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Reiziger, il primo flop orange

di Gaetano Mocciaro
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Il Milan degli anni '90 è stato fra gli squadroni più forti in assoluto: l'era Capello aveva portato 4 scudetti in 5 anni, una Coppa dei campioni vinta e due perse in finale. Una delle quali con l'Ajax dei giovani terribili di Louis van Gaal. Il Milan si innamora di Kluivert e Davids. Per il primo dovrà aspettare due anni, per il secondo solo uno, a una condizione: nel pacco trasferimenti il Milan oltre al centrocampista deve prendere anche Michael Reiziger, terzino destro dei lancieri. Affare fatto e i due sbarcano a Milano nell'estate del 1996. D'altronde l'Olanda significa apertura del ciclo vincente di una delle squadre più forti di tutti i tempi: Gullit, van Basten, Rijkaard. Così il nuovo Milan, che dopo l'addio di Capello riparte da Tabarez vuole ricominciare a vincere con gli "orange". E mentre Davids piace per il suo agonismo, anche se, complice anche un brutto infortunio non riuscirà in rossonero a esprimersi ai massimi livelli, di Reiziger qualche perplessità c'è da subito. A partire dal look: scuro di carnagione e già di suo non propriamente un viso da cinema, il "nostro" si presenta con una capigliatura biondo platinato da pugno nello stomaco. Sarà solo un look passeggero, per fortuna, poiché il Raiziger che si vedrà (poco, per la verità) in campo ritornerà moro. Il giocatore è veloce, molto veloce. Ma le qualità finiscono lì, visto che in fase difensiva non è un fulmine di guerra. Per vederlo in campo ufficialmente bisogna aspettare novembre nel big match del Delle Alpi contro la Juve.

L'esordio è buono, l'olandese si disimpegna bene e si mostra attivo. Assente nel derby la settimana successiva ritorna a Piacenza, nella gara che sancisce l'esonero di Tabarez. Si continua a Roma, stavolta con Sacchi in panchina e Reiziger naufraga sotto i colpi della Lazio: 0-3. Continua a giocare non per meriti propri ma per i problemi fra Panucci e il tecnico tornato al capezzale del Milan, costringendo il terzino a lasciare per andare al Real Madrid. Si capisce sempre di più che l'olandese è inadeguato, dalle sue parti gli avversari si infilano che è un piacere e di affondi e traversoni per gli attaccanti del Milan nemmeno per sogno. Dopo aver perso e preso 3 reti dal Verona al Bentegodi anche per Sacchi è sufficiente capire che non si può andare avanti così, tanto da lanciare piuttosto come terzino destro il Primavera Francesco Coco, la cui posizione naturale era sull'out opposto. L'apoteosi il 6 aprile 1997 quando torna titolare contro la Juve e finisce come nemmeno nei peggiori incubi per i tifosi milanisti: 1-6. Da quel momento non metterà più piede in campo se non alla penultima giornata, da subentrato, negli ultimi minuti di Vicenza-Milan, in un'altra sconfitta per i rossoneri. La sua stagione si chiude con 10 presenze, zero gol e parecchi danni. Incredibile ma a vero, a fine anno Reiziger non solo trova mercato ma si accasa in un'altra grandissima del calcio europeo: il Barcellona. Sì, perché nell'estate del 1997 a sedersi sulla panchina dei catalani ci va il suo mentore Louis van Gaal, che se lo riprende volentieri e gli fa vincere due scudetti giocando un buon numero di partite. Con i blaugrana resterà 7 anni e riuscirà a guadagnarsi la convocazione ai Mondiali del 1998 ed Euro 2000. Nel calcio succede anche questo.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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