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Napoli, bilancio di fine anno tra critiche e riconoscimenti

di Vincenzo Vitiello
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

"Il Napoli non ha la mentalità e l'atteggiamento per ripetere il campionato della scorsa stagione"-"Il Napoli vuole mettere qualcosa vuole mettere qualcosa in bacheca e la pazienza inizia a terminare perché ci si rende conto che il salto di qualità va fatto subito perché ci sono una serie di condizioni favorevoli"-"Il Napoli ha palesato problemi strutturali che l'allenatore dovrebbe spiegare"-"Il ciclo è finito perché non riesce ad incidere sulla testa e sul fisico dei giocatori. Ha fatto il massimo -riferito a Mazzarri- facendo crescere la squadra che ora non accetta più i suoi stimoli. La squadra ha bisogno d'elevare il suo atteggiamento".
Queste alcune legittime considerazioni espresse da opinionisti, nei giorni precedenti al match Napoli-Genoa, che ricalcano le critiche manifestate reiteratamente verso la S.S.C. Napoli durante quasi tutto la durata della presente stagione.

Una stagione trionfale e che va oltre qualsiasi ottimistica previsione effettuata a giugno quando in molti avevano detto e scritto che le prestazioni della squadra azzurra, effettuate nel precedente anno, erano un fatto occasionale, fortunato e irripetibile.
Si chiude un anno calcistico con il Napoli che, dopo aver conquistato un meritato terzo posto nel torneo nazionale 2010-2011 e la qualificazione alla Champions League, ha continuato in una crescita progressiva che ha permesso alla squadra partenopea di superare un girone di Champions infernale e, come pronosticato da molti, impossibile per ottenere la qualificazione agli ottavi di finale della massima competizione continentale, da parte della squadra. Lo scetticismo e la sfiducia, nelle possibilità del Napoli, erano dovute alla considerazione che la presenza di due club prestigiosi, candidati al successo finale della manifestazione (Bayern Monaco e Manchester City) e di una squadra di pari livello quale il Villarreal di inizio stagione, non poteva alimentare speranze e sogni di gloria da parte del club di De Laurentiis.
Così non è stato e il Napoli, sovvertendo tutti i pronostici che lo davano al termine del girone fuori dalla competizione europea, si è qualificato alla fase successiva con pieno merito e molti riconoscimenti da parte dell'Europa del pallone. Un intero continente che, oltre a definire la società partenopea una bella realtà nascente nel panorama calcistico europeo, ha elogiato la seria programmazione del Presidente Aurelio De Laurentiis e la sagace opera di un allenatore, Walter Mazzarri, protagonista di un calcio nuovo, divertente e proficuo.

Per poter affrontare, nel migliore dei modi la Champions, la società ha dovuto stabilire delle priorità. Il presidente, in accordo con Mazzarri e lo staff tecnico, ha preferito puntare, in primis, sulla crescita complessiva della squadra con l'acquisizione di una notevole esperienza internazionale. La scelta dei dirigenti napoletani non ha permesso alla squadra di esprimersi, costantemente, su alti livelli nel campionato nazionale a causa dei ripetuti impegni nelle due competizioni. Un prematuro ampliamento dell'organico avrebbe costretto De Laurentiis a rivedere una piattaforma programmata a suo tempo che, cammin facendo, ha reso il Napoli una delle poche società in Italia ed in Europa, in perfetta regola con i bilanci ed in linea con il fair play finanziario voluto da Michel Platini: il calcio sta per cambiare radicalmente e il fair play finanziario si prepara a rivoluzionare i bilanci delle società per costruire un futuro più pulito e regolamentato. Un percorso semplice ma ambizioso che punta al 2018 come anno in cui tutti i club dovranno raggiungere il pareggio dei conti nei bilanci.
Programmare seriamente, seguire i dettami che regoleranno la società calcistiche più virtuose, affidarsi ad un equipe tecnica e sanitaria di primordine, assumere osservatori per portare all'ombra del Vesuvio giovani e prospettici talenti, crescere anno dopo anno con un laboratorio operante in grado di valutare e selezionare i calciatori utili alla causa azzurra, non spendere folli cifre per campioni affermati e con scarse motivazioni per conseguire altri successi, essere sempre attivi con le plus valenze, provvedere alla crescita continua e proficua dei giovani giocatori ed assurgere ai vertici del calcio italiano ed Europeo restando ad alti livelli in modo permanente e duraturo, farebbe rilevare che è terminato il ciclo della squadra di De Laurentiis e/o di Mazzarri?
Questa domanda merita una risposta unica e complessiva: si valuti bene le fonti da cui provengono alcune opinioni, forse volute, non disinteressate e destabilizzanti per un magnifico progetto che verrà portato avanti fino al termine, senza condizionamenti, da un uomo ed un professionista che trasmette quotidianamente, serietà, onestà, competenze e lealtà manifestata in ogni sede ed occasioni in linea con il suo inconfondibile modus vivendi: Aurelio De Laurentiis.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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