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Ramadani il potente sul muro dei Della Valle. Rafé, non ti serve Cavani scontento. Parma vuole sognare con... Cassadoni. La lumaca Leo. E se Mancini fosse ManCina?

di Alfredo Pedullà
Alfredo Pedullà è nato a Messina il 15 aprile 1964. Lavora a Sportitalia, giornalista per passione e convinzione. Il più bel premio ricevuto è l'affetto della gente.
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© foto di Federico De Luca

Ramadan uguale digiuno. Ramadani uguale Fali, il potentissimo (e furbissimo) agente di Jobetic, Ljajic e Seferovic. Qualche giorno fa avevamo saputo che sarebbe sbarcato in Italia, per l'ennesima volta. Quando ha memorizzato la fuga di notizie si è imbufalito. Il signor Ramadani ama la riservatezza, detesta il minimo dettaglio da regalare ai giornalisti, si muove nell'ombra e non gradisce le interferenze. Non sarà bugiardo come Mino Raiola, semplicemente perché preferisce evitare le interviste, tutto qui. Mentre Minone spesso si esibisce, pancia in fuori, per raccontare l'esatto contrario della verità. Quando Raiola dice che Ibrahimovic è contentissimo, state tranquilli che mente. Ramadani non utilizza strani metodi per raccontarsi al mondo, semplicemente preferisce non parlare.
Cosa farà il potentissimo Ramadani, cosa riferirà alla Fiorentina sulla vicenda Jovetic? Semplicemente che la Juve è attizzata, che vuole chiudere, che Tevez per il momento può aspettare (per la felicità del Milan) e che sarebbe il caso di aprire a qualche contropartita tecnica. Magari anche Gabbiadini, non soltanto i soliti noti Marrone e Isla (quest'ultmo preferisce l'Inter). Se i Della Valle aprissero la porta, non va escluso a prescindere, l'operazione si chiuderebbe in pochi giorni. Altrimenti, si andrà al muro contro muro. E in quel caso sarebbe complicato prolungare i contratti degli altri due comparuzzi di Ramadani, Ljajic e Seferovic, entrambi assistiti dall'agente che detiene quasi tutti i gioielli della Viola. Di sicuro i più preziosi. La Juve agisce così perché convinta che la Fiorentina, avendo in mano Gomez, non può attendere più di tanto. Sarebbe geniale se i Della Valle annunciassero Gomez prima di definire il futuro di Jovetic. Sì che a quel punto Jo-Jo potrebbe temere un'attesa senza sbocchi. Comunque, diventa difficile pensare che Gomez o chi per Gomez possa arrivare prima della cessione di Stefan. A meno che...

MANCINI O MANCINA? - Poche ore fa Roberto Mancini ha sussurrato che qualcosa bolle in pentola. E che potrebbe tornare presto ad allenare. Sarebbe andato di corsa al Paris Saint Germain, ma gli avrebbero offerto un anno appena con eventuale opzione. Troppo poco per uno abituato ai lunghi percorsi. Occhio alle sorprese: la Cina ha liquidato Camacho dopo gli schiaffoni incassati contro la Thailandia e cerca un commissario tecnico. Ci sono stati contatti con Robi, abbastanza interessato ad ascoltare. I soldi non mancheranno, la sua ambizione è sempre stata quella di allenare una Nazionale. Aspettiamo, ma controlliamo. E se lo dovessimo chiamare presto Mancina?

RAFE' E CAVANI - Bellissima la prima conferenza di Rafa a Napoli. Personaggio coinvolgente, simpatia e allegria, ironia e fantasia. Promosso su tutto il fronte, chiara l'abitudine a rilasciare interviste e a vivere il mondo mediatico con disinvoltura. Tuttavia, se fossi Benitez uscirei immediatamente dall'equivoco Cavani: prima parte, meglio è. Lui vuole andare, la città si è rotta. Se restasse, sarebbe come riscaldare un piatto di lasagne nel forno sette giorni dopo, meglio digiunare. Piuttosto, diventerebbe più importante individuare il sostituto, magari il Napoli l'ha già fatto. E noi non l'abbiamo scoperto. Oppure non l'abbiamo scoperto semplicemente perché non siamo in dirittura. L'esatto contrario rispetto al portiere Rafael, in arrivo dal Santos: ottimo investimento.

