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ESCLUSIVA TMW - Tufano: "Contatti con alcuni club, ma ringrazio l'Isola Liri"

di Stefano Sica
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E' stato capitano e tra i leader indiscussi dell'Isola Liri nell'ultima stagione. Un campionato disputato sui livelli che gli sono consueti e che hanno fatto ricordare le sue gesta di un passato neanche troppo lontano a Benevento e Avellino. Chiusa l'avventura in terra laziale, per Marco Tufano (29) potrebbe aprirsi a breve un nuovo, appassionante, capitolo della sua carriera. Diversi i colloqui con club di D, qualcuno anche in fase di valutazione. "Qualche settimana fa il mio approdo a Battipaglia sembrava fatto - rivela l'esterno napoletano -. Poi questo matrimonio è sfumato. Ho avuto anche un contatto col Terracina tramite Sasà Buonomo che gestisce i miei interessi".

Il torneo disputato con l'Isola Liri rappresenta comunque un biglietto da visita importante per quelli che ti vogliono.
"Ho fatto cinque gol in 32 presenze e devo dire che è stata un'annata soddisfacente. Sicuramente una delle mie migliori in carriera. All'inizio c'era qualche difficoltà societaria poi superata con l'arrivo di personaggi di Isola Liri e del presidente Luca Bianchi. Sono stati mantenuti tutti gli impegni e questo è stato un loro merito indiscutibile".

Sei arrivato con un tuo storico mentore, Renato Cioffi.
"E mi sono trovato benissimo con lui ancora una volta. Così come con Grossi successivamente. Con Cioffi abbiamo fatto il 4-4-2 e ho giocato da esterno offensivo a sinistra, la mia posizione congeniale. Grossi invece mi ha utilizzato da interno a sinistra nel centrocampo a tre. Una novità assoluta che mi ha fatto scoprire anche un'adattabilità a quel ruolo. E per questo devo ringraziarlo. In quella posizione sono andato anche in gol. Ora so che posso disimpegnarmi tranquillamente anche a centrocampo, magari con facoltà di inserimento".

Tu sei certamente uno di quelli penalizzati dalla regola sul minutaggio.
"Il mio parere a tal proposito non può che essere negativo. Ne ha perso la qualità dei campionati, si sa che quando un giovane è bravo giocherebbe comunque. Io ho fatto nove campionati tra C1 e C2 e non fu un caso che, proprio contemporaneamente all'adozione di questa normativa, io sia rimasto fermo per cinque mesi. Avvenne quando lasciai Pagani. Quindi arrivai a Caserta: un'esperienza indimenticabile. Lì i tifosi sono magnifici, vivono la squadra di calcio sulla loro pelle e sanno trasmetterti emozioni uniche. Sento parlare di un ritorno della Casertana tra i professionisti. Io me lo auguro fortemente perché questa città lo merita, ha sofferto troppo finora".

Ma l'aneddoto più gustoso della tua carriera qual è?
"E' legato alla mia prima esperienza ad Avellino. Era il 2006 e l'anno precedente ero stato a Latina, prima che il club fallisse. L'Avellino era appena retrocesso dalla B e aveva in rosa giocatori importanti. Io firmai un biennale e andai in ritiro a Gubbio. Dopo un paio di settimane mister Galderisi mi prese in disparte e parlammo a lungo. Disse che gli piacevo tanto e che avrebbe puntato su di me. E così fu, infatti giocai quasi sempre. Galderisi era un allenatore che metteva in campo chi meritava, a prescindere dal nome. Di quel campionato ricordo il gol del 2-0 casalingo al Teramo dopo il vantaggio su rigore di Biancolino. Presi palla dalla nostra area di rigore e arrivai di prepotenza in porta con una lunga cavalcata. Segnai sotto la Curva Sud, una soddisfazione doppia. Ancora oggi alcuni amici ad Avellino mi ricordano quel momento. Quell'anno vincemmo il campionato anche se non partecipai ai play-off perché mi infortunai un mese prima in casa col San Marino. Nel 2007 andai a Benevento e, al termine di quella stagione, risalimmo dalla C2 alla C1. Insomma, sono stati due anni fantastici a livello personale".

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