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Progetti in fumo di Londra

di Alessio Calfapietra
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Al termine del derby perso contro la Lazio, il Direttore Generale della Roma, Franco Baldini, ha spiegato che le aspettative per questa stagione non possono essere troppo alte: "Nessuno si aspettava che con questa rosa avremmo potuto ambire a traguardi molto piu' grandi di dove siamo ora, primo punto dove volevamo arrivare". Quindi per Franco Baldini il primo obiettivo del nuovo corso romanista è di arrivare al mese di marzo fuori da ogni competizione, con la media del 45% delle gare perse tra campionato e Coppe, e concedere alla Lazio la prima accoppiata nella stracittadina dopo 14 anni.
Si è ripetuto fino alla nausea che non è possibile giudicare un progetto allo stadio embrionale, ma i primi otto mesi di marca americana-asturiana sono stati a dir poco mediocri. Lo stesso De Rossi, arpionato all'ultimo momento utile con un rinnovo faraonico, ha incalzato sul tema dicendo che per il futuro servono dei campioni.
Detto in questo modo, sembrerebbe che a Roma si sia finora fatto il mercato con le pulci. Eppure non è così. Come abbiamo piu' volte fatto notare, Sabatini ha speso tra giugno e gennaio oltre 85 milioni di euro, piu' di Milan ed Inter messe insieme, piazzandosi dietro soltanto alla Juventus per record di spesa. Una cifra enorme che non viene mai ripetuta perchè il progetto made in USA sta incontrando i favori della stampa ed una certa curiosità per l'impostazione ed i metodi innovativi che si vogliono proporre. Nè vale il discorso che questo ingente esborso sia spalmato su diversi giocatori, perchè ben cinque sono arrivati in prestito o a titolo gratuito. Quindi la Roma ha speso molto per Osvaldo (18), Lamela (17), Bojan (12), Pjanic (11), Borriello (10), Stekelenburg (6.4), Josè Angel (4.5), Borini (3.5 tra prestito e comproprietà) e Kjaer (3 milioni per dodici mesi). Modesta invece la resa del capitolo uscite: tra Vucinic, Menez e Riise incassati appena 25 milioni. Dunque si poteva fare meglio su entrambi i fronti.
Una campagna investimenti che farebbe pensare a qualcosa in piu che alla semplice messa in atto di una base per i prossimi anni. L'avventura a stelle e strisce per la Capitale continuerà ancora, Luis Enrique è intoccabile e Sabatini ha appena prolungato per un'altra stagione.

Se Roma piange, Londra non ride. Anzi, è alle lacrime. La botta emotiva per Andrè Villas- Boas deve essere stata tremenda, pari a quando, nella sua curiosa quanto precoce esperienza da allenatore, ha ricevuto il benservito dalla Federazione delle Isole Vergini dopo aver preso nove reti dalle Bermude. A 23 anni già titolare di una panchina, quando molti suoi coetanei sono fuoriquota in qualche formazione primavera. Una carriera che non brucia le tappe, le divora. L'ascesa di AVB farebbe invidia anche al piu' trasognato e perditempo dei ragazzini. E' bastato un pizzino nella cassetta della lettere di Bobby Robson suo vicino di casa, e la chiamata come collaboratore del Porto è stata immediata. Roman Abramovich ha molto da rimproverarsi per aver creduto in un tecnico piu' celebrato che celebre, reduce da una favolosa annata con il Porto ma ancora molto acerbo per ambientarsi in palcoscenici piu' esigenti. Spendere 15 milioni di euro per prenderlo, e garantirgli poi un ricchissimo triennale è stato un errore imperdonabile che fa tirare un sospiro di sollievo all'Inter che, se l'infatuazione verso lo Special TWO dovesse essere superiore all'amore per Guardiola, potrà ingaggiarlo a costo zero ed abbracciarlo per la seconda volta. Villas-Boas ha infatti già lavorato per i nerazzurri nello staff di Mourinho del quale si considera (e viene considerato) l'erede. Intanto al Chelsea ha lasciato le rovine: spogliatoio in rivolta - mai digerito il proposito di svecchiamento con i senatori sugli scudi - e 100 milioni di euro bruciati sul mercato, tra cui i soldi spesi per Juan Mata (26), Lukaku (22), Raul Meireles (13.5) Courtois (9), Cahill (8.4) e Oriol Romeu (5). Per evitare ulteriori disfatte, ci permettiamo di consigliare al giovane allenatore portoghese di usare una maggior modestia e minore rigidità: lo stesso Mourinho ha aspettato alcuni anni e svariati successi prima di auto-celebrarsi come "Special". A Roberto Di Matteo l'arduo compito di traghettare i blues verso il quarto posto ed il massimo ottenibile dalla Champions League, da quanto filtra da Stamford Bridge la simpatia nei suoi riguardi non è molto superiore a quella riservata a chi lo ha preceduto.

