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Sammer, il pallone d'oro allergico all'Italia

di Gaetano Mocciaro
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È uno dei palloni d'oro più discussi della storia e anche un simbolo di mancato adattamento alla Serie A. Un vero peccato perché per quei pochi mesi in Italia, Matthias Sammer aveva fatto vedere di saperci fare col pallone, eccome. Peccato che il nostro paese non gli piaceva proprio e fin dal primo momento in cui ha messo piede nel Belpaese l'idea è stata quella di tornare al più presto nella sua Germania. A rendere l'idea, la testimonianza di chi andando a casa sua sul lago di Como vide che dopo mesi di permanenza i suoi armadi erano ancora vuoti, le valigie mai sfatte. Ma andiamo con ordine:

Matthias Sammer nasce a Dresda, allora DDR. Si mette in evidenza nella squadra della sua città, la Dinamo, con la quale conquistò due titoli della Germania Est e si fece onore in Coppa Uefa nell'88/89, dove si arrese solo in semifinale, dopo aver eliminato la Roma. Con la caduta del muro di Berlino per Sammer si aprono le porte della ricca Germania occidentale e firma un contratto con lo Stoccarda. Nel frattempo il paese si riunifica e il giocatore diventa perno della nazionale tedesca unita.

Gioca a centrocampo, Sammer. Ha buona visione di gioco, leadership ed è bravissimo nelle incursioni nell'area avversaria, tanto da trovare spesso e volentieri la via del gol. L'Eldorado del calcio in quel periodo è l'Italia e la squadra più tedesca della Serie A è l'Inter di Matthaus, Brehme e Klinsmann. Con un blitz il giocatore viene acquistato per la cifra di 9 miliardi di lire nel 1991, ma il trasferimento effettivo sarebbe arrivato solo un anno dopo poiché il limite degli stranieri consentiva di tesserarne solo 3 per squadra e l'Inter era piena. Il giocatore firma un contratto triennale e prima di atterrare a Milano dichiara: "Sono molto felice di poter giocare nell' Inter. Ho fatto bene ad aspettare un anno a trasferirmi in Italia. Per chi come me viene dall' Est, un doppio salto sarebbe stato eccessivo. Sono certo che Matthaus mi aiuterà a conoscere la nuova realtà italiana". Sarà, ma il primo segnale che preoccupa è che Sammer, pur avendo un anno a disposizione per imparare l'italiano non prende minimamente in considerazione questa ipotesi. Arriva quindi senza pronunciare mezza parola nella nostra lingua e subito si trova di fronte a una sorpresa: il tanto stimato Matthaus ha fatto le valigie ed è andato al Bayern Monaco. E con lui sono andati via anche gli altri due tedeschi Brehme, al Saragoza, e Klinsmann, al Monaco. Insomma, il buon Sammer non ha nessun compagno che possa agevolargli l'inserimento. Gli altri stranieri che arrivano sono il russo Shalimov, l'uruguayano Sosa e il macedone Pancev. Già dopo un mese Sammer sbuffa, ne ha abbastanza dell'Italia. Il tecnico di allora Osvaldo Bagnoli gli confeziona il ruolo di regista, vista la finezza di piede e di cervello. Lui però vuole giocare trequartista e sin dalle prime partite fa infuriare il tecnico, proiettandosi in avanti più del dovuto e lasciando scoperta la mediana. Però riesce a distinguersi come uno dei migliori stranieri appena arrivati, giocando con sicurezza e riuscendo a segnare addirittura 4 reti in 11 partite. Ma il suo destino è segnato e all'Inter lo sanno. Bagnoli stesso dichiara di arrendersi: "Cominciò subito a manifestare il desiderio di tornare a casa ed era impossibile fargli cambiare idea. Oltretutto non diceva una parola di italiano". Si racconta che la vita milanese di Sammer consisteva in: viaggio fino ad Appiano Gentile, allenamento, doccia e via a casa. Senza dire una parola. E con la moglie ad attenderlo e a chiedere di tornare in Germania. Così il buon Matthias si reca dal presidente Ernesto Pellegrini e chiede esplicitamente: ""Io qui non voglio più stare. Mi lasci tornare in Germania, il Borussia Dortmund mi vuole". A gennaio la cessione per 9 miliardi e mezzo. A Dortmund ritrova il sorriso mai visto da noi, si ricicla nel ruolo di libero con eccellenti risultati e gioca alla grande l'Europeo del 1996 in Inghilterra, laureandosi campione e sbaragliando la concorrenza a dicembre per il Pallone d'Oro. Oggi Sammer vive a Monaco di Baviera e lavora per il Bayern, prossimo avversario della Juve. Chissà se avrà voglia il 10 aprile di fare un salto in Italia...

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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