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Samp, Atzori: "Troppe pressioni a Genova. Deluso da molti giocatori"

di Fabrizio Zorzoli
Fonte: www.reggionelpallone.it
"Piovaccari l'ho chiesto espressamente al presidente ed al DS, però mi ha deluso moltissimo"
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© foto di Luigi Gasia/TuttoNocerina.com

L'ex tecnico di Ravenna, Catania, Reggina e Sampdoria, Gianluca Atzori - a due giorni dal match tra le sue ultime due squadre allenate - intervistato da Ferdinando Ielasi per il portale reggionelpallone.it, ha rilasciato importanti dichiarazioni in merito alla sua breve esperienza in blucerchiato:

Mister, cosa non ha funzionato a Genova?
"Anzitutto, credo che da parte mia sia giusto assumermi delle responsabilità ben precise: ho creduto in alcuni calciatori, che purtroppo si sono rivelati una delusione sotto vari punti di vista. Nel calcio, si sa, quando non arrivano i risultati a pagare è sempre l'allenatore, specie se lavori in una piazza così blasonata ed importante come Genova. Appena sbagli qualcosa diventa tutto improvvisamente difficile, anche perchè in casa giochi davanti a più di ventimila persone, che hanno ancora negli occhi una scottante retrocessione e vogliono tornare subito a grandi livelli. Se andiamo ad analizzare il cammino della Samp sotto la mia gestione, in trasferta abbiamo tenuto un ritmo da promozione, mentre davanti ai nostri tifosi ci bloccavamo, in certe partite non saremmo riusciti a metterla dentro neanche con le mani".

Quando parli di calciatori che ti hanno deluso, ti riferisci alla vecchia guardia?
"No, o meglio non del tutto. Credo che verso certi 'senatori', molti si siano fatti un'idea sbagliata. Prendo come esempio Palombo, che è stato uno dei calciatori più soggetti a critiche: da parte mia, posso assicurarvi che si tratta di un professionista esemplare, che per la maglia della Sampdoria sta dando tutto, ma che purtroppo si è trovato spesso a predicare nel deserto. Da lui ho ricevuto solo collaborazione e disponibilità, così come dai vari Volta, Castellini, Da Costa, Foggia, Romero e Bertani. A proposito, proprio in merito a quest'ultimo vorrei fare una citazione particolare, perchè si tratta di un ragazzo veramente straordinario, che dà sempre il massimo: per abnegazione e spirito di sacrificio, mi ricorda tanto Campagnacci..."

E del 'nostro' Andrea Costa, che ci dici?
"Dico che non ho nulla da rimproverare neanche a lui, perchè ha sempre cercato di dare una mano, facendo bene. Tra coloro i quali non mi hanno convinto per niente, visto che sono sempre stato uno che non ama nascondersi, faccio un nome, e dico Piovaccari: l'ho voluto io, l'ho chiesto espressamente al presidente ed al direttore sportivo, ma devo dire che mi ha deluso moltissimo. Ripeto, in estate ho fatto certe scelte, ed è giusto che sotto questo aspetto mi assuma le mie responsabilità, fermo restando che, se tornassi indietro, ovviamente non le rifarei".

Che qualcosa non stesse girando per il verso giusto, probabilmentelo avevi capito sin da questa estate, visti i continui richiami alla cosiddetta mentalità da serie B...
"Esatto. All'inizio, non riuscivo a far capire fino in fondo a questi ragazzi che in serie B il blasone conta fino ad un certo punto: se vuoi vincere questi campionati, devi avere la stessa 'fame' dell'Albinoleffe o del Cittadella, devi avere un furore agonistico che vada oltre la qualità o la tecnica. Il Torino, in questo senso, è l'esempio più lampante: quest'anno sta andando molto bene, ma per due stagioni di fila, pur avendo allestito corazzate, non è riuscito a tornare in A proprio perchè pensava di aver vinto prima di scendere in campo. Sai qual è la cosa che mi rammarica maggiormente? Dopo la sconfitta subita a Nocera, in una gara dove è girato tutto storto, stavamo finalmente riuscendo a calarci nella giusta mentalità, si stava creando il gruppo e lo spirito che volevo io. Purtroppo non c'è stata la pazienza di aspettare ancora, ma devo dire che la Sampdoria, in tutte le sue componenti, è una società fantastica, tra le migliori d'Italia. Ecco, sotto questo aspetto mi ritengo fortunato, perchè in due anni, tra Reggio e Genova, ho avuto la possibilità di lavorare per due società modello".

Passiamo alla Reggina, dove le cose sono andate in maniera completamente diversa...
"Un'esperienza bellissima, resa possibile dal lavoro di un gruppo eccezionale: sono fiero di aver guidato quei ragazzi. Anche a Reggio ci sono stati momenti difficili, ma in quel caso hanno avuto la pazienza di attendere, forse perchè erano diverse le aspettative. Siamo partiti tra mille difficoltà, con l'ambiente deluso e diffidente, viste le amarezze dei due anni precedenti. Piano piano però, abbiamo dimostrato il nostro valore, riportando entusiasmo e credibilità: vedere 20.000 persone, al Granillo, per i playoff col Novara, è stato bellissimo".

Brucia di più l'esonero di Genova o quel 'maledetto' tiro di Rigoni al Silvio Piola?
"Questa è veramente una bella domanda. Ti dico l'esonero di Genova, probabilmente perchè è una ferita troppo fresca. Certo, se ripenso a Rigoni, e soprattutto alla partita che abbiamo fatto quella sera a Novara, mi prende veramente il mal di stomaco per la rabbia. Prima che trovassero quell'eurogol a tempo scaduto, in campo c'era una sola squadra, ovvero la Reggina: avevamo ribaltato il risultato, sfiorando più volte l'1-3 che avrebbe chiuso ogni discorso. Insomma, una beffa incredibile, che però non cancella quanto di buono siamo riusciti a fare".

Della Reggina di quest'anno, che idea ti sei fatto?
"La classifica parla chiaro, e non dimemtichiamo che manca qualche punto per via di errori arbitrali, su tutti l'evidentissimo rigore negato contro il Grosseto. C'è un progetto importante, un gruppo pieno di qualità tecniche e morali che sta ottenendo i risultati sperati. L'augurio che posso fare, è quello di non sentirsi mai appagati, di non far mai prevalere quel senso di rilassatezza che a questi livelli finisci col pagare a caro prezzo. L'aver rimesso in piedi un giocattolo che pareva rotto, dev'essere un punto di partenza, non di arrivo: nel calcio, così come nella vita, devi lottare sempre, per non lasciare nulla di intentato, per non avere rimpianti quando guardi la classifica alla fine della stagione".

Guarderai Reggina-Sampdoria?
"Assolutamente no, sarebbe troppo doloroso. Sabato andrò a correre, e poi a fine partita guarderò il risultato finale, rivedendo magari qualche filmato il giorno dopo. Sono innamorato del mio lavoro, in quanto ritengo quello dell'allenatore il mestiere più bello al mondo: proprio per questo, non riuscirei ad assistere ad una partita del genere da spettatore, soprattutto pensando che sono stato esonerato da poco, pur perdendo solamente tre volte in quindici partite...".

Chi la spunterà?
"Difficile dirlo. La Reggina è una bellissima squadra, che come detto prima deve continuare a lottare senza mai sentirsi arrivata. Per quanto concerne la Samp, l'organico è mostruoso, e se acquisirà quella mentalità di cui parlavamo prima, stai sicuro che a marzo lo vedrete primo in classifica".

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