CASSADONI PER PARMA - Mentre scrivo questo pezzo non è ancora arrivato l'annuncio per Cassano al Parma. Ma l'ottimismo cresce, Belfodil si sente ormai dell'Inter, Silvestre non è ancora fuori dal Parma (anzi), eventuali e varie. Gli uffici stampa di Preziosi in giro per l'Italia, magari non quelli ufficiali, hanno lanciato questo disco per l'estate: Cassano deve decidere tra Parma e Genoa. Falso. Più che altro solo un tentativo di Giochi Enrico di interferire, forse un pizzico di invidia nei riguardi del suo collega Ghirardi che sta per aggiudicarsi il genio di Antonio, ben venga anche un po' di sregolatezza. Sono sincero: dopo che gli ha dato del "fratello maggiore", tre anni fa circa, mi stupirei se Cassano chiudesse a Donadoni. Nella vita ogni tanto il rispetto e la riconoscenza ci dovrebbero essere, in questo caso dovrebbe prevalere la convinzione mista a entusiasmo. Altrimenti non avrebbe senso. Cassano e Donadoni per Parma. Sarebbe bello se molto prestito, per il feeling rafforzatosi sul campo, fossero un'unica persona: Cassadoni per Parma, ormai ci siamo.

LUMACA LEO - Per scegliere il nuovo allenatore del Paris Saint Germain il mitico Leonardo ci ha impiegato una vita. Ancora qualche settimana e avrebbe fatto Ferragosto. Non ha alibi, la strategia è stata sbagliata, il condizionamento Wenger (che si è promesso dal 2014) devastante. Leo indifendibile: ci sono direttori che non hanno il budget, ma se la cavano molto con le idee. C'è chi potrebbe regalare pozzi di petrolio, oppure chissà cosa, ai comuni mortali. Ma i soldi non bastano, non servono ad acquistare idee che non ci sono. Tentennamenti perenni. Rinvii continui. Leonardo è un ragazzo simpatico e intelligente, ma di lui non ho capito due cose: a) cosa vuole fare da grande; b) per quale motivo dirigenti italiani, svegli ma meno supportati, non abbiano avuto mezza possibilità di dimostrare quanto valgono.

HONDA SU HONDA - Queste è una storia che va avanti da mesi, marcata a vista dal Milan senza soluzione di continuità. E c'è chi assicura: molto più che a vista. Honda e il Milan si piacciono, moltissimo. E l'operazione è di quelle intriganti e che incuriosiscono Galliani: parametro zero vicino, il contratto del giapponese con il Cska è in scadenza a fine anno. Il famoso indotto, tra sponsor e marchendising, consentirebbe un bel malloppo. L'ingaggio è relativamente basso, quando non sfori il muro dei tre milioni dovresti essere soddisfatto a prescindere. E poi mettiamoci un'altra cifra, quella tecnica: contro l'Italia è stata un'(h)ondata continua: qualità e quantità, inserimenti e intelligenza tattica, partecipazione e furbizia. Insomma, sarebbe un affarone. Oggi, oppure il prossimo gennaio.

Ps Ogni anno, di questi tempi, aspetto con ansia un editoriale del Nostro, l'esperto tra gli esperti, l'irraggiungibile. Il sommo. Non è un editorialista di calcio, piuttosto un tuttologo che si occupa delle trasmissioni televisive. Uno che giudica in base alla simpatia ed alla antipatia nei riguardi di tizio o caio. Gli ascolti? Frega un tubo, viva l'Italia. E' tifoso del Toro, ma cambia spesso umori. Problemi suoi. Ogni anno lo aspetto con ansia: come il cacio sui maccheroni, come il grasso (toh) del maiale che dalle mie parti viene cucinato in modo delizioso. La famose frittole. E spero sempre di non essere protagonista positivo della sua spremuta quotidiana. Mi aspetto soprattutto l'elogio di chi è in basso alla classifica, maglia nera degli ascolti, ma che per chi scrive diventa maglia rosa. Sarebbe come se dicessi che il Siena ha vinto lo scudetto. E che il Milan è retrocesso in serie B. Mi porterebbero via, tempo dieci minuti. Ogni anno va sempre meglio, per favore nessuno gli tolga quella ribalta. Ora sono preoccupato: l'amico non ha utilizzato zucchero, ma un po' di veleno. Non ha fatto vincere lo scudetto al Siena, devo preoccuparmi?

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