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Rudy Vanoli: "Udinese? Il campo mi manca molto"

di Redazione TMW.
Fonte: di Monica Tosolini per Ilfriuli.it/udineseblog

Un anno fa, a quest'ora, Rudy Vanoli era impegnato nella difficilissima impresa di salvare la Colligiana dalla retrocessione dalla Seconda Divisione della Lega Pro. Oggi l'ex giocatore e tecnico dell'Udinese si dedica anima e corpo ad un interessante progetto che ricalca in parte quello dell'Udinese Academy creata da Andrea Magro proprio a Udine. Lui stesso ne parla in esclusiva a Il Friuli/Udineseblog, senza dimenticare uno sguardo alla sua Udinese e togliendosi anche un sassolino (che ha più le misure di un masso) dalla scarpa.

Rudy Vanoli oggi: "Sono un uomo di fiducia di Simone Longarini, che è anche proprietario della Ternana, con il quale sto portando avanti un progetto a Roma. Mi riferisco alla Academy che abbiamo costruito alla Borghesiana a Roma, una scuola calcio che ha già 500 iscritti nelle 30 squadre. Il ragazzino più 'vecchio' è del 1995. Cerco di portare avanti le idee che avevamo anche a Udine, con l'Academy di Magro. Il mio futuro è con i giovani. Nel semi-professionismo (questa è la realtà della Lega Pro) la situazione è grave. Noi cerchiamo di dare qualità al settore giovanile che ha bisogno di competenza, amore per il lavoro e tanta pazienza. Non ci deve essere fretta. Purtroppo in Italia molti allenatori vivono per la propria gloria, usano i ragazzi per arrivare ad essere allenatori".

Anche ad Udine si vuole curare il settore giovanile, ma non è così facile, tu lo sai bene: "Udine è una realtà diversa, tipo a livello di Primavera. C'è un allenatore che deve essere molto bravo ogni sei mesi ad insegnare l'educazione sportiva. Non è facile. Io ho pagato nel primo anno, quando non avevo capito il contesto, non avevo la conoscenza del sistema. Poi però sono arrivato per ben due volte alle semifinali grazie ad un lavoro molto duro e profondo".

Nella Primavera Udinese c'erano anche molti ragazzi stranieri che soffrivano la lontananza da casa: "E' ovvio che se porti lontano da casa ragazzini di 14 anni, li perdi. Qui alla Borghesiana cerchiamo di formarli in casa, con le famiglie accanto, perchè si sentano più sicuri. Questo è veramente il miglior posto per fare sport: stiamo lavorando bene e credo che in un paio d'anni si sentirà parlare di qualche nostro giocatore"

Dopo la debacle dell'Italia ai Mondiali, l'attenzione sui settori giovanili è decisamente aumentata: "Ho letto che Prandelli ha pensato di mandare l'Under 21 a giocare in serie B. Improponibile. Anche perchè nell'Under 21 ci sono giocatori di club. Se vogliamo essere innovativi (che poi non si può nemmeno parlare di innovazione, visto che questo sistema è già adottato in Paesi esteri), dovremmo pensare alle seconde squadre che fanno i campionati di Lega Pro".

La tua esperienza a Udine si è chiusa inaspettatamente: "Io ho avuto la sfortuna di avere davanti a me un allenatore come Marino, che non ha mai cercato il dialogo e la collaborazione. Non è mai venuto a vedere i ragazzi, mai una telefonata o un incoraggiamento. Ad Udine la famiglia Pozzo è un vero emblema e per fortuna oggi hanno un allenatore vero. Marino si spacciava per aziendalista, ma alla fine credo che lavorasse solo per se stesso, per la propria affermazione personale. Io ho scelto la strada più lunga, un percorso diverso. Ricordo il difensore Marino, che adesso sta facendo bene in B all'Ascoli. Quando è arrivato a Udine veniva dai dilettanti e io e Carnevale sapevamo che c'era da lavorare molto con lui. Lo abbiamo fatto e lo abbiamo protetto. Ed ora è diventato un cigno. Da Udine sono passati i migliori giovani, molti dei quali poi si sono persi perchè non sono stati gestiti bene. Non per colpa della società, ma di chi non li ha seguiti".

L'Udinese oggi. I successi sono anche merito di due nuovi arrivi importanti come Benatia e Armero, ma anche di un certo Giampiero Pinzi: "Mi sembrava assurdo che lo dessero per finito. Mi ricordava quanto accaduto anche a me: dopo la partenza di Fascetti, sembrava che io fossi un giocatore vecchio solo perchè avevo giocato tanti anni. Ci è voluto Mazzone per darmi motivazione e permettermi di giocare bene altri dieci anni. Pinzi era stato accantonato allo stesso modo. Ci è voluto Guidolin, che è un allenatore, per ridargli la dimensione di giocatore. Ma non è l'unico. Ricordo Asamoah, Isla...Si vedeva che erano forti, ma non è stata data loro fiducia da subito".

Guidolin è l'artefice di questa stagione straordinaria? "Quando le cose vanno così bene i meriti sono di tante persone, ma in primis della società. Pozzo sapeva come lavora Guidolin e il profondo lavoro che faceva e lo ha tenuto e gli ha trasmesso serenità anche quando all'inizio le cose non andavano. Lui ha fatto il suo, con le capacità indubbie che ha. E grande merito va dato anche al suo vice, Bortoluzzi, che conosco bene e che fa parte di questo progetto importante per i grandi valori umani che ha".

Dove può arrivare questa Udinese? "Noi, e mi piace dire noi per il profondo legame che ho con Udine, arriveremo nei primi tre grazie al grande equilibrio che porterà questa squadra a risultati importanti. Napoli non è Udine: ci sono troppe situazioni emotive che creano squilibrio. E Udine ha un Presidente che non è De Laurentiis: Pozzo ti difende, ti incita, ti protegge. E' questa la vera forza della società".

E la Primavera? La segui ancora? "Sono andato sabato scorso a vederli con il Vicenza. Mi hanno impressionato Vydra, Beleck e Zilli".

Un futuro di nuovo a Udine per Vanoli? "Il campo mi manca molto. Io guardo alla qualità del lavoro ma voglio anche essere capito. Adesso faccio il mio percorso. Se mi arriverà la chiamata da qualcuno che fa vero calcio, bene. Adesso sono molto impegnato nella Borghesiana Social Academy e credimi che entro un paio d'anni si sentirà parlare di questa società"

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