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Giovanni Morabito: "Pronto a vivere l'esperienza da allenatore"

di Luca Esposito
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© foto di Francesco Scopece/TuttoLegaPro.com

Dal campo alla panchina il passo è breve, soprattutto per chi come Giovanni Morabito era abituato già da calciatore a dare indicazioni ai compagni. La lunga carriera del centrocampista classe 1978 inizia dalla sua Reggio Calabria, nelle giovanili della compagine amaranto. A diciotto anni arriva la prima esperienza tra i professionisti, da titolarissimo, con il Crotone in Serie D dove Morabito stacca 38 presenze e ben 5 reti. L'ottima stagione in rossoblè gli consente di ritornare con la Reggina per la porta principale, in amaranto resta per sette anni, a parte la parentesi di Vicenza, collezionando più di 150 presenze. Non solo Reggina però, nel curriculum di Morabito ci sono anche Verona, Lanciano, Igea Virtus e Messina. L'ultima parentesi da calciatore il centrocampista l'ha vissuta con la maglia del Licata, ma complice qualche problema di troppo alla schiena Morabito ha deciso di appendere le scarpette al chiodo. Il passaggio dall'altro lato della barricata è stato brevissimo, il 34enne di Reggio Calabria ha frequentato il corso di allenatore a Coverciano, conseguendo il patentito Uefa A che gli consente di allenare fino alla Prima Divisione, e nel 2012 ha già avuto la sua prima esperienza in panchina con la Valle Greganica in Serie D. I colleghi di TuttoLegaPro.com hanno contattato in esclusiva Giovanni Morabito per capire come sia stato il passaggio dal campo alla panchina in così breve tempo:

Salve Mister Morabito, quali sono le sensazioni che accompagnano il passaggio dall'essere un calciatore al diventare allenatore?
"E' stato un passaggio complesso, credo che ci sia una grande differenza tra essere allenatore e calciatore. A causa di alcuni problemi alla schiena però ho dovuto appendere le scarpette al chiodo, ma per me rimaneva indispensabile vivere il calcio ed ho deciso di diventare allenatore. La vita in panchina però è tutt'altra cosa rispetto all'essere un giocatore".

Si spieghi meglio...
"Da allenatore devi trasmettere i tuoi dettami ai calciatori, devi riuscire a far intuire alla squadra come vuoi che essa giochi. Con la Valle Greganica, nonostante i problemi societari, penso sia stata un'esperienza positiva. Purtroppo la società non è riuscita ad iscriversi".

Lei continuerà ad allenare?
"Spero di si, ho voglia di mettere in pratica ciò che ho imparato negli anni da calciatore e le nozioni assimilate durante il corso di Coverciano".

Da calciatore ha giocato in Serie A, il suo curriculum parla per lei...
"Ho delle esperienze importanti, ma non sempre chi ha respirato calcio ad alti livelli riesce a diventare anche un grande allenatore. Sono due ruoli completamenti differenti. Io spero di riuscire a rientrare in questo mondo anche da allenatore perché sento che mi appartiene. Sono cosciente che bisogna andare avanti gradualmente, passo dopo passo. Anche se non dovessi arrivare in Serie A non sarebbe un motivo di scoraggiamento per me, credo che in tutti i campi di lavoro l'importante sia dare il massimo sempre. Tenersi aggiornati, non appiattirsi, queste sono le basi per poter lavorare bene".

Qual è il suo sogno nel cassetto da allenatore?
"Non ti nascondo che non mi pongo limiti, da calciatore sono riuscito ad arrivare in Serie A e spero di poterci arrivare anche da tecnico. Nell'immediato, invece, spero di ripartire con un progetto valido e di poter fare bene".

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