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Berlusconi, prima del Milan vendi Seedorf. Inter, prendi Marino e torni grande. Corvino, basta ferie: ti aspettiamo. Ecco i tre migliori allenatori della B...

di Michele Criscitiello
Nato ad Avellino il 30 Settembre 1983. Vive e lavora a Milano dal 2005. Ha diretto la Redazione di Sportitalia fino allo scorso novembre. Ha curato e condotto i Gran Galà del Calcio Aic 2011 e 2012. Mail: mcriscitiello@micri.it Twitter: MCriscitiell
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Solitamente quando una notizia viene smentita è perchè sotto c'è qualcosa di vero. Figuratevi se viene smentita due volte in 20 ore, vuol significare che hai fatto centro. Lo scorso 16 dicembre scrivemmo del Milan in vendita, ci beccammo fischi e pernacchie. Bloomberg ha lanciato il boomerang e gli è tornato indietro con smentite di Fininvest e del Cavaliere. Noi abbiamo rilanciato dell'interesse di Squinzi, spiegando il perchè dell'arrivo dei milanesi a Sassuolo e anche Squinzi, 24 ore dopo Berlusconi, si è ritrovato a smentire. Ma non fu proprio lui a dire di voler intervenire nel progetto del nuovo stadio? E, come mai, dal Milan hanno fatto sapere che sarebbero disposti a cercare nuovi soci, seppur in minoranza, per un totale di 150 milioni? Tante coincidenze ma in questo momento conviene concentrarsi sul campo, altrimenti da 700 milioni il valore del club scende ulteriormente. Perché il valore dei calciatori è minimo, degli impianti anche e, purtroppo, anche la frase "l'ex club più titolato al Mondo" non si traduce in soldi. Insomma, più passa il tempo e più il Milan perde valore senza investimenti. Avete visto la squadra a Udine? Senza anima, senza gioco e senza idee. Potremmo dire che Seedorf, oltre ad una nuova panchina a San Siro, non ha portato nulla di più. Da calciatore bastava una telefonata ad Arcore, anche dopo una sconfitta, per passare dalla parte della ragione. Da allenatore ti salvano solo i risultati e una vittoria a Madrid potrebbe cambiare il giudizio su di lui, in parte. Una volta occorreva la preparazione per diventare allenatori, adesso con un pò di improvvisazione, un buon curriculum da ex calciatore e un Presidente amico puoi allenare quasi quasi anche il Real Madrid. Ci scusi, Ancelotti che è un grande Mister. L'esempio è dovuto alla grandezza del club. Seedorf è l'uomo giusto per affondare il Milan. I tifosi rossoneri, adesso, si sentiranno offesi ma dovrebbero capire che chi critica in questo momento la squadra fa solo il bene del club per un futuro da grande Milan e non da società che vive alla giornata. Nulla contro Clarence ma aver accettato di subentare in corsa è stato l'autogol più grande che potesse fare; un ritiro precampionato e una sessione di mercato lo avrebbero aiutato maggiormente.
Chi deve decidere cosa fare da grande, al più presto, è l'Inter. Qui il problema non è in panchina, perchè quell'antipatico di Mazzarri è bravo. Bisogna trovare un Direttore Generale che faccia il suo mestiere e copra il vuoto di potere del buon Thohir che, per forza di cose, non può occuparsi di Inter 365 giorni all'anno. Nessuno tocchi Piero Ausilio. Come Direttore Sportivo è perfetto. Lavora sui giovani e ha un occhio clinico per i campioni. Ausilio, in tutti questi anni, è stato danneggiato dalla presenza di Marco Branca. A proposito: si dice in giro che Branca sia stato liquidato dall'Inter con 3,5 milioni di euro e, a breve, se lo potrebbero ritrovare nel Principato di Monaco. Tornando ad Ausilio, al suo fianco gli serve un vero Direttore Generale. Si era fatto il nome di Pierpaolo Marino, beh sarebbe l'uomo giusto al posto giusto. Nessuno, in Italia, ha l'esperienza di Marino e i miracoli di Napoli parlano ancora da soli. Oggi è all'Atalanta ma, una salvezza all'anno, seppur conquistata con 12 giornate di anticipo potrebbe stare stretta ad un Direttore che del Napoli di De Laurentiis ha gestito anche la mancanza della carta igienica a Castelvolturno. Senza estremizzare, all'Inter, occorre questa figura e questo personaggio.
