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TMWmagazine - Brugman: sulle orme di Kakà

di Chiara Biondini
Fonte: TMWmagazine
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© foto di Daniele Andronico

Nella seconda metà dell'800 Phileas Fogg, personaggio nato dalla fantasia del grande Jules Verne ci mise 80 giorni per compiere il giro del mondo. Gastón Brugman, nuovo talento salito agli onori della cronaca con la maglia dell'Empoli, in tre anni circa è riuscito in un'impresa altrettanto titanica: sfondare nel mondo del calcio italiano. Dalla piccola Rosario in Uruguay, alla Serie B con la casacca del club toscano, passando per la "celeste", questo trequartista dai colpi d'alta classe è già uno dei più ricercati dalle società di Serie A. Direttamente dal prato del "Castellani" ecco il racconto di una grande promessa. Gastón iniziamo dai primi calci al pallone.

Dove, quando e per merito di chi? "La prima palla mi è stata regalata da mio padre che mi è stato molto vicino anche quando sono entrato a far parte della mia prima squadra, l'Estudiantes di Rosario, mia città Natale, quando avevo solo quattro anni".

Da Rosario sei poi approdato a Montevideo per giocare nel Peñarol. "Quando mi hanno comunicato che avrei giocato con la maglia del club più grande e importante dell'Uruguay ho provato subito una sensazione di orgoglio. E' stato davvero bello".

Altro step e questa volta c'è arrivo in Italia. Ti ricordi in che occasione l'Empoli si è fatto avanti con te? "Ero appena tornato a casa dopo aver preso parte al campionato sudamericano Under15 con la maglia dell'Uruguay nel 2007 quando mi padre è venuto da me e mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto giocare in Europa. Io, ovviamente, ho risposto subito di sì e lui mi ha detto che c'era l'opportunità di approdare all'Empoli, in Italia. Rimasi molto sorpreso della proposta che mi era arrivata a soli 15 anni. Sapevo che non sarebbe stato semplice, soprattutto arrivando dal Sudamerica. Assieme a tutta la mia famiglia, però, abbiamo deciso di accettare e adesso sono felice di aver scelto l'Italia".

Nel giro di pochi anni sei saltato da una cittadina come Rosario all'Italia, passando per Montevideo una metropoli da oltre un milione di abitanti. "La mia vita è cambiata molto in breve tempo. Il primo anno al Peñarol, ad esempio, facevo avanti e indietro da Rosario prima di trasferirmi definitivamente nella capitale e questo mi ha fatto maturare tanto".

Sarà per questo, per la tua maturità, che il presidente dell'Empoli Fabrizio Corsi ti ha paragonato a Vincenzo Montella. Ha detto che hai la stessa tranquillità in campo che aveva l'attuale allenatore del Catania. "I paragoni con i grandi giocatori sono sempre belli, ma per me sono solo parole. Il valore lo si dimostra sul campo e devo farlo. Ancora non ho sviluppato tutte quelle che sono le mie potenzialità".

Continuando con i paragoni alcuni addetti ai lavori hanno tirato fuori per te un parallelo con Álvaro "El Chino" Recoba. "Si tratta di un giocatore molto forte, che aveva la capacità di calciare in porta da ogni posizione. Ricordo ancora l'incredibile gol che fece proprio qui con la maglia dell'Inter direttamente dal centrocampo. Magari fossi come lui!".

E in fatto di idoli, invece, come sei messo? Il punto di riferimento di Gastón Brugman è? "Kakà. Il brasiliano mi piace da morire. Con la maglia del Real è entrato un po' in crisi, ma ai tempi del Milan era un giocatore assolutamente incredibile. Per me arrivare anche solo alla metà del suo valore sarebbe una cosa bellissima".

La posizione in campo è la stessa. "E' vero, ma la strada che devo percorrere per arrivare ai livelli di un fenomeno come Kakà è ancora molto lunga".

Una cosa che però hai già in comune con i grandi campioni del calcio internazionale è il procuratore: Mino Raiola, l'agente che cura gli interessi di giocatori del calibro di Balotelli e Ibrahimovic. "E' grazie a lui se sono arrivato all'Empoli. Mino è un agente molto conosciuto anche in Sudamerica dove, solitamente, i procuratori europei non hanno grande risonanza. Averlo come rappresentante per me è il massimo, è il numero uno sia come persona sia per il lavoro che fa".

Il merito del tuo primo gol in Serie B durante Vicenza-Empoli della scorsa stagione è, dunque, da dividere anche con Raiola. Cosa ti ricordi di quella rete? "A dire il vero ricordo tutto. Era l'ultima gara della stagione. Mister Aglietti venne da me e mi disse che avrei giocato titolare come premio per il mio lavoro durante l'arco della stagione. E' stato bello dare il mio contributo alla classifica dell'Empoli anche solo per quel punto conquistato a Vicenza. Per quanto riguarda la rete in sé presi palla a centrocampo, ho duettato con Flavio Lazzari che mi ha messo a tu per tu con il portiere avversario. A quel punto ho messo la palla sotto l'incrocio alla mia sinistra. E' stato davvero un bel gol".

Dopo il presente diamo uno sguardo al futuro. Per te si parla già di un forte interesse del Napoli. "Sarebbe molto bello, un sogno. In quella squadra ci sono tanti miei connazionali e sarebbe bello, ma per adesso devo pensare solo all'Empoli. Per il resto c'è tempo".

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