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Kluivert, l'olandese non volante

di Gaetano Mocciaro
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© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Fosse arrivato in un momento diverso la sua carriera avrebbe preso una piega diversa. Ma non abbiamo la controprova, così non ci rimane che catalogare Patrick Kluivert come una delle meteore e bidoni del calcio italiano. Incredibile, considerando quello che aveva fatto prima e che avrebbe fatto dopo. Siamo nell'estate del 1997 e il Milan dopo anni di vittorie e soddisfazioni viene da una stagione dove si sbaglia tutto quello che c'è da sbagliare. Via Tabarez, arriva Sacchi e alla prima partita arriva l'incredibile eliminazione in Champions ai danni del Rosenborg. In campionato si chiude all'11° posto, Franco Baresi a fine stagione lascia e se ne va anche Roberto Baggio, che troverà maggior gloria a Bologna.

Si decide di rifondare e il primo colpo, già prenotato da un anno è un ragazzo di 21 anni appena compiuti che due anni prima aveva fatto piangere i rossoneri, segnando in finale la rete con la quale l'Ajax piegò il Milan in Champions League. Il Milan riuscì ad assicurarselo a parametro zero ma l'Ajax fece sì che nell'affare che portò l'attaccante in Italia rientrasse anche Winston Bogarde, per la gioia dei lancieri che si tolsero in questo caso un bel peso.

Il tandem d'attacco con George Weah promette scintille e il precampionato fa sognare, visto che proprio Kluivert va in gol nel trofeo Berlusconi, contribuendo al 3-1 alla Juventus. Ma quando si fa sul serio l'olandese esce di scena. O, meglio, si rende protagonista di prestazioni totalmente inguardabili. Lento, impacciato, fa quasi tenerezza vederlo sul rettangolo verde di gioco. Ma è giovane, straniero e deve ambientarsi, si sa. Capello continua a dargli fiducia come lo stesso Galliani giura sulle qualità dell'olandese. D'altronde i numeri all'Ajax parlavano chiaro. Lo stesso giocatore si mostra sicuro di sé nelle sue dichiarazioni, quasi eleggendosi a salvatore della Patria, colui che arrivava al Milan nel suo punto più basso e che l'avrebbe ricondotto agli splendori che merita. Alla terza giornata, comunque, Kluivert va in gol, se pur grazie a un rimpallo fortunoso che carambola sul suo corpo, infine in rete. La rete arriva contro l'Udinese, ma non basterà perché il suo connazionale Bogarde, quello del "pacchetto completo" del trasferimento, farà un errore clamoroso che porterà i friulani a vincere la partita.

Passano le giornate, il Milan va sempre peggio e Kluivert sempre più imbarazzante. Nonostante ciò, il posto da titolare rimane suo, d'altronde, come disse Galliani: "Non può aver smarrito tutte quelle qualità che gli riconoscevamo". Dopo 10 giornate il Nostro è ancora a una rete, per giunta fortuita.

Certo, come un macigno pesa sulle spalle del ragazzo l'accusa di stupro ricevuta da una ragazza olandese, che spiattella tutto in un settimanale. Il rischio è di quelli seri: 12 anni di reclusione. La situazione verrà poi insabbiata in qualche modo non senza polemiche da parte soprattutto della stampa olandese.

Tornando al campo a ottobre segna un gol decisivo contro la Sampdoria in Coppa Italia. Una rete che vale il 3-2 dopo che i rossoneri erano sotto di due reti con l'olandese protagonista di una serie di errori fantozziani sotto porta. I giornali dell'epoca avevano pronto l'ennesimo 4 (arrotondato per eccesso) in pagella, diventato 6 solamente per l'importanza di quella rete. Ma a volte basta un colpo simile per svoltare. In campionato Kluivert torna al gol all'11° turno Kluivert torna al gol, segnando a porta vuota il 2-0 contro il Bari. Si ripete la settimana dopo con una bella incornata vincente contro l'Atalanta. Sembra davvero di rivedere l'attaccante che tutti si aspettano, invece l'olandese torna in letargo. Segnale che il Milan non è soddisfatto è l'acquisto in gennaio di Pippo Maniero a rimpolpare un attacco che non segna quasi mai. Un paio di sussulti di Kluivert a Vicenza, quando segna una doppietta a febbraio e in Coppa Italia a marzo col Parma, quando altre due reti, di cui una al 90' portano il Milan in finale. Quando nell'arco di due partite Capello lo toglie alla fine del primo tempo si capisce che la pazienza del tecnico è esaurita. E infatti il finale di stagione vede l'attaccante accomodarsi in panchina.

Il bilancio finale è impietoso: il Milan chiude decimo e fallisce per il secondo anno consecutivo l'accesso in Europa. Kluivert segna appena 9 reti tra campionato e Coppa Italia e soprattutto sono più le prestazioni imbarazzanti che convincenti. I rossoneri a fine anno preparano un altro ribaltone, chiamando in panchina Alberto Zaccheroni e cambiando molti giocatori. Kluivert inizialmente rimane confermato, anche se con l'arrivo di Oliver Bierhoff "Zac" ha già il suo ariete per il 3-4-3 che ha in mente. Il giocatore pertanto spinge per la cessione e viene accontentato. Il Barcellona paga 30 miliardi di lire, si porta in Catalogna quello che a Milano ormai era un peso e porta nelle casse del club di via Turati una plusvalenza non indifferente. Kluivert in Spagna tornerà a segnare con regolarità, riabbracciando tra l'altro il suo mentore Louis van Gaal. Farà un buon mondiale nel 1998 e un europeo giocato proprio in Olanda dove vincerà il titolo di capocannoniere. Il Milan d'altro canto torna ad essere una squadra vincente e col nuovo corso torna a vincere lo Scudetto, trovando centravanti veri prima come Bierhoff e l'anno dopo come Shevchenko, che al contrario di Kluivert al primo anno in Italia riuscì a segnare 24 reti...

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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