A e ai talenti della B destinati ad esplodere.

Cattani, partiamo dall'inizio: come è arrivato Dybala al Palermo?
"Stavo concludendo la trattativa per Vazquez, dal Belgrano al Palermo. Ero a cena. Davanti a me c'era un simpatico vecchietto che sottovoce mi disse «Io ne ho uno più forte di Vazquez». Era il presidente dell'Instituto de Cordoba, Barrera. E si riferiva a Dybala. Quando poi vidi Paulo mi resi conto delle sue qualità. Barrera non stava scherzando".

Una trattativa complicata. Il Palermo, all'epoca, bruciò tante squadre.
"No, non è stata una trattativa facile. Il Palermo non fu neanche la società più veloce e neppure la prima a vederlo. Ma sicuramente fummo il club più determinato. Barrera era restio a parlare con gente di altre squadre o intermediari vari, doveva tirare su il prezzo. Siamo stati bravi a portarlo fisicamente al Palermo nel maggio 2012".

Anche più dell'Inter...
"Lo aveva visto prima di noi. Ma il Palermo aveva un rapporto più consolidato con chi avrebbe dovuto mettere la firma, cioè il presidente dell'Instituto".

Per arrivare a Dybala però il Palermo ha fatto un investimento oneroso. Si è parlato tanto dei 12 milioni spesi.
"Vero. Ma penso che se dovesse andare via, della cifra della cessione se ne dovrebbe parlare ancora di più".

Dove può arrivare Dybala?
"Sta facendo davvero bene. Ma arriverà ancora più in alto. Diverrà ancora più forte".

Estate 2014: lei sarebbe dovuto andare al Guangzhou di Lippi.
"Vero. Non sono andato perché ho avuto un piccolo incidente. Un problema di salute che adesso è superato. Mi dispiace, perché morivo dalla voglia di lavorare con mister Lippi. Il top a livello assoluto. Purtroppo temo che questo rimarrà un grande rammarico".

Da poco però è rientrato nel calcio, con un altro ruolo.
"Lavoro per un fondo di investimenti a livello calcistico. Una cosa che adesso in Europa sta andando di moda. Penso tra poco anche in Italia. Non si tratta solo di acquistare cartellini di calciatori, ma anche di aiutare società in difficoltà a livello economico. Visto che ormai le banche sono sempre più restie".

Qualche club italiano si è già fatto sentire?
"Sì, se ne sta parlando. Chiaro che se dovessi scegliere, da italiano preferirei favorire i club italiani piuttosto che quelli stranieri".

Uno sguardo alla serie A: su chi punta?
"Anche se non è una sorpresa, sta migliorando incredibilmente: dico Gabbiadini. Ormai è tra i migliori attaccanti italiani.
Poi mi piace molto Zukanovic del Chievo Verona, lo conoscevo già quando giocava in Belgio. Quando andavo a vederlo c'era sempre un uomo di Sartori in tribuna. E citerei anche i due del Cagliari, anche per una questione affettiva: Joao Pedro che meritava a pieno titolo il ritorno in Italia e Donsah che avevo provato a portare al Palermo.
Un giorno un collaboratore del settore giovanile quando faceva l'allenatore all'epoca mi aveva detto «Fa fatica anche con gli allievi». Il giorno dopo convocai Donsah in prima squadra, dove l'allenatore era Mutti. Rimase con noi diverse settimane. Aveva sedici anni, dopo il primo allenamento Donati e Balzaretti mi chiesero se fosse possibile mandarlo subito in campo la domenica seguente. Purtroppo, per questioni burocratiche, non fu possibile. Prevedo per il ragazzo un futuro importante in Premiership. Dopo Empoli-Cagliari un mio amico direttore di una squadra di serie A inglese mi ha chiamato per chiedermi di lui. Senza esitazione gli ho risposto «Prendilo, diventa uno dei più forti del campionato»".

E in serie B?
"Stanno facendo benissimo dei ragazzi a cui sono molto legato per via dei miei trascorsi al Palermo: Curiale al Frosinone, che in rosanero non portai io ma che mi presi davvero a cuore durante i suoi anni successivi la Primavera. Poi Goldaniga al Perugia e Cappelletti del Cittadella che presi entrambi dai dilettanti. E Laribi del Bologna, preso dalle riserve del Fulham a zero: ha superato un brutto infortunio qualche anno fa, è un ragazzo straordinario e ha qualità da vendere. Mi auguro che riescano tutti a fare la serie A. Anzi, ne sono pressoché certo. E tra poco arriverà il momento di Lores Varela. Nacho (Lores, ndr), ne sono convinto, ha un potenziale molto alto. Ha solo bisogno di un po' più di tempo. Ma è un bravo ragazzo. E sa quello che deve fare".

Chiudiamo con l'estero...
"Faccio due nomi. Giocano entrambi in Portogallo: Ruben Neves del Porto, forse il 97 più forte d'Europa. E Talisca, brasiliano del Benfica".

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