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Fiorentina, Prizio: "Un bomber alla Osvaldo per sognare"

di Redazione TMW.
Fonte: Stefano Prizio per firenzeviola.it
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© foto di Federico Gaetano

Firenze è di nuovo autorizzata a sognare. Negli ultimi mesi c'è stato infatti un passaggio epocale nella storia del rapporto tra la famiglia di magnati marchigiani - i Della Valle hanno gli stessi soldi di un medio sceicco - e la città di Firenze. Epocale nel senso di un cambiamento d'era, d'epoca appunto. Un nuovo capitolo dopo il precedente, che chiameremo per comodità il "post Prandelli", così pieno di livore e delusione. E' tutto cambiato e chi abbia avuto la bontà di seguirci in questo appuntamento settimanale l'avrà già letto. E' una primavera profumata quella che sta vivendo la Fiorentina ribaltata e ricostruita, guidata dalla passione di Andrea Della Valle, il fratello più fiorentino e vicino alla città (Diego resta lontano e forse lo resterà anche per il futuro) e governata da Daniele Pradè, coadiuvato dalla preparazione certosina di Edoardo Macià.

Il bel gioco viola è ormai una realtà ammirata in tutta Italia, del resto che la scelta Montella fosse stata felice lo dimostrarono i primi vagiti della novella squadra. Ma oltre a titillare il gusto degli amatori del bello, la Fiorentina porta anche risultati. La squadra nonostante la rivoluzione e la recente piccola crisi, veleggia nelle zone alte della classifica, dando la sensazione di potersela giocare a viso aperto con tutte le avversarie, tolta forse la sola Juventus.

Se è vero che l'appetito vien mangiando, è altrettanto vero che i fratelli marchigiani proprietari di una delle aziende di moda più fiorenti al mondo, sono ambiziosi. Fino all'eccesso. E' gente di successo, refrattaria al dover lasciare il passo come il nobile Lodovico che nei Promessi Sposi divenne poi l'umile Fra Cristoforo. Si ricorderà quel chiarissimo motto:" non siamo abituati ad arrivar secondi".

Ecco, la Fiorentina adesso c'è, lì tra le seconde. Di poco distaccata da chi detta legge nel campionato italiano. I Della Valle si sono accorti che con una conduzione tecnico societaria indovinata, un pizzico di passione, tre grammi d'attenzione, una manciata di buonasorte e due baiocchi (due per loro s'intende) si può anche competere coi primi. Si può anche arrivare primi. A gennaio - così crediamo - ci accorgeremo di questa rinnovata consapevolezza dei Dv. Partiamo da qui, da gennaio: il disavanzo positivo con cui è stato chiuso il mercato, una decina di milioni circa, non consentirebbe grandi innesti. Non decisivi almeno. Eppure l'intenzione di rafforzarsi, sempre che Pradè e Macià individuino il numero buono sul quale puntare tutte le fiches, c'è ed è preclara. Per intendersi, il livello su cui punterà la Fiorentina è quello di Osvaldo, insomma un giocatore top, un titolare da inserire subito in squadra. Un acquisto per il quale sarà l'intervento di Andrea Della Valle, con il famoso extrabudget, a risultare positivo.

Viceversa - ed è pur possibile che accada, ma questo non deve deludere - si potrebbe ragionare in ottica stagione ventura. Certo, si sa che il ferro va battuto finchè è caldo. L'attuale, oltre che ben preparata è una stagione fortunata, indovinata, baciata dal sole per la Fiorentina. Le occasioni vanno colte. La tigre cavalcata. Lasciando passare il tempo anche le altre potrebbero rafforzarsi ulteriormente. In ogni caso i proprietari della Fiorentina hanno ritrovato il loro entusiasmo, corroborato anche da un più prosaico benché legittimo interesse immobiliare (l'operazione Mercafir con possibili estensioni è in un momento nodale delle trattative). Hanno compreso che, con tutte le difficoltà del caso, per loro è possibile provare a vincere anche a Firenze. A vincere cosa? Lo diciamo senza pudore: lo scudetto. Non quest'anno, ma uno dei prossimi. Una delle prossime stagioni quando ad un telaio consolidato e ben costruito come l'attuale, si aggiungeranno con investimenti di qualità dei tasselli di prima fascia. A Firenze adesso c'è la squadra, c'è l'allenatore. C'è una proprietà ricca e di nuovo decisa a prevalere. Qualcuno, con ragioni all'attivo, dice che al quadretto idilliaco manchi un po' "la città", non il popolo generoso e sempre presente, ma quelli che la "governano". La città economica, politica, di loggia e consorteria. Di cappuccio, ma senza maritozzo. Arriverà. Speriamo. Poi con un po' di fortuna ci si potrà provare.

Stefano Prizio

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