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DJ Ruslan Nigmatullin, re delle dance charts un tempo campione tra i pali. Tranne che in Italia

di Gaetano Mocciaro
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

"Moscow never sleeps" è il motto della vita nella capitale russa ai giorni nostri: cosmopolita, frenetica, centro economico del Paese di giorno e tempio del divertimento la notte. I tempi dell'Unione Sovietica sono lontani anni luce, i locali brulicano di gente al ritmo di musica fino all'alba. Spesso, sempre più spesso, capita di trovare dietro la consolle dei locali più cool della capitale un personaggio che fino a qualche anno fa faceva tutt'altro e che è stato anche dalle nostre parti: DJ Ruslan Nigmatullin, al secolo semplicemente Ruslan Nigmatullin.

La sua storia è incredibile. Nato a Kazan, Repubblica del Tatarstan nel 1974, Nigmatullin da giovane è considerato un predestinato del calcio: gioca in porta e molti in lui vedono un nuovo esponente della prestigiosa scuola russa di portieri, tanto da portare a scomodare persino la leggenda Jascin. Gioca nello Spartak Mosca e vince due titoli, passa alla Lokomotiv e si aggiudica due coppe di Russia e arriva fino alle semifinali di Coppa delle Coppe per due anni consecutivi. In una di queste, nel 1999, trova come avversaria la Lazio. Non passa inosservato, e non solo per il fatto che anche ad aprile indossi pantaloni della tuta durante la partita. La sua agilità e i suoi riflessi colpiscono proprio i dirigenti laziali, che ci fanno un pensierino in prospettiva futura. L'affare non si concretizzerà, ma intanto le prestazioni del buon Ruslan sono di altissimo livello: è considerato all'unanimità il miglior portiere degli ultimi 20 anni ed è indicativo il premio di calciatore russo vinto nel 2001, dove è il primo e finora unico estremo difensore ad essere riuscito nell'impresa.

La Serie A non si è dimenticata di lui, così come lo tengono d'occhio nel resto d'Europa. Si fa spazio da noi l'ambizioso Verona di Alberto Malesani, che tra le sue fila ha giocatori interessanti quali Massimo Oddo, Mauro German Camoranesi, Adrian Mutu, Alberto Gilardino. La squadra lotta per un posto in Europa e punta a puntellare la squadra a gennaio per raggiungere lo scopo: il ds dell'epoca Rino Foschi pensa proprio a un portiere e si reca in Russia cercando di strappare alla concorrenza Nigmatullin, il cui contratto è scaduto e vince una folta concorrenza pronta a prendere a parametro zero il giocatore. Sottoscrive un quadriennale a 900 mila euro a stagione ed è considerato un colpo importante anche per una plusvalenza futura. Gli applausi degli addetti ai lavori sono inevitabili. Peccato che Foschi non abbia fatto i conti né con Malesani né con Fabrizio Ferron. Quest'ultimo è il portiere titolare degli scaligeri e nonostante le 36 primavere si tiene stretto il posto, anche grazie alle preferenze del tecnico.

L'occasione per Nigmatullin capita un pomeriggio di febbraio: al Bentegodi va in scena Verona-Inter e Ferron scontrandosi con Dainelli è costretto dopo 19 minuti ad abbandonare la partita. È la volta del russo, che però si trova letteralmente bombardato dagli attacchi dei nerazzurri, in stato di grazia: segna Cristiano Zanetti, poi due volte Vieri. Nigmatullin non può nulla, anzi, evita un passivo tennistico e rimedia voti alti su tutti i giornali.
Dalla settimana successiva Malesani ripropone Ferron e Nigmatullin rimane incredibilmente tutto il resto della stagione in panchina, assistendo incredulo al crollo verticale dell'Hellas, che perdendo partita su partita piomba in Serie B.

Con la squadra in cadetteria e un ingaggio pesante Nigmatullin viene mandato in prestito al CSKA Mosca, il tempo di fare una decina di presenze per poi tornare in Veneto ed esser prestato alla Salernitana. È di nuovo mercato di riparazione e il giocatore, sebbene sia un lusso per la categoria nulla può in una squadra praticamente condannata alla retrocessione. Sarà retrocessione in C1 e il Verona lo rispedisce in Russia di nuovo. Torna alla Lokomotiv ma ormai Nigmatullin ha preso la parabola discendente e si ritira, una prima volta, nel 2005 a soli 31 anni. Cambia idea e 3 anni dopo ci riprova, senza fortuna: passa di squadra in squadra, gioca anche nell'Anzhi, quello sfigato pre-Kerimov, però. Chiude la carriera in Palestina, nel Maccabi Abi Nazareth, prima di appendere i guantoni al chiodo, stavolta per davvero, nel 2009.

Torna in patria e diventa telecronista sportivo. Nel frattempo si avvicina alla musica, inizia a dilettarsi mixando qualche disco, giochicchia con la console. Ci prende gusto, vede che riesce anche bene, tanto che il suo hobby inizia a prendere piede sempre più. E Ruslan Nigmatullin diventa DJ Ruslan Nigmatullin, affermato disc jockey a livello nazionale tanto da girare come e più di prima il paese e non solo: negli ultimi anni ha preso parte a 120 concerti, anche nei locali più importanti di Mosca. Non contento si è cimentato a comporre proprie opere, una delle quali, "Symphony", in Russia è stata per sei mesi nelle prime posizioni delle dance charts.

È il calcio? Non abbandonato del tutto: continua a essere apprezzato commentatore e ha aperto una scuola di portieri, dove tra gli allievi ci sono i suoi due figli Ruslan Jr e Marcel.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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