Dopo tre anni di battaglie mediatiche vorremmo riaprire le porte del nostro calcio a Pantaleo Corvino. Ne abbiamo scritte tante su Corvino, siamo certi che ha commesso degli errori e il suo comportamento spesso è stato discutibile ma, a vedere i suoi colleghi oggi, ci viene da essere sinceri: uno che almeno capisca di calcio ci vorrebbe. Corvino ha scritto pagine importanti a Firenze, ha creato calciatori e plusvalenze dal nulla e oggi non è giusto che resti ancora fuori. Ha pagato, molto di più di suoi colleghi che dopo enormi danni sono ancora in giro a piede libero a cercare calciatori. Un Presidente che vuole costruire un progetto vincente potrebbe trovare in Pantaleo Corvino un buon braccio armato. Chi legge questo editoriale starà pensando "avrà fatto pace con Corvino". Non lo sento e non lo vedo da una vita e, credetemi, neanche ho voglia di sentirlo.

Ma quando scriviamo è solo per amore della verità. Che piaccia o meno.
In chiusura, un piccolo corner dedicato ai cadetti. Agli allenatori della B, per la precisione. Vogliamo votarne tre per il futuro che, però, parlano al presente. Inutile citare Iachini del Palermo e Beretta del Siena. Sono garanzie assolute. Il primo nome di un grande allenatore, giovane e preparatissimo, è il tecnico del "mio" Avellino, Massimo Rastelli. Bene, il futuro è tutto suo. Rastelli è il numero 1 della categoria. Motivatore, tattico ed aziendalista. Se aggiungete che guadagna solo 120 mila euro capirete perchè è destinato ad una grande carriera. Con i fichi secchi ha portato l'Avellino in B e con 4 soldi in croce sta trascinando i lupi ai play off. Vedere l'Avellino è una gioia, per noi tifosi del lupo. Se non fosse per arbitri e sfortuna avrebbe tra i 4 e i 7 punti in più in classifica ma capisco che sono discorsi senza senso. Discorsi ragionati sono, invece, quelli sui moduli. Rastelli li adotta in base alle esigenze. Lo scorso anno ha vinto con il 4-4-2, quest'anno ha sempre giocato con il 3-5-2 e da due domeniche vince con il 3-4-1-2. Ha plasmato calciatori come Izzo, Bittante, Zappacosta e Galabinov. Ha rilanciato Fabbro, Schiavon e Castaldo. Il Re Mida della B. Al secondo posto, Roberto Breda. Ha uomini importanti a Latina ma la squadra con lui ha iniziato a macinare punti. Gran lavoratore, giovane e motivato. Anche per Breda la serie A non è un miraggio. Sta facendo un gran lavoro. Chi lavora bene con i giovani e senza grandi disponibilità economiche è l'allenatore del Lanciano, Baroni. Uno come lui, forse, è arrivato troppo tardi sul podio. Il suo modo di fare è vincente e le sue idee pagano. Ci sono tanti allenatori giovani che alla lunga faranno carriera. C'è chi viene nominato perchè vince ma potremmo nominare anche chi, per ora, sembra caduto in disgrazia ma presto farà parlare di sè. Prendiamo l'esempio di Alessandro Calori, quest'anno per poche giornate a Novara. L'Udinese lo tiene d'occhio per il futuro, il Chievo voleva puntare su di lui per il dopo Sannino. Quest'anno la classifica non gli ha dato ragione ma i fatti sì. Aziendalista, giovane e preparato sul campo. A Novara ha tirato fuori dal cilindro due giovani del '94, Vicari e Manconi, che adesso si stanno riscoprendo delle pietre preziose per il club. A gennaio ha voluto dal mercato Laner e Sansovini e, proprio loro due, si stanno rivelando decisivi per la corsa alla salvezza del club piemontese. A volte meglio parlare prima che dopo.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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