Atletico Madrid e Borussia Dortmund, quando una finale cambia il mercato
L'Atletico Madrid e il Borussia Dortmund, pur essendo agli antipodi come gestione societaria, stanno conducendo un ottimo mercato. Di fatto parecchio simile. Fatto di inserimenti e di cambiamento, perdendo i propri centravanti e costruendo un nuovo modo di giocare. Entrambe hanno in comune la finale di Champions League che ha cambiato il loro destino, almeno per gli anni a venire: arrivare fino in fondo alla competizione ti dà la possibilità di rinnovare, magari cedendo i pezzi pregiati (i gialloneri lo hanno fatto, costetti da una clausola rescissoria, con Gotze, e probabilmente lo faranno con Hummels) per poi rientrare con altri campioncini.
Il Borussia lo ha fatto l'anno scorso, prendendo Mkhitaryan e Aubameyang, ritrovando Sahin e aggiungendo qualche ragazzino dal vivaio. Quest'anno sono già arrivati Ginter e Immobile, pagati moneta sonante, oltre ad aggiungere Adrian Ramos a parametro zero per un attacco che sarà orfano di Lewandowski. La conferma di Reus passa per un altro anno, ma già a giugno dell'anno prossimo c'è più di una squadra pronta a versare la clausola rescissoria per il red rocket, com'era chiamato quando era al Borussia Moenchengladbach.
L'Atletico ha perso Diego Costa ma l'ha sostituito con Mario Mandzukic.
Ha aggiunto un grande esterno di centrocampo come Griezmann, che ipoteticamente può giocare anche dietro al croato. E poi Filipe Luis, Courtois, David Villa, Adrian. Tutti lasciati partire per reinvestire e innovare la rosa, che di fatto si basa su Miranda e Godin, Koke e Turan. In porta è arrivato Oblak dal Benfica, Siqueira per la fascia sinistra (in Italia con Udinese, Lazio e Inter, ma mai capito), e presto verrà conclusa la rosa. I nomi? Il ritorno di Fernando Torres, da urlo per il Vicente Calderon, Santi Cazorla per il centrocampo e pure Bakkali: per concludere una rosa rinforzata.
Insomma, Atletico Madrid e Borussia Dortmund incassano e rilanciano, sperando di riuscire a fare la festa alle dirette concorrenti. Gli è riuscito in campionato, a entrambe, non in Champions League. Ma la strada è quella giusta, a differenza delle squadre nostrane, sempre in ambasce da programmazione.