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Aversa rigenerata, Juve Stabia spietata. Focus sul match

di Stefano Sica
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© foto di Federico Gaetano

Anche nel calcio tanti indizi fanno una prova. La Juve Stabia, che in questo campionato vince la terza partita in trasferta negli ultimi cinque minuti di gara (dopo Caserta e Pagani), è la rappresentazione di un gruppo che ha cuore e mentalità vincente. Che non molla mai, sa aspettare e poi colpire. Come solo le grandi sanno fare. A questi exploit andrebbe peraltro aggiunto il pari in chiusura di Martina Franca e le tante gare risolte nella ripresa. Fase nella quale, evidentemente, i gialloblù riescono ad esprimere il meglio di sé manifestando personalità e la tensione nervosa giusta. Ma va anche detto che la sconfitta grida vendetta in casa Aversa Normanna. Intanto per l'errore arbitrale decisivo che ha accompagnato gli stabiesi verso il blitz, quando l'entrata irregolare su Giannusa ha prodotto l'azione nella quale Contessa ha fornito a Gomez l'assist vincente. E poi per una prestazione che ha silenziato almeno momentaneamente i pessimismi di chi riteneva la stagione normanna già segnata. E' indubbio che Marra abbia cambiato volto alla sua squadra, aumentandone il dosaggio di carattere e ferocia. In questo senso i granata hanno sfoderato la migliore performance casalinga insieme a quella dell'esordio contro la Vigor Lamezia. La rivoluzione operata dal ds Costagliola, con gli arrivi di Giannusa, Castellano e De Luca e le diverse contestuali rescissioni, è appena iniziata e dà la sensazione di poter imboccare la strada giusta. Ma "ce n'est qu'un debut": guai a pensare che quest'opera di maquillage possa esaurirsi qui. Per accreditarsi con più credibilità la salvezza, ci vorrà ben altro. Fatto sta che per almeno 70 minuti i granata hanno retto l'urto contro un avversario certamente più attrezzato e con opposte ambizioni, costringendolo persino alla difensiva in diverse fasi del match. Il 3-5-2 sta inoltre conferendo i meccanismi giusti alla squadra, che mostra col passare del tempo di assimilare questo dettame tattico scelto dal trainer partenopeo, interpretandolo con ordine e trame di gioco piacevoli e frutto di una precisa organizzazione. Buona la prestazione di De Vena alle spalle di De Luca e, quindi, in una posizione a lui più congeniale. Gara di grande attenzione e personalità da parte del trio difensivo Esposito-Giovannini-Scognamillo, in mediana commovente il carattere di Castellano e preziose le geometrie di Giannusa. Da parte normanna c'era la volontà di non fallire l'appuntamento, di credere ancora nella risurrezione e di ridare un senso alla stagione. Insomma, contro le Vespe, l'Aversa Normanna ha aumentato gli stimoli e moltiplicato le forze, creando innumerevoli occasioni da rete anche per chiudere il derby. Fino, però, al contraccolpo psicologico derivato dal pari di Gomez, quando i padroni di casa stavano producendo il massimo sforzo almeno per preservare il vantaggio.

A quel punto l'affaticamento subentrato nella gambe di qualche atleta di Marra ha aperto il varco ad un consequenziale arretramento di tutta la squadra che, fino a quel momento, si stava giocando la contesa a viso aperto. Tuttavia dal Paradiso all'Inferno la transizione è stata breve. Perché dal miracolo di Pisseri su De Vena si è passati in pochi secondi al gol partita dell'attaccante italo-argentino. Episodi, quindi, non benevoli che hanno mortificato oltremisura l'orgoglio granata azzerando un pareggio che sarebbe stato l'esito più giusto per quanto visto al Bisceglia. Essenziale, invece, il 4-4-2 di Pancaro, con Bombagi e Nicastro sulle fasce in supporto del duo Ripa-Di Carmine. E intuitive le sue scelte. Non era facile lasciare fuori un mostro sacro come Ripa, magari non al top, alla fine del primo tempo. O Caserta per far spazio al nuovo arrivo Lepiller in apertura di ripresa. Ma gli eventi gli hanno dato ragione. Fenomenali i 45' minuti di Guido Gomez, classe '94 nativo di Vico Equense ma con passaporto argentino. Uno dei tanti giovani rampanti di questa Juve Stabia che non vuole smettere di stupire, ed autore di due reti da signore dell'area di rigore. Nei gialloblù pollice alto anche per Jidayi, produttivo nel suo lavoro di taglia a cuci, Nicastro, spesso una freccia sulla corsia destra e vicinissimo al sigillo personale prima del colpo di Gomez (bravissimo Forte), e Contessa (nella foto). Le prestazioni di quest'ultimo ne stanno plasmando una piacevole realtà che andrebbe monitorata anche da club di categoria superiore. Piedi fatati, ricerca della profondità e tanta precisione, il terzino sinistro di Francavilla Fontana, classe '90, non ha sbagliato un traversone. I suoi assist sono un'assicurazione irrinunciabile per una Juve Stabia che, in ogni caso, è riuscita a calarsi nel clima da rodeo imposto dai granata portando diverse pericoli dalle parti di Forte già nel primo tempo. E' stato, quindi, un derby che è piaciuto per spunti tecnici e ritmi sempre forsennati, e che ha ridotto a mero dato numerico i 20 punti di distanza che separavano le due squadre alla vigilia. Ha vinto la più forte, senza dubbio. Ma ha perso quella che non meritava di soccombere, fermata da un Pisseri straripante che più di una volta ha rimediato alla giornata non esaltante del duo difensivo Romeo-Migliorini. Finalino di un pomeriggio divertente e ad alta quota.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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