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Tuta, il sosia di Aristoteles che segnò nella partita sbagliata

di Gaetano Mocciaro
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© foto di Andrea Pasquinucci

Nel 1998 il Venezia dopo 30 anni riconquista la Serie A. La squadra allenata da Walter Alfredo Novellino per l'occasione attinge al mercato cercando di allestire una rosa all'altezza del massimo campionato: arrivano Pippo Maniero e Massimo Taibi dal Milan, Daniele Carnasciali dal Bologna, Ivone De Franceschi dal Padova, Fabian Valtolina dal Piacenza e anche il misterioso nigeriano Kenneth Zeigbo, preso dal Legia Varsavia. L'inizio è difficile: dopo cinque partite la squadra non segna nemmeno un gol. La prima rete alla sesta giornata, firmata Stefan Schwoch, vale il pareggio contro l'Udinese al Friuli; poi si torna a fare scena muta dalla domenica seguente in casa contro il Bologna.

Appare evidente che non si possa andare avanti così se ci si vuole salvare e il direttore generale dell'epoca Beppe Marotta pesca in Brasile un centravanti grande e grosso, che assomiglia fortemente a un personaggio di un film: il calciatore in questione è Moacir Bastos, detto Tuta. E a prima vista ci si rende conto di vedere la reincarnazione di Aristoteles della mitica Longobarda del film "L'allenatore nel pallone". Stessi lineamenti, e alla lunga, stessa saudade, dovuta anche al non essersi integrato nello spogliatoio. Il giocatore arriva a fine ottobre, con la squadra che nel frattempo ha fatto un secondo gol, inutile, in un ko 1-4 con la Fiorentina, marcatore Schwoch. Tuta fa il suo esordio in coppa Italia contro la Juventus e subito va in gol sfruttando la sua specialità: il colpo di testa. Passano quattro giorni e arriva il battesimo in campionato: in scena Venezia-Lazio e Tuta dopo cinque minuti la mette dentro con un bel sinistro al volo. La strada per la prima vittoria in A è spianata, Pedone chiuderà la pratica e i tifosi veneziani si sfregano le mani per avere trovato finalmente il centravanti che ci voleva. È solo un fuoco di paglia, perché da quel momento il giocatore si incupisce nell'inverno veneto. Il ragazzo sta sempre sulle sue, gli unici legami che ha sono con l'altro brasiliano Fabio Bilica, anch'esso neo acquisto. Parla poco la lingua e sembra quasi non sforzarsi troppo. Il Venezia nel frattempo continua a segnare col contagocce anche col brasiliano in campo, che non sembra mantenere le promesse iniziali.

La squadra sembra spacciata e a gennaio si fa prestare Alvaro Recoba. È la mossa della salvezza per i lagunari e si vedrà alla fine. Anche se la pietra tombale per la sua parentesi in Italia non sarà tanto l'arrivo del "Chino" quanto, ironia del destino, un suo gol: è il 24 gennaio e il Venezia gioca col Bari. Entrambe sono in una posizione di classifica delicata, Maniero porta in vantaggio i lagunari dopo 8 minuti, poi De Ascentis pareggia al 3' della ripresa. Da quel momento si addormenta, le squadre si trascinano lentamente verso un pareggio che in quel momento andrebbe bene a entrambe. Novellino a 12' dalla fine inserisce Tuta al posto proprio di Recoba e il brasiliano è l'unico che si danna come un leone, fino a quando al 90' dagli sviluppi di un calcio di punizione non trova l'incornata vincente che trova prima il palo e poi si insacca. Nonostante la nebbia copra un po' di visibilità salta all'occhio come, per quanto decisivo sia stato il gol, l'unico ad esultare sia proprio Tuta, poi festeggiato dal solo Bilica. Il resto della squadra è fermo, congelato, qualcuno addirittura si mette le mani in testa, qualche altro batte un poco convinto "cinque" All'attaccante. Al triplice fischio si scatena l'inferno, il barese De Rosa al momento di entrare negli spogliatoi gli dà un buffetto polemico e gli rivolge parole non certo benevole, poi è la volta di Spinesi a inveire e spintonare il brasiliano. I sospetti di combine sono fortissimi, si dice che dentro gli spogliatoi sia successo di tutto. Alla fine Tuta, che inizialmente aveva dichiarato: "Maniero mi ha detto che non dovevo segnare perché era meglio che la partita finisse 1-1" salvo poi ritrattare e far archiviare il caso.

Venezia-Bari finirà in una bolla di sapone, Tuta finirà relegato in panchina fino a fine stagione, entrando sporadicamente a partita in corso. Giocherà solo altre 2 partite dal 1' e segnerà un gol, inutile, a San Siro contro il Milan. A fine stagione saranno 3 reti in 18 partite, il Venezia si salva e si libererà a cuor leggero dell'attaccante che inizierà un giro del Brasile, con un paio di puntatine in Corea del Sud. Lo ritroveremo alla ribalta delle cronache in questo aprile per un episodio non certo edificante: arrestato nel centro di allenamento della sua squadra per non aver pagato gli alimenti all'ex moglie.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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