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Abel Xavier: esponente del genere tamarro, due volte meteora

di Gaetano Mocciaro
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Essere meteora nel calcio del turn-over e del dopo Bosman non è così difficile. Esserlo due volte inizia ad essere più arduo. Abel Xavier è riuscito nell'impresa. Nato in Mozambico nel 1972, Abel Luís da Silva Costa Xavier cresce in Portogallo e fa il suo esordio da professionista con la maglia dell'Estrela Amadora. Si disimpegna piuttosto bene come centrocampista e segna anche qualche gol, tanto da essere acquistato dal club più prestigioso del Portogallo, ossia il Benfica. Le sue buone prestazioni si distinguono per grinta e buona visione di gioco. In Italia si fa notare quando in una sfida di Coppa delle Coppe i lusitani affrontano il Parma. I ducali rimangono colpiti dal giocatore e decidono di portarlo in Emilia nell'estate successiva, siamo nel 1994. L'affare sarebbe praticamente concluso, con lo stesso Xavier che si lascia andare in alcune interviste con parole da neo parmense. I ducali offrono al Benfica Freddy Rincon (altra meteora del calcio italiano) che all'epoca gioca nel Palmeiras, società controllata dalla Parmalat (quindi Tanzi, quindi Parma). L'affare che sembrava in dirittura d'arrivo salta: Xavier resta al Benfica e Rincon va al Napoli.

Il passaggio in Italia è solo rinviato di un anno, ma la destinazione non sarà Parma. Nell'ultimo giorno di mercato disponibile (quando le trattative duravano fino a metà luglio) il Bari sferra il colpo e con 500 milioni di lire prende il giocatore in prestito con diritto di riscatto. È un Bari ambizioso, quello dell'estate 1995, basti pensare all'arrivo dello svedese Kenneth Andersson, protagonista l'estate prima del terzo posto della sua Svezia ai mondiali.

Su Abel Xavier sono riposte molte speranze, che naufragano dopo poche domeniche. Il giocatore dimostra grande lentezza e il mancato adattamento è evidente. Il Bari che solo un anno prima era rivelazione della Serie A è protagonista di una stagione difficile sin da subito e non può permettersi di aspettare Xavier. Già a novembre corre ai ripari prendendo il sostanzioso Ingesson, quasi come voler ammettere subito di aver preso un abbaglio col portoghese. Infatti a fine stagione le presenze saranno appena 8, tra l'altro impalpabili. Il Bari retrocede e Xavier saluta senza il minimo rimpianto.

Il giocatore si ricicla in Spagna, nel modesto Oviedo, per poi passare prima nel prestigioso PSV e poi all'Everton. La nazionale portoghese lo tiene in considerazione, lui nel frattempo è diventato difensore e pure biondo, che con la sua carnagione scura ci azzecca come i cavoli a merenda. Si fa notare all'Europeo del 2000 quando in semifinale per un nettissimo fallo di mano regala il rigore del golden gol alla Francia. Proprio a causa di ciò scaturiranno polemiche incredibili che vedranno protagonista lo stesso Xavier. Nonostante l'evidenza dei fatti (il mani era palese) il giocatore protesterà tanto da farsi espellere, per poi strattonare l'arbitro. La pena è 9 mesi di squalifica da scontare nelle competizioni Uefa. La Lazio di Cragnotti, che era molto vicina ad acquistare il giocatore, decise così di tirarsi indietro.

Ma come avvenuto già qualche anno prima col Parma, anche il mancato passaggio alla Lazio sarà solo un appuntamento rimandato con la Serie A. Stavolta ci sarà da aspettare quattro anni e mezzo, nei quali Abel Xavier ha tempo di giocare in paesi diversi, come Turchia e Germania. Nel gennaio del 2005 la Roma, che in difesa fa acqua da tutte le parti ha bisogno di rinforzi. E pensa proprio ad Abel Xavier, che arriva a costo zero con un contratto di sei mesi a gettone. Rispetto a Bari si nota subito la differenza di look, non certo da timido: capelli elettrici alla Don King, per intenderci, per giunta ossigenati. A chi gli chiede se la modalità del contratto è una sorta di provino Abel Xavier risponde sicuro: "I provini li facevo a 8 anni". Nonostante la Roma viva una delle peggiori stagioni della sua storia i tecnici che si avvicendano fanno di tutto pur di non mettere in campo Xavier, il quale riesce a mettere piede sul rettangolo verde solo in tre occasioni, non passando inosservato soltanto per l'aspetto da vero tamarro e per la lentezza esagerata. Senza pensarci due volte la Roma non gli rinnova il contratto e pone definitivamente la parola fine all'avventura italiana del giocatore, ancora una volta anonima e fallimentare.

Ci sarà pure di peggio per il povero Abel Xavier, che a Middlesbrough, in una delle sue ultime tappe, viene accusato di uso di steroidi e squalificato per 18 mesi (pena poi ridotta a 12). La sua carriera finirà negli Stati Uniti, nei Los Angeles Galaxy prima di appendere le scarpe al chiodo nel 2009. Le ultime lo hanno visto balzare all'onore delle cronache per la conversione all'Islam e il cambio di nome in Faisal Xavier. L'inizio di una nuova vita che ha comunque una costante con il passato: le capigliature imbarazzanti. Non ci credete o non vi ricordate? Scrivete il suo nome su Google e cliccate su "Immagini"...

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