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ESCLUSIVA TMW - Enrico Varriale: "Cavani Ibra, la sfida nella sfida "

di Elena Rossin
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© foto di Marco Iorio/Image Sport

Il Napoli la squadra con maggiori prospettive di crescita in Italia. Con De Laurentiis attenzione ai bilanci e costruzione di un progetto basato su giovani che vengono valorizzati.

L'uscita dall'Europa League può avvantaggiare il Napoli nella corsa allo scudetto o la delusione potrebbe innescare un'involuzione?
"Non credo che la delusione possa innescare una involuzione perché il Napoli esce sinceramente a testa altissima da questa competizione. Non è stato decisamente fortunato nell'arco dei centottanta minuti. Ci può essere quindi il rammarico, ma non lo scoraggiamento. Mentre, invece, sul discorso se possa essere o meno un vantaggio bisognerà vedere dopo la partita di lunedì perché se uscirà indenne da San Siro o prenderà punti potrà sicuramente lottare fino alla fine per lo scudetto, anche se non era l'obiettivo stagionale della squadra di Mazzarri. Viceversa, in caso di sconfitta, dovrebbe ripiegare sul raggiungimento del traguardo qualificazione Champions League che sarebbe comunque già un risultato estremamente importante".

Cavani-Ibrahimovic sarà la sfida nella sfida fra Milan e Napoli lunedì sera?
"Sono i due cannonieri principi delle due squadre, sono i due giocatori che hanno realizzato con le loro segnature, ma non solo anche il rendimento di Napoli e Milan e quindi sicuramente potrebbero essere i protagonisti, anche se poi magari in queste partite le aspettative della vigilia vengono in qualche modo fatte cadere. Devo dire che nella partita con il Villarreal Mazzarri ha voluto preservare un po' Cavani facendogli disputare solo un tempo e il giocatore, quando è entrato, è apparso più brillante rispetto alla partita contro il Catania domenica scorsa quando a me era apparso un po' stanco. Per quanto riguarda Ibrahimovic ha voluto rimarcare proprio in questa settimana il suo amore per il Milan e soprattutto che vuole sposare questo progetto Milan. E detto da lui è un fatto abbastanza insolito perché Ibrahimovic è uno che spesso e volentieri ha cambiato maglia. Questo è significativo, anche se ovviamente sarà l'evoluzione di questo rapporto effettivamente a fare giustizia di queste affermazioni. Sono due giocatori che caratterizzano moltissimo il gioco delle due squadre: Ibra perché è il vero finalizzatore e il catalizzatore di tutta la manovra di attacco del Milan, mentre Cavani perché, oltre a fare i gol, è anche uno che collabora alla manovra e dà una grandissima mano in difesa cosa che piace moltissimo ai suoi compagni che lo adorano.

Con la famiglia De Laurentiis il Napoli ha trovato la stabilità societaria fondamentale per programmare un periodo di successi?
"Credo proprio di sì, credo che ai De Laurentiis vadano fatti per lo meno i complimenti perché è gente che è arrivata nel calcio sostanzialmente a digiuno di quelle che sono le problematiche calcistiche e in pochi hanno sono riusciti a portare la squadra dalla serie C all'Europa e addirittura a lottare per lo scudetto e lo hanno fatto soprattutto con una politica assolutamente saggia. Il Napoli non ha mai scelto, sotto la gestione De Laurentiis, l'acquisto di un grande nome: è sempre arrivato a costruire man mano il progetto con giovani interessanti che sono stati acquistati al momento giusto, cioè prima delle altre squadre. Questo vantaggio competitivo ha consentito, prima grazie al lavoro di Pier Paolo Marino e poi con Bigon, ma sempre dietro la regia di De Laurentiis, di acquistare giocatori come Hamsik, Lavezzi e Gargano che sono stati presi ad una cifra oggettivamente estremamente bassa e che oggi valgono decine di milioni di euro. Quindi con l'occhio al bilancio e costruendo una squadra che ha una sua identità e poi inserendo elementi di maggior rilievo penso che il colpo più grosso, anche dal punto di vista economico, sia Cavani, ma anche Cavani rispetto a quello che è costato l'anno scorso oggi vale il doppio. Bisogna dare atto della bravura in sede di mercato, della capacità di mantenere la barra dritta in un ambiente molto caldo come quello di Napoli, dove per anni si è stati abituati al colpo di mercato ad effetto e invece con questa dirigenza si è sempre presi giocatori finalizzati al progetto e all'indicazione dell'allenatore e devo dire che in un momento complicato come questo per il calcio italiano - per usare un eufemismo - a livello anche di società più importanti, che hanno difficoltà economiche e organizzative notevoli, il Napoli veramente mi sembra un'isola felice da questo punto di vista".

Quali sono i maggiori pregi e il difetto più grande del Napoli?
"Il maggior pregio è la capacità di aver costruito qualche cosa che è destinato a durare. Credo che il Napoli sia forse la squadra italiana che ha maggiori prospettive di crescita, proprio perché è una squadra molto giovane e si sta misurando adesso con i grandi traguardi sia per quel che riguarda il campionato italiano sia per il panorama europeo, non a caso è stata l'ultima a uscire dall'Europa League, come ho detto prima a testa molto alta. E' una squadra che ha tanti giocatori che sono cresciuti molto quest'anno, ma che hanno ancora ulteriori margini di crescita proprio perché sono giovani e sono di qualità. Il difetto sta nel non essere ancora arrivati al top perché i giovani possono avere problemi di continuità, ci deve essere comunque un valore di esperienza che va aggiunto a questa squadra. Soprattutto se l'anno prossimo si centrerà l'obiettivo Champions League ci sarà bisogno di qualche rinforzo e soprattutto di una rosa un po' più ampia però, mi sembra, una squadra che da questo punto di vista con queste premesse può fare bene anche crescendo negli impegni e negli obiettivi".

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