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Il Villarreal passeggia sulla Lazio, è 3-1: ecco i dubbi di Reja

di Riccardo Mancini
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

VILA-REAL - Sarà anche solamente una partita di fine luglio, ma la Lazio, dopo le figure non proprio ortodosse fatte contro Osasuna e Slavia Praga, al Madrigal incappa in una serata da cancellare immediatamente e che, almeno per il momento, ridimensiona, e non poco, i sogni di gloria espressi a chiare lettere poco prima della partenza per il ritiro di Auronzo di Cadore. Lenta, prevedibile e senza una minima di idea di gioco, la squadra biancoceleste nei primi venti minuti viene letteralmente asfaltata dal Villarreal che, grazie alle giocate di Rossi e Cani, si porta sul 2-0 a stretto giro di posta e mette a nudo i reali problemi della formazione di Reja, schierata per l'occasione con un inedito 4-4-2.

MAURI ED HERNANES FUORI DAL GIOCO - Inedito soprattutto per quanto riguarda gli interpreti. Perchè se da una parte è vero che la coppia di bomber d'area di rigore composta da Klose e Cissè viene decisamente favorita da un atteggiamento del genere, specie per le loro caratteristiche di attaccanti rapaci, è anche vero che giocatori come Mauri ed Hernanes, adattati sulle corsie esterne di centrocampo, non rendono, di certo, al meglio in quella fetta di campo. E allora, va bene che quella odierna faceva parte delle decine di prove tattiche che un allenatore deve necessariamente mettere in pratica prima dell'inizio della stagione, ma è anche giusto ricordare che tra 18 giorni la Lazio sarà impegnata nella sua prima gara ufficiale dell'annata 2011/2012. E lì non sarà più tempo di esperimenti. L'andata del preliminare di Europa League è sempre più vicino, la condizione psico-fisica dei biancocelesti non è certamente delle migliori.

NERVOSISMO E AMNESIE - L'inizio di gara lo ha certificato in breve tempo: molli sulle gambe, sempre secondi sul pallone, i ragazzi di Reja hanno mostrato anche tanto nervosismo. Scaloni inviperito con l'arbitro per un fallo invertito, Matuzalem ammonito dopo neanche venti minuti di gioco, Cissè che urla e si sbraccia: sono solamente queste alcune delle immagini più nitide di una serata davvero da dimenticare. Come se non bastasse ci si sono messe anche le evidenti amnesie in fase difensiva a non lasciar dormire sogni tranquilli Zio Edy. I meccanismi della coppia di centrali Biava-Dias richiedono ancora qualche gara per tornare ad essere oleati come nella passata stagione (vedi gol di Rossi che sbuca alle spalle dei due e realizza con un potente sinistro sul primo palo l'1-0), Scaloni non può essere il naturale sostituto di Lichtsteiner, mentre anche Radu ha mostrato di essere in netta difficoltà dal punto di vista atletico (errore grossolano in occasione del 2-0, viziato comunque dalla posizione irregolare di Rossi). Per non parlare del centrocampo che, specie in fase di non possesso palla, ha sofferto maledettamente il gioco degli uomini di Garrido. Un centrocampo che ha visto in Ledesma e Matuzalem gli interpreti centrali ed in Mauri ed Hernanes, come detto, i tornanti, spesso chiamati al cambio di posizione. Un atteggiamento che non ha portato i risultati sperati e che è riuscito a creare una sola occasione nel giro della prima mezzora: il colpo di testa Dias terminato sopra la traversa sugli sviluppi di un calcio d'angolo.

CISSE', CHE VOGLIA! MARCHETTI POSITIVO- Il vero sussulto del match in terra spagnola per quanto riguarda i biancocelesti, però, lo ha regalato uno degli uomini più attesi: Djibril Cissè, bravo a battere in rete da pochi passi dopo un suggerimento in profondità di Hernanes, anche lui piuttosto in ombra. Il centravanti francese, già in clima (ma non in forma) campionato (eloquente la voglia di recuperare il risultato di svantaggio dopo il gol messo a segno a pochi istanti dall'intervallo) poi, nel corso della ripresa ha dovuto modificare il proprio raggio d'azione per consentire allo stessa Reja di tornare a testare il 4-2-3-1 con l'ex Panathinaikos riproposto come esterno sinistro, l'inserimento di Cavanda sulla fascia opposta, il ritorno di Hernanes per vie centrali e lo spostamento di Klose come unico terminale d'attacco. Risultato: qualche grattacapo in più creato alla retroguardia del Submarino Amarillo, tra cui una deliziosa azione personale del tedesco, ma nulla di trascendentale. 12° trofeo della Ceramica che, dunque, va ai padroni di casa del Villarreal, che chiudono la gara sul 3-1 grazie ad un eurogol del neoentrato Wakaso (ma i gol subiti potevano essere quattro se l'arbitro avesse concesse un rigore netto per fallo di Marchetti su Nilmar) apparsi di gran lunga superiori, soprattutto dal punto di vista della condizione fisica, rispetto ad una Lazio ancora imballata e con le idee confuse. L'unica nota positiva di giornata è stata la prova di Federico Marchetti, senza le cui parate la squadra capitolina avrebbe rischiato un passivo di gran lunga superiore. Decisamente poco per una formazione chiamata a rispondere presente tra poco più di due settimane. Reja lo sa ed opererà in questo senso. Da domani si torna al lavoro tutti insieme con un unico obiettivo: il preliminare di Europa League da vincere per scacciare le prime malelingue della stagione...

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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