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I segreti dell'affare Drogba: 9 milioni ed il duello Milan-Juve. Elezioni Lega Calcio: l'incomprensibile posizione di Torino e Chievo

di Michele Criscitiello
Nato ad Avellino il 30-09-1983 dirige dal 2007 Tuttomercatoweb. Capo-redattore della Redazione Calcio di Sportitalia ha collaborato, in passato, con Eurosport. Presentatore e organizzatore del Gran Galà del Calcio AIC. Twitter: MCriscitiello
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Partiamo dagli auguri. Un buon 2013 a tutti i lettori di Tuttomercatoweb che in questi anni, per la precisione dal 2007, aumentano sempre di più. Ogni 31 dicembre facciamo il bilancio e vorremmo venire in ogni singola casa per ringraziarvi di persona. Grazie per aver reso Tmw la testata giornalistica più seguita in Europa e grazie per aver mandato al manicomio i dati Audiweb, quelli veri che possono leggere anche i semplici possessori di diploma di quinta elementare. Il sensibile aumento degli italiani che preferiscono l'informazione online a quella cartacea è una motivazione aggiuntiva. Introduzione finita. Ci lasciamo alle spalle un 2012, comunque, positivo. Vorremmo cancellare quel maledetto sabato pomeriggio di Pescara, in cui Morosini ci ha lasciati senza spiegarci che fretta avesse e non vogliamo credere neanche al destino, perché altrimenti lo prenderemmo a pugni. Calcisticamente vorremmo cancellare la notte della finale europea con la Spagna; non tanto per la sconfitta ma per l'umiliazione dopo aver gioito con inglesi e tedeschi.
L'attualità ci porta in pieno mercato. Galliani ha preferito il Milan ai familiari. Si sa, il Milan è la sua vera famiglia. Pato se ne va, lasciandoci con il muso lungo, perché abbiamo visto l'alba di un fenomeno e, troppo presto, il suo tramonto. Se ne vanno anche Robinho ed il suo ingaggio da 5 milioni di euro. Il Milan, tra estate ed inverno, ha fatto cassa con Thiago Silva, Ibrahimovic, Pato e Robinho. Arriva Nonno Didier, forse, ma basterà per far rinascere i rossoneri, per battere il Barcellona e far vincere l'elezioni a Berlusconi? La risposta, alle tre domande, potrebbe essere la stessa e scontata: no! San Silvestro ci porta i soliti botti. Noi vi diamo le informazioni in nostro possesso. Drogba è richiesto da Milan e Juventus, l'Inter vigila ma non entrerà in affari. I francesi del Marsiglia sognano un clamoroso ritorno ma con 2 milioni di euro non prendono neanche le treccine dell'ivoriano campione d'Europa. Se dovesse lasciare la Cina verrebbe in Italia. Appunto, se dovesse lasciare la Cina. L'accordo della scorsa estate prevedeva un ingaggio da 12 milioni di euro. 6 milioni, prima dell'inizio del campionato ed altri 6 alla fine. La prima tranche è già sul conto di Didier, il problema è che manca la seconda. Chi va in Cina pretende l'ingaggio anticipato. Marcello Lippi, prima di sedersi sulla panchina orientale, ha portato a casa 15 milioni di euro. Signori, champagne! Il Milan e la Juve ragionano allo stesso modo: a) non intendono pagare il cartellino ai cinesi ma solo l'ingaggio a Drogba; b) i due club sono demoralizzati dal fatto che il calciatore giochi la Coppa d'Africa e salterebbe tutto gennaio e, forse, metà febbraio: giusto in tempo per l'andata degli ottavi di finale di Champions League. Il problema principale è che Drogba non ha in mano la rescissione con i cinesi ed il club è in una posizione di forza.

Mercoledì, a Londra, l'incontro della possibile svolta. Il mandato potrebbe finire presto nelle mani di un agente italiano ma per un'operazione così complessa ci vorrebbe un avvocato più che un procuratore e la piazza ne offre pochi (ma buoni). Il Milan è in leggero vantaggio sulla Juve. Il contratto sarà di un anno e mezzo e l'operazione complessiva si aggira sui 9 milioni di euro più bonus. 3 milioni da gennaio a giugno, altri 6 per tutto l'anno prossimo. Il Milan ha cassa e può permettersi un ingaggio da top player. Drogba preferirebbe, in minima parte, la Juventus perché ha più possibilità rispetto al Milan di raggiungere i quarti di finale e soprattutto perché il prossimo anno farà sicuramente la Champions League, un'impresa ardua - ad oggi - per i rossoneri.
Giorni caldi per l'inizio del mercato. A proposito, dal 3 gennaio torna lo Speciale su Sportitalia tutte le sere. Ma sono giorni cruciali anche in Lega Calcio per decidere se voltare pagina (Abodi) o se restare nel limbo (Beretta). Simonelli non rappresenta né la novità né l'alternativa. Abodi ha 11-12 voti, altri 2 ed in Via Rosellini si svolta. Presidente giovane, idee innovative ed un programma che presenta subito 10 punti in 100 giorni. Il programma di Beretta ad Unicredit è favoloso, quello in Lega Calcio è nascosto in un cassetto di Lotito, mai visto. Inter, Juve, Roma, Fiorentina, Atalanta, Udinese ed altre hanno già espresso la propria preferenza al Presidente della Lega di B. Gli incerti principali restano Cairo del Torino e Campedelli del Chievo Verona. Questi due voti bloccano il progresso della Lega Calcio. Sorprende che siano proprio queste due società a non consentire l'evoluzione voluta da tutti. Il Torino è la grande non accettata dalle grandi. Il Toro fu "buttato" in serie B da giochi di potere che non prevedevano Cairo tra i vip del pallone. Oggi li appoggia. Potrebbe essere un boomerang pericoloso. L'astuzia e l'intelligenza di Cairo sono troppo raffinate perché si faccia sfuggire l'occasione della vita. Il partito della svolta può garantire equilibrio, stabilità e crescita proprio a società come il Torino. Paradossale, invece, l'incertezza di Campedelli. C'è chi preferisce club come l'Hellas Verona a modelli come il Chievo. Se non è quest'anno, sarà il prossimo ma Campedelli deve capirlo in fretta.  

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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