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Pirlo e Conte protagonisti diversi della Juve di oggi con un futuro non chiaro

di Chiara Biondini
Fonte: di Andrea Losapio per TMWmagazine
di Andrea Losapio per TMWmagazine
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© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Uno dei due è di troppo, forse entrambi. Andrea Pirlo e Antonio Conte sono simboli diversi di questa Juventus, scudettata per due anni consecutivi e assolutamente favorita anche per la stagione in corso. Vero è che le dirette concorrenti si sono molto rinforzate, in particolare Roma (che però appare la gazzella delle corse podistiche, vedremo se sarà solo impressione) e Napoli, ma l'ampiezza della rosa bianconera dà la possibilità di giocare carte inaspettate. E, alle volte, di mandare in panchina chi a centrocampo muove i fili, detta la manovra. Spesso anche legge, con punizioni arcuate e aperture geniali. Due sono le immagini che in questo primo scorcio di annata vanno a stridere, spiegando anche quanto sia profonda una frattura che si trascina lentamente da maggio. La prima è la sostituzione operata dal tecnico durante il match contro il Chievo Verona, quando Pirlo decise di non rimanere in panchina per imboccare la strada per gli spogliatoi. La polemica non tardò ad arrivare, senza nessuna conseguenza per il comportamento ma con una previsione d'ammenda - a futura memoria - per chi non si sarebbe fermato in panchina dopo la sostituzione. Un provvedimento che ha la valenza del chiudere il recinto quando i buoi sono già scappati. La seconda istantanea d'inizio stagione è l'abbraccio del Santiago Bernabeu quando il tabellone luminoso ha sottolineato, in rosso, il numero di Pirlo.

Fuori il centrocampista bresciano, in un battere di mani a scena aperta, un vero tributo al talento, un omaggio alla carriera di chi non veniva quasi mai tolto dal centro del campo perché troppo importante, nei club come in nazionale. Com'è possibile che, nonostante questa dimostrazione di stima, un giocatore così venga messo in discussione? La carta d'identità è impietosa come lo scorrere del tempo, granelli di sabbia che, oltre i trent'anni, incominciano a pesare il triplo. Le trentacinque candeline che verranno spente il prossimo 19 maggio sono tutt'altro che un buon investimento, almeno per quel che pensa la Juventus, dopo il triennale firmato nell'estate del 2011, quando sembrava che la sua stella fosse già spenta. A confermarlo ci sono le parole di Giuseppe Marotta, che troppo spesso ha spiegato quali fossero le priorità, inserendo a ragion veduta più o meno tutta la rosa, tranne Pirlo. Perché, appunto, in quel ruolo Conte vorrebbe adattare Paul Pogba, facendolo crescere fino a diventare una sorta di Vieira più tecnico, con compiti di organizzazione e non solo di rottura. Nella futura Juventus, insomma, non c'è spazio per Pirlo. A meno che sia Conte a lasciare lo Juventus Stadium, ma sarebbe un colpo di scena che al momento non è così probabile. Non impossibile, però, perché un'eliminazione - che al momento non è da escludere - dalla Champions League ai gironi porterebbe un danno consistente alle casse juventine. E poi molto dipenderà da eventuali trofei raggiunti e da rassicurazioni tecniche per la prossima stagione. E se alla fine dovessero saltare entrambi?

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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