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La strana coppia

di Alessio Calfapietra
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© foto di Alberto Fornasari

Per un paio di settimane potremo leggere la classifica della serie A e fingere di stupirci nel vedere Udinese e Lazio in vetta alla graduatoria. La risposta piu' ovvia consiste che il campionato non è nemmeno al giro di boa e che i valori delle cosiddette grandi sono destinati ad uscire in seguito. Quella piu' legata agli umori dell'ultimo week-end sarebbe che la Juventus ha una partita ancora da disputare. Ma il primato di Udinese e Lazio non va affidato alla casualità o ad una serie di fortunati eventi, perchè entrambe le squadre possono permettersi di guardare tutti dall'alto per pieno ed incontestabile merito.
Una strana coppia, per le gerarchie consolidate del calcio, resa ancora piu' notevole dalla contemporanea partecipazione all'Europa League che, come è noto, prosciuga le energie durante la settimana e al contempo riempie in maniera impercettibile le casse societarie. Una coppia stranissima, forse incredibile, se si considera che la dirigenza friulana e Reja sono stati oggetto di pesanti contestazioni da parte della piazza poche settimane fa. Una coppia probabilmente non destinata a durare, ma per adesso la serie A si sta esprimendo in questa direzione.

L'Udinese ormai ha smesso le vesti della provinciale facendo capire a tutti che il quarto posto dello scorso anno non è frutto del caso. Lo ha fatto nel migliore dei modi, confermandosi competitiva pur avendo ceduto molti dei suoi campioni e riuscendo a rimanere a galla anche in Europa, a parte la disastrosa trasferta di Madrid. Come sempre Guidolin riesce a trarre il massimo dai suoi uomini e così Benatia, Asamoah, Isla ed Armero una volta esaurito il compito di far arrivare i friulani il piu' in alto possibile, l'estate prossima diverranno uomini mercato da vendere a peso d'oro e ricominciare così un nuovo percorso fra scommesse vinte e campioni sbocciati solo a metà. Già pronto un nuovo ingresso: dal Palmeiras è in arrivo Gabriel Silva, campione del mondo under 20 con il Brasile, un fludificante mancino che dicono assomigli a Roberto Carlos: sarà il tempo a stabilirlo, ma spesso gli scout friulani agguantano il nome giusto.
Nonostante l'età Di Natale si è confermato per l'ennesima volta un valore aggiunto, a nostro giudizio un posto agli europei deve essergli riservato a prescindere dal recupero - che ci auguriamo rapido - di Giuseppe Rossi e Antonio Cassano. L'attaccante campano ha la caratura del fuoriclasse, e non finiremo mai di chiederci come mai abbia potuto esordire in serie A soltanto a 25 anni. Sicuramente non per suoi demeriti, quanto per la ben nota miopia del calcio italiano che preferisce i nomi esotici al prodotto locale, ma questo è un argomento ormai molto dibattuto e che fatalmente sembra senza speranza. Da mettere in evidenza come nonostante l'Udinese annoveri il capocannoniere del campionato, abbia costruito i suoi successi su una difesa di ferro (solo quattro goal subiti) e non sul fronte avanzato, fermo a quota 13 reti e lontanissimo dalla media realizzativa del Milan ed inferiore a Lazio, Juventus e Palermo.

Anche la Lazio sta proseguendo nel segno della scorsa stagione. Le critiche rivolte a Reja sono ingenerose e spesso sanno di pre-concetto. Il tecnico goriziano ha una visione tradizionale del calcio (antica, secondo i suoi detrattori) ma, nell'attesa che qualcuno venga a spiegarci cosa invece rappresenti il calcio moderno, bisogna prendere atto della solidità biancoceleste che ha saputo far fronte a defezioni importanti senza perdere competitività in Italia e oltre confine. Anche verso Lotito esiste un consolidato scetticismo, a sua volta clamorosamente smentito dai fatti. Il patron laziale ha nuovamente indovinato le mosse estive, trovando un terno al lotto con Miroslav Klose - ingaggiato a costo zero - che da solo regge le sorti dell'intero attacco, in fase di finalizzazione ed appoggio, aspettando che l'indiscutibile talento di Cissè si manifesti in tutta la sua esplosività. Del resto Klose è il secondo marcatore piu' prolifico nella storia dei mondiali e spesso i numeri dicono la verità. Lulic si è trasformato da illustre sconosciuto ad esterno preziosissimo, Marchetti (un affare a quelle cifre) è stato sinora degno del suo curriculum, così come Konko, ancora da vedere al meglio della condizione. Uniche note stonate Cana, utilizzato con il contagocce, e Stankevicius cui si imputa l'erroraccio contro il Catania, anche se a sua discolpa va notato che il lituano giocava nell'inedito ruolo di centrale di difesa. Lotito merita dunque un applauso per come ha saputo costruire una squadra con circa un terzo delle risorse impiegate dai cugini e con un età media complessiva rispetto all'altra metà del Tevere, improntata alla linea verde, superiore di un solo anno e mezzo (29.4 vs 27.8). Reja va appoggiato senza condizioni per aver gestito la rosa al meglio, complimenti vivissimi per la crescita mostrata da Diakitè e per l'utilizzo sapiente di Sculli, bomber di scorta che alla fine dei conti è stato decisivo per le sorti laziali. In tutto questo il record di Rocchi, cento goal con i laziali, è la classica ciliegina sulla torta.

Il cambio di guida alla Fiorentina ha un retrogusto laziale, ma la situazione dei viola non ha nulla a che vedere con il felice momento dei capitolini. Delio Rossi è la persona ideale per dare finalmente un gioco alla compagine viola, un grande maestro di calcio che sa insegnare e farsi amare dai suoi calciatori, un degno erede dell'epopea di Prandelli che Mihajlovic non ha saputo continuare. Delio Rossi non poteva rimanere ancora a spasso, la sua assenza è un'offesa al campionato, tanto piu' se questo torneo ha sinora lasciato molto a desiderare in quanto a spettacolo e idee. Mihajlovic deve ancora fare molta strada per diventare un allenatore di talento, dopo il fallimento di Bologna e la rinascita di Catania deve ora mandare in archivio un'altra esperienza negativa, là dove Firenze avrebbe potuto rappresentare un trampolino di lancio ed ha invece ribadito la tendenza al pareggio che lo ha fatto soprannominare "Mihajlovix". E' curioso notare come il credo del tecnico serbo, improntato a ricavare dai calciatori il massimo in quanto a carattere, grinta e impegno, sia coinciso con un basso profilo di professionalità da parte di diversi calciatori (Kharja e Vargas), sotto questo aspetto Delio Rossi dovrà farsi valere e imprimere alla rosa il concetto che una squadra non può permettersi sbandamenti o calciatori che abbassino la guardia. Questa estate abbiamo notato come la dirigenza avesse trattenuto molti dei propri assi solo per mancanza di offerte appetibili, e che la conferma di elementi quali Montolivo, Gilardino, Cerci o Vargas, forse non piu convinti della maglia indossata, non sarebbe bastata a garantire una formazione in linea con le legittime ambizioni europee della città fiorentina. Bisogna investire ancora e non affidarsi unicamente all'ottimo Jovetic. Delio Rossi è giunto a Firenze con almeno quattro mesi di ritardo, il popolo gigliato gli ha rivolto un vero e proprio plebiscito: è lui il primo investimento di rilievo della famiglia Della Valle dal 2010 ad oggi, il dottore che deve risollevare un paziente malato ma non certo irrecuperabile.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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