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Fiorentina, Bucchioni: "Diego infuriato on Ljajic, media Cognigni mentre Julio..."

di Redazione TMW.
Fonte: Enzo Bucchioni
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© foto di Federico De Luca

Diego Della Valle ha lasciato da anni, come sappiamo, la gestione della Fiorentina al fratello Andrea e più volte l'ha elogiato pubblicamente per come ha saputo ricostruire la società e la squadra dopo un periodo difficile. Non si occupa più direttamente della gestione , ma segue tutto, anche da lontano, con grande passione ed entusiasmo crescenti. Vorrebbe riformare il calcio, ha grandi idee, ma questo è un altro discorso.
Nei momenti difficili, di svolta, è comunque sempre presente come imprenditore e come tifoso. Non a caso è tornato allo stadio per l'arrivo di Pepito Rossi. Presto conoscerà Gomez e gli altri nuovi, è soddisfatto della campagna acquisti, "abbiamo proprio una grande squadra" ha commentato con amici, ma la vicenda Ljajic l'ha indispettito moltissimo. E chi conosce bene Diego sa cosa significhi il suo nervosismo.
E' deluso dall'atteggiamento del Milan, del procuratore e soprattutto da Ljajic al quale aveva fatto personalmente i complimenti in primavera dicendo anche pubblicamente che "questo ragazzo diventerà più forte di Jovetic". Lo vorrebbe tenere a Firenze, ma non gradisce scendere a patti con nessuno e neppure farsi ricattare. L'imput è partito. Forte. Deciso. Come solo Diego sa fare e in piena sintonia con le idee di Andrea che avevamo già anticipato una settimana fa.
Ebbene Diego ha dato un ultimatum a Ljajic: o firma o va in tribuna per tutta la stagione. Di trasferimento al Milan non se ne parla, per nessuna cifra. Ma non vuole darla vinta a nessuno, è anche ben conscio che l'anno prossimo il giocatore si libererà a parametro zero, ma non gliene importa, Diego ha infatti aggiunto: veniamo a perdere dei milioni dal bilancio? Bene, li metto io, ma Ljajic dovrà vedersi le partite dalla tribuna.
Insomma, linea dura su tutto il fronte per un comportamento che non piace, ma anche per dare un esempio a tutto il mondo del calcio che non vuole modificare certe normative troppo sbilanciate a favore dei giocatori. Non è possibile che una società vada in Serbia, compri un ragazzo di 17 anni a sette milioni di euro, lo faccia crescere come giocatore e come persona, lo faccia giocare in serie A e gli metta disposizione un team di lavoro che lo accresce, lo protegge anche in momenti difficili (dopo il caso Delio Rossi poteva finire la carriera di Ljajic, nessuno lo voleva), e poi lo trova a trattare con un'altra società per poche centinaia di euro in più sul contratto. La linea dura dovrà essere un esempio per tutti, nessuno pensi di offrirsi ad altre società e poi di giocare tranquillamente come è successo con Montolivo. Quello è stato un caso irripetibile.
Anche il presidente operativo Mario Cognigni già da molto tempo con il presidente onorario Andrea Della Valle aveva tracciato una road map della vicenda stabilendo tre opzioni come avevamo anticipato da tempo:
1) Il giocatore firma il rinnovo quinquennale a salire partendo da 1,5 milioni più bonus con clausola rescissoria da venti milioni
2) Il giocatore non rinnova e allora sarà ceduto all'estero e non al Milan
3) Il giocatore non rinnova e non accetta la cessione all'estero? Allora va in tribuna.
Cognigni, però, in tutte queste vicende economiche, è il grande tessitore e quasi sempre riesce a trovare una soluzione valida per tutti come è successo di recente con il caso Jovetic. Da tempo Cognigni lavora con Ramadani per mettere a punto tutto il nuovo contratto, con la famiglia e il rappresentante legale, farà più o meno lo stesso. Il tempo non manca per trovare un accordo, del resto il giocatore ha appena 21 anni, resta volentieri alla Fiorentina, si tratta di trovare una soluzione ragionevole e di non farsi irretire dalle solite sirene rossonere.
Il Milan non ha soldi per comprare Ljajic, questo è chiaro. Anche gli otto milioni, se Galliani non vende, in questo momento in cassa non ci sono. Come è successo con Montolivo, il Milan ha promesso al giocatore un mega ingaggio se porterà il cartellino l'anno prossimo. Si parla di 4 milioni. Due e mezzo da subito. E' questo che ha fatto vacillare e pensare. E' questo che ha irrigidito la Fiorentina, il fatto che una società possa inserirsi con offerte superiori mentre sta trattando un rinnovo. Per questo il Milan non avrà mai più Ljajic.
Il di Diego ha dato maggior forza a Cognigni nella linea dura, ma come detto, spera anche di fare di più, di andare oltre per far rimanere ancora a lungo il ragazzo a Firenze perché sul suo valore nessuno dissente. Montella in testa.
Questa vicenda, comunque, non ha distratto il clan viola né dal mercato, né dalla preparazione della squadra. Come detto da tempo, il mercato in entrata è chiuso. La squadra è fatta, ha soluzioni in tutti i reparti. Ci sono invece diversi giocatori da vendere (Vargas, Cassani, Olivera etc) con i quali poter andare a chiudere con il Qpr per Julio Cesar.
L'accordo con la società inglese c'è già, il giocatore tiene aperto il dialogo, entro questa settimana arriverà l'ultima parola. Julio Cesar ha capito che giocare in Italia, fare l'Europa League può costituire qualcosa di importante in vista dei mondiali brasiliani e della sua tensione agonistica e atletica.
Qualche euro in meno non sposta un conto in banca 'sontuoso', mentre la Fiorentina può allungargli la carriera. Se non arriverà un portiere di grande carisma, resteranno Neto e Munua, niente Agazzi, Sorrentino e compagnia.

Enzo Bucchioni

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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