Mancano ancora diversi mesi alla riapertura delle liste, ma vogliamo stilare una classifica dei dieci oggetti del desiderio del prossimo mercato europeo. Ovviamente è una lista provvisoria ed opinabile, ma di certo non manca la qualità. Abbiamo omesso ogni possibile trasferimento dal Brasile, perchè in prossimità dei mondiali tutti gli assi locali sono blindati. Non citiamo Montolivo, già promesso al Milan.

1) Eden Hazard. Il pezzo piu' pregiato in assoluto. Ha solo 21 anni ma da almeno tre opera ai massimi livelli, il Lilla ha già deciso la cessione di questo trequartista belga dalla classe sconfinata, andrà sicuramente in Inghilterra, dove in prima fila lo aspetta il Tottenham.

2) Robin Van Persie. L'ultimo campione della vecchia guardia all'Arsenal, nel pieno della sua maturazione, ormai i Gunners gli vanno stretti. Il suo contratto scade nel 2013, il City vuole offrirgli la luna, il Milan sta alla finestra.

3) Christian Eriksen. Un predestinato che ha ormai concluso la sua esperienza all'Ajax. Andrà probabilmente al Manchester United, dove Ferguson stravede per lui. Indicato come nuovo Laudrup, il danese classe 1992, già sulla cresta dell'onda da tre anni, ha infiniti margini di miglioramento.

4) Mario Balotelli. Dopo un anno di pausa, è quasi inevitabile che la prossima estate si torni a parlare di lui in ottica Milan. Potrebbe essere l'affare del decennio: classe indiscutibile, carattere da correggere, Mario ha i mezzi per diventare tra i piu forti calciatori al mondo. Ora la palla passa a lui. Ed a Raiola.

5) Pato. Seguirà lo stesso destino di Kakà. Ad un passo dalla cessione a gennaio per essere poi venduto l'estate seguente. I tifosi lo hanno già abbandonato, il Milan non si dispererà per la sua partenza, a patto che sia ben remunerata. Parigi tornerà di moda?

6) Wesley Sneijder. L'olandese lascerà finalmente Milano, è un anno che non aspetta altro ed il suo ciclo nerazzurro è finito da tempo. Ha mercato in Inghilterra.

7) Ezequiel Lavezzi. L'argentino è al settimo posto della graduatoria non perchè abbia meno talento ed appetibilità degli altri, ma perchè un suo addio a Napoli è tutt'altro che scontato. 31 milioni di euro come clausola sono ancora un buon ostacolo alle mire altrui, ma se il Pocho dovesse continuare un altro mese così, diverrebbero pochissimi.

8) Alan Dzagoev. Questo giovane fantasista russo è un affare sotto ogni punto di vista, visto che risulta in scadenza ed è baciato da una classe di livello superiore. La Lazio lo ha puntato, ma sembra destinato ad altri lidi.

9) Seydou Keita. In mezzo all'irrefrenabile talento del centrocampo blaugrana, un piede meno educato ma un fisico come quello dell'esperto maliano è molto utile. Il Barcellona lo venderà, il Milan lo cerca, lui preferisce la destinazione inglese.

10) Luuk De Jong. Con lo svedese Guidetti si contende la palma di rivelazione dell'Eredivisie. Kluivert lo ha già incoronato prossimo centravanti della nazionale olandese, lui viaggia ad una media di quasi un goal a partita, il Twente sa di avere un tesoro in casa.

Menzione speciale e fuori elenco per Sotiris Ninis. Il Panathinaikos perderà a costo zero questo giovane ma esperto attaccante a favore del Parma. Leonardi ha fatto un colpo eccezionale: se recupera pienamente dai suoi guai fisici, Ninis tornerà a giocare a grandi livelli.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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