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Adnan Januzaj - Il calciatore conteso da sette federazioni che ha scelto il Belgio (anche) per convenienza

di Raimondo De Magistris
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Belgio, Inghilterra, Kosovo, Albania, Croazia, Turchia e Serbia. Adnan Januzaj a 19 anni può vantare un record difficilmente eguagliabile. E' l'unico calciatore che appena maggiorenne ha potuto scegliere tra sette nazionali. Merito del suo talento, quello che Alex Ferguson intravide già quattro anni fa, ma soprattutto di una storia personale particolarissima, che necessita di essere raccontata per capire i motivi che hanno costretto Januzaj a essere al centro di un caso internazionale. I genitori di Adnan, infatti, si sono conosciuti e sposati a Bruxelles solo dopo varie peripezie che hanno coinvolto entrambe le famiglie.

Abedin Januzaj, padre del talento del Manchester United, ha vissuto in Belgio fin dal 1992. Fuggì dall'attuale Kosovo quando l'esercito jugoslavo lo costrinse ad abbracciare le armi per combattere in Bosnia. Una chiamata inaccettabile per Abedin, il primo dei sei figli di Idriz e da qualche tempo anche capo-famiglia per la prematura scomparsa del padre a causa del cancro. La famiglia Januzaj lottava contro il regime e per l'indipendenza, erano gli anni della polveriera balcanica e mentre lui scappava dall'ex Jugoslavia lo zio Januz e il fratello minore Shemsedin lottavano attivamente per i diritti dell'etnia albanese. Ad Abedin il compito di andare in Belgio e spedire i soldi in Kosovo per sostenere una famiglia che lottava tra la guerra e la fame.
Una storia come ne sono state raccontate tante in quegli anni, più comune di quella che ha riguardato la mamma: Ganimete Sadikaj. Nata in una delle famiglie più ricche di Istog, città nel nord-ovest del Kosovo, i Sadikaj furono costretto a lasciare il loro paese subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. Possedevano tante terre e una fattoria ed erano considerati tra le persone più ricche del paese. Fattori che non gli permettevano di passare inosservati agli occhi del regime che li considerava una minaccia. Fu così che rientrarono nel piano per la soppressione del nazionalismo albanese e furono cacciati in Turchia, paese in cui l'intera famiglia abitò per qualche anno prima di trasferirsi in Belgio.
Abdein Januzaj e Ganimete Sadikaj si conobbero e sposarono a Bruxelles, fisicamente lontano dalle guerre che in Kosovo anche nel 1995 - anno di nascita di Adnin - la facevano da padrona. Era il periodo della fine della guerra in Bosnia-Erzegovina e dell'inizio di una nuova indipendenza, quella degli albanesi kosovari che ancora oggi, secondo la Serbia, non hanno un proprio stato.
Lontana col corpo ma non col cuore, la famiglia Januzaj è sempre stata sostenitrice dell'indipendenza del Kosovo e qui, proprio in questa battaglia separatista, che la vicenda calcistica di Januzaj si interseca con quella politica. Perché fosse stato il Kosovo una nazione a tutti gli effetti i dubbi sarebbero stati davvero pochi. La famiglia Januzaj si sente kosovara, ma fino a questo momento a questa nuovissima nazionale è stata concessa solo la possibilità di disputare amichevoli contro altre nazionali. Nulla di ufficiale, insomma, in un processo tutto in divenire che presumibilmente richiederà ancora tanti anni prima di vedere il Kosovo partecipare ai tornei organizzati da Fifa e Uefa.

Inevitabile, allora, passare in rassegna le altre nazionali. A Junuzaj s'è interessata la Serbia che l'indipendenza del Kosovo non l'ha mai riconosciuta. Impossibile, però, anche solo pensare che il calciatore e la sua famiglia potessero interessarsi a un'offerta del genere. C'era la Turchia, che ha fatto leva sui trascorsi della famiglia materna. La stessa famiglia tirata in ballo anche dal ct dell'Under 21 della Croazia. "Uno degli allenatori dell'Albania - disse Ivo Susak lo scorso ottobre - mi ha detto che la madre di Adnan e della Croazia e quindi noi siamo interessati a lui". Dichiarazioni mai seriamente valutate dalla famiglia Januzaj, la quale poco dopo spiegò che non c'era alcun motivo per prendere in considerazione la Croazia, così come erano da escludere a priori Serbia e Turchia.
Spazio, allora, alle altre nazionali, quelle che potevano vantare maggior credito. Ci ha sperato concretamente l'Albania, viste le origini del giocatore. Ci ha lavorato a più riprese Roy Hodgson, ct dell'Inghilterra. La prima soluzione, però, sembra non ha mai affascinato più di tanto il calciatore, mentre la seconda è stata esclusa dopo aver appurato che il passaporto britannico sarebbe arrivato in tempo utile solo per il Mondiale del 2018.
Ecco allora, la scelta finale, una decisione arrivata più per esclusione che per vera convinzione. Dopo i duri botta e risposta tra il ct Wilmots e il padre Abedin, Januzaj risponde alla convocazione del Belgio, sua terra natale. Una scelta arrivata a ridosso del Mondiale che permetterà al gioiellino dello United di giocare in una delle squadre più interessanti che prenderanno parte alla competizione brasiliana. E mette fine a una querelle durata diversi mesi e con tanti, troppi, protagonisti.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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