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Dieci anni dopo la Grecia è sempre la stessa, ma ha un Mitroglou in più

di Tommaso Maschio
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

La Grecia strappa il biglietto per il suo terzo mondiale al termine di un doppio confronto senza storia contro una Romania che si è dimostrata poca cosa. Nonostante siano passati quasi 10 anni dal sorprendente trionfo della Grecia di Otto Rehhagel nell'Europeo portoghese e appena due siano i superstiti di quella spedizione - i centrocampisti Kastouranis e Karagounis - la squadra di Fernando Santos deve molto a quella storia squadra che scrisse una pagina probabilmente irripetibile nella storia del calcio ellenico.

Da allora sono cambiati gli uomini e il modulo - dal 4-5-1 al 4-3-3 -, ma non l'atteggiamento in campo e la solidità difensiva. La squadra di Santos dopo aver subito appena quattro reti nelle 10 gare del girone di qualificazione infatti ha dimostrato di saper tenere a bada gli attaccanti avversari anche nel doppio incontro con la Romania. Sui palloni alti i centrali Siovas e Papasthatopoulos hanno letteralmente dominato dimostrandosi reattivi anche sulle imbucate tentate dalla batteria di trequartisti schierata da Piturca per cercare una difficile rimonta. I due esterni hanno difeso con ordine e spinto con continuità, sopratutto Holebas a sinistra, approfittando del lavoro in mediana di due giocatori come Tziolis e Manaitis poco appariscenti, ma solidi e sempre pronti nei raddoppi difensivi e a scalare a protezione delle fasce laterali lasciando in questo modo libero Karagounis, o Katsouranis, di poter pensare principalmente a costruire l'azione offensiva senza sprecare troppe energie a inseguire gli avversari. Nel meccanismo di Fernando Santos anche le tre punte rivestono un'importanza fondamentale con i due esterni - solitamente Samaras e Salpingidis - che all'occorrenza rincorrono i terzini avversari fino al limite della propria area di rigore. Una squadra solida e un gruppo unito che somiglia per molti versi a quello di 10 anni fa, ma che ha un'arma in più da sfruttare.

Se infatti nel 2004 il centravanti era quel Angelos Charisteas che mai in stagione era andato in doppia cifra nella classifica dei marcatori - il suo massimo furono i 9 gol segnati in 31 partite con la maglia del Werder Brema - adesso la Grecia può contare su un centravanti di razza come Kostas Mitroglou dell'Olympiacos autore di 20 reti in 42 gare lo scorso anno e di ben 17 in 15 partite nella stagione in corso. Numeri che hanno accesso i riflettori sul centravanti classe '88 ora vero e proprio uomo mercato con tre grandi come Roma, Lazio e Inter intenzionate a portarlo in Italia in un futuro prossimo dopo che il Sassuolo nell'ultimo mercato dovette rinunciare per le eccessive pretese economiche, 5 milioni di euro, del club greco. Se Mitroglou manterrà questi ritmi fino alla prossima estate allora la Grecia può sognare concretamente anche quel superamento del primo turno che nei due precedenti mondiali non è riuscito alle squadre allenate da due monumenti come Alketas Panagoulias e Otto Rehhagel.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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