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Marcão, il brasiliano triste e senza dimora

di Gaetano Mocciaro
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© foto di Federico De Luca

Il Torino 1994/95 è una squadra completamente rinnovata rispetto alla stagione precedente, a partire dalla proprietà con Gian Marco Calleri che prende in redini il club salvandolo dal fallimento. Vanno via tutti, o quasi, arrivano diversi giocatori da categorie inferiori, autentiche scommesse e qualcuna anche vinta (Pessotto) più tre veri giocatori come Jocelyn Angloma, Abedi Pelé e Ruggiero Rizzitelli. Proprio questi ultimi saranno i protagonisti della salvezza granata con il fiore all'occhiello dei due derby vinti con la Juventus. Come dicevamo quel Toro è pieno di scommesse e non tutte sono andate a buon fine. Una di queste viene dal Brasile e risponde al nome di Marcos Antonio Aparecido Cipriano, più semplicemente noto come Marcão, ossia Marcone, per via della stazza (187 cm x 85 kg). Pagato 100 mila dollari per il prestito, il giocatore viene dal Matsubara di Paranà, squadra pressoché sconosciuta che gioca nella Serie C brasiliana. Convince l'allora tecnico Nedo Sonetti segnando due reti nella partitella amichevole contro la Biellese. Quando arriva in prova i dirigenti granata non sono in grado di fornire ai giornalisti né il nome della squadra di provenienza né l'età esatta. Arriva nel mese di novembre e l'aspetto si sposa fondamentalmente con quel mese: faccia triste,Saudade dal primo minuto in Italia. Non c'è che dire, non il migliore inizio. Fa il suo esordio, o meglio, la sua comparsata l'11 dicembre 1994 contro il Bari. Entra al 90', il tempo di assaggiare il terreno del Delle Alpi. Viene riproposto con l'anno nuovo, a gennaio 1995, contro la Reggiana giocando poco meno di mezz'ora. Il primo commento della critica lo tronca in pieno. Scrive "La Repubblica": "in Brasile giocava in serie C.

Vedendolo, non è difficile intuire perché". La settimana successiva gioca appena sette minuti col Genoa: ingiudicabile. L'ultima apparizione con la Lazio, a febbraio, addirittura dal primo minuto per assenza del titolare Rizzitelli. Il Toro vincerà 2-0, ma la prova di Marcão è a dir poco anonima, il giocatore è spaesato e fa quasi tenerezza. Incredibile la storia dei primi mesi del giocatore: in attesa del primo stipendio Marcão non ha casa ed è costretto a dormire nei locali della sede granata. A dargli una mano almeno nei vestiti ci ha pensato niente meno che Andrea Silenzi, che lo ha rifornito adeguatamente per affrontare il gelido freddo torinese. Marcão, che ha moglie e figlio piccolo in Brasile, soffre da morire la situazione, non lega praticamente con nessuno. Il Toro non aspetta neanche la fine della stagione, a marzo è pronto a prestarlo al Neuchatel Xamax, in Svizzera. Alla fine l'addio è posticipato di qualche mese, Marcão torna in Brasile al Mogi Mirim e da quel momento di lui si perdono le tracce. Fino al 2000 quando in Champions League a guidare l'attacco dello Spartak Mosca c'è proprio lui, che contribuisce al passaggio al turno nella prima fase a gironi. Segnerà 4 reti nella massima competizione continentale, prima di strappare un ingaggio in uno dei club più originali d'Europa: il St. Pauli. Due anni in Germania e poi il ritorno in Brasile, una puntatina di nuovo in Europa, in Svizzera, prima del ritiro nel 2009 a 36 anni. In pochi a Torino si ricordano di lui. E chissà che se fosse arrivato dopo la sua storia nel calcio italiano non sarebbe cambiata...

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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