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Boccardelli a TMW: "Obiettivo rimasto per la Roma centrare la Champions"

di Elena Rossin
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© foto di Alberto Fornasari

Il giornalista del Corriere dello Sport profondo conoscitore della Roma fa il punto sui giallorossi. Montella ragazzo furbo e di buon senso. Le vicende societarie frenano la programmazione sportiva. Totti può fare la differenza anche accettando la panchina e facendo bene quanto subentra come a Bologna.

Con Montella la Roma ha trovato la soluzione ai suoi problemi?
"Potrebbe averla trovata, però è molto presto per dirlo. Nel senso che Montella, anche se ha pochissima esperienza, ha intrapreso questa carriera da tecnico con grande entusiasmo e con voglia di imparare quindi sta facendo il corso di Coverciano, che secondo me è un corso ai massimi livelli d'Europa, e tra l'altro è un ragazzo molto furbo e di buon senso e lo ha fatto vedere già nell'esordio con il Bologna. Chiaro che da qui a dire che con Montella si sono risolti tutti i problemi è troppo presto".

Il risultato della gara con il Parma potrà essere determinate nel bene o nel male, per il raggiungimento degli obiettivi stagionali della Roma?
"Gli obiettivi di inizio stagione erano di fare meglio del secondo posto dello scorso anno e a questo punto la Roma non può più centrarli. Nel corso della stagione gli obiettivi sono stati ridimensionati e adesso il traguardo più importante è centrare un posto utile per la Champions League, e quindi il quarto posto che è lontano sei punti in questo momento. Una vittoria contro il Parma in casa, a questo punto, è quasi doveroso, da parte dei giallorossi e secondo me rilancerebbe la Roma per questo obiettivo minimo che si è data per il finale di stagione".

Come si spiega che i giallorossi alternino partite dove esprimono un gioco di alto livello ed altre che perdono in un modo sciagurato?
"Questo è un problema abbastanza atavico della Roma, non solo di quella di Ranieri, anche con Spalletti spesso la Roma perdeva partite in modo inusitato contro squadre decisamente inferiori. Addirittura non vorrei scomodare un Roma-Lecce degli anni ottanta che a quella Roma costò uno scudetto contro una squadra ormai retrocessa. Oppure il Venezia-Roma tre a due con Capello, altro scudetto buttato. Tutti gli allenatori che si sono succeduti sulla panchina della Roma dicono che la squadra ha anche questo problema, ma nessuno è mai riuscito a risolverlo. Quest'anno ancora di più, perché secondo me Ranieri non aveva trovato il bandolo della matassa di un gioco da esprimere e la Roma si è sempre espressa partita per partita, quindi magari c'era più concentrazione nelle partite con le grandi e un pochino di meno contro quelle più piccole e spesso arrivava allo scivolone".

Le vicissitudini del passaggio di proprietà della società che si stanno protraendo da lungo periodo frenano la programmazione sportiva?
"Senza dubbio in modo decisivo. La Roma sta vivendo una transizione troppo lunga per i tempi di una squadra di calcio. Anzi direi, vista la classifica e vista ad oggi la situazione, la squadra sta facendo un piccolo