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ESCLUSIVA TMW - Ganci: "Pescara, ti porterò sempre nel cuore"

di Claudio Sottile
Massimo Ganci, attaccante classe '81, veste la maglia del Pescara. Nel suo curriculum ricordiamo le esperienze con Monza, Treviso, Reggina, Piacenza, Bari, Cittadella e Salernitana.
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© foto di A.Mariani/TuttoAtalanta.com

Quel 13 giugno 2010 non potrà più scordarlo. Massimo Ganci (29) ha il groppo in gola, ripensando al tiro che valse la Serie B per il suo Pescara ai danni del Verona.

A distanza di un anno, e dopo un campionato cadetto con alterne fortune, l'idillio sembra interrotto: Ganci è sul mercato.
In ESCLUSIVA per TMW il racconto della sua storia d'amore in terra abruzzese, e uno sguardo inevitabile al futuro: dall'Adriatico al Ligure, nuova destinazione Spezia?

Massimo, sei stato messo fra i cedibili del Pescara. Come l'hai presa?
"Sono finito sul mercato assieme ad altri compagni, ne sono consapevole. Dispiace, sono affezionato alla maglia e alla città. In due anni ho vissuto emozioni forti. Andare via così dal progetto fa male".

A quanto pare, voi cedibili inizierete il ritiro una settimana dopo rispetto al resto del gruppo.
"Sì, oggi hanno chiamato il mio procuratore per comunicarlo. Il percorso purtroppo sembra ormai questo, nonostante abbia ancora un altro anno di contratto. Se dovesse andare così non la vivrei bene, mi sono comportato sempre bene con tutti a Pescara. Vediamo il da farsi".

C'è un rammarico particolare nel dover rinunciare a lavorare con Zeman, un tecnico che tradizionalmente fa esplodere tutti gli attaccanti che allena?
"Ero contento quando ho saputo della sua firma. È una persona che di calcio ne ha fatto a certi livelli. Mi sarebbe piaciuto confrontarmi col suo metodo, anche perché con un allenatore così avrei potuto sfruttare bene le mie caratteristiche".

Dopo il serrato corteggiamento dello scorso gennaio, lo Spezia si è rifatto sotto per te. Sarebbe una sfida stimolante per te?
"Già, è da gennaio che mi stanno cercando. È una piazza che ha voglia di salire, lo sta dimostrando in questo mercato. Nell'aria c'è quest'opportunità, vediamo".

Scenderesti di nuovo in Lega Pro?
"L'ho fatto col Pescara, l'importante è che ci sia un progetto. Lo Spezia ora, come il Pescara all'epoca, sta costruendo qualcosa di importante, facendo un'ottima squadra. Con questi presupposti perché no? Spezia è una piazza sicuramente stimolante".

Cosa pensi di Elio Gustinetti, nuovo proprietario della panchina spezzina?
"Ci siamo sempre incontrati da avversari. Lo conosco, le sue squadre giocano bene. C'è una reciproca stima".

Il gol più importante della tua carriera?
"Quello contro il Verona fu un gol importante, ma magari uno si ricorda più di un gol promozione che di un gol salvezza. Io prevalentemente ho giocato in B per salvarmi: a Treviso, a Piacenza, a Bari e a Salerno. Quello contro i gialloblù ha un sapore in più, perché era il culmine di un campionato in cui avevo fatto una scommessa, scendendo di categoria, ed era emozionante sapere di averla vinta. Però porto nel cuore anche la punizione a Lecce, in un derby vinto col Bari per 1-3 nel dicembre 2006".

La maglia del Bari è quella che hai vestito più volte in carriera, ma sei andato via proprio all'alba dell'epopea Conte. Perché?
"Era finito un ciclo. Nella prima parte della stagione 2007/2008 con Materazzi s'era rovinato qualcosa, e di comune accordo decisi di andar via. Mi dispiacque andar via. Conte è un grande, anche se mi fece giocare poco da gennaio in poi. Assieme a Giampaolo, che ho avuto a Treviso, è il migliore sotto il profilo tecnico tattico".

Quando pensi che si potrà delineare il tuo futuro?
"Molte trattative si definiranno ad agosto. Ci sono troppe rose da sfoltire".

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