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Marcio Santos: fra gaffes e autoreti, sognando Sharon Stone

di Gaetano Mocciaro
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© foto di Federico De Luca

I mondiali del 1994 verranno ricordati per la vittoria del Brasile 24 anni dopo e sempre con la stessa avversaria: l'Italia. L'immagine collettiva della finalissima di Pasadena, che ebbe il suo epilogo ai calci di rigore, fu il rigore alle stelle di Roberto Baggio, che consegnò la coppa a Carlos Dunga e compagni. Un rigore che mise in secondo piano gli errori altrettanto decisivi di Franco Baresi e Daniele Massaro, annullando invece del tutto quello di Marcio Santos, che si fece parare il tiro da Gianluca Pagliuca. Campione del mondo anche lui, roccioso difensore brasiliano che fu protagonista di una buona rassegna iridata e segnò pure un gol, contro il Camerun, nel girone eliminatorio. L'Europa l'aveva già scoperto, infatti Marcio Santos all'epoca era già da un paio di stagioni un giocatore del Bordeaux, dove aveva fatto piuttosto bene.

La rassegna iridata fa alzare il costo del suo cartellino e fra le squadre interessate la spunta la Fiorentina, appena promossa in Serie A. Vittorio Cecchi Gori vuole recuperare il terreno perduto cercando di allestire una formazione in grado di raggiungere la zona Uefa. Ceduto Effenberg al Bayern, gli altri due posti per gli stranieri al fianco di Batistuta sono presi dal portoghese Rui Costa, preso dal Benfica e proprio da Marcio Santos, strappato ai girondini per 5 miliardi e mezzo di lire. Da buon amante del gentil sesso e venendo a sapere il mestiere di Cecchi Gori nasce una scommessa alla stipula del contratto: una cena con Sharon Stone al raggiungimento delle 7 reti in campionato. Il compito non è facile, visto che parliamo di un difensore centrale. A Firenze però c'era l'incoraggiante precedente di Daniel Passarella, che arrivò addirittura ad 11 gol. Certo, il caudillo si aiutò con 5 rigori mentre dagli undici metri il buon Marcio si distinse per un errore in una finale di mondiale, non proprio un gran biglietto da visita...

Si parte e di Santos nemmeno l'ombra di un gol. Ma per quelli ci pensa, per fortuna della Fiorentina, Batistuta. Il problema è che invece i gol subiti sono tanti, la viola è una delle peggiori difese del torneo. La stagione si trascina via deludente sia per il giocatore che per la squadra, che è lontana dal treno Uefa. Ad aprile e ancora a quota zero gol Marcio Santos decide di rompere il ghiaccio, peccato che lo fa nella porta sbagliata: si gioca a Bari e a un certo punto della partita il centrocampista dei pugliesi Pedone cerca con un lancio in profondità Tovalieri, Santos anticipa l'attaccante al limite dell'area con un colpo di testa che supera in pallonetto Toldo. Il giocatore si riscatterà la settimana successiva, al Franchi contro il Napoli: calcio d'angolo battuto da Rui Costa e il difensore svetta più in alto di tutti e segna. Sharon Stone è a soli 6 gol e ci sono ancora 7 partite da giocare. Invece Marcio Santos ritorna nella mediocrità, la Fiorentina incassa mediamente due reti a partita e può dire addio all'Europa. Alla terzultima giornata va in scena la partita contro il Torino e qui Marcio Santos fa e disfa nella vittoria 6-3: prima un autorete, poi un gol. 2 reti fatte, Sharon Stone è a 5 reti. Mancano due partite e le speranze sono ormai andate. Saranno due ko, cinque reti subite e prove incolori per il brasiliano, la cui stagione è piuttosto deludente. La Fiorentina chiude con la terzultima difesa della Serie A. Per la stagione successiva i viola preferiscono puntare sui neo-acquisti Lorenzo Amoruso e Pasquale Padalino, Marcio Santos nonostante tutto ha estimatori di un certo livello e infatti passa all'Ajax campione d'Europa in carica. Giocherà poco in due stagioni, raccogliendo pure troppo. Dopo l'esperienza olandese farà ritorno in patria, con un paio di puntate in Cina e Bolivia, prima di appendere le scarpe al chiodo nel 2006 con un palmares di tutto rispetto ma probabilmente senza poter più vedere un film di Sharon Stone, onde evitare brutti ricordi in maglia viola...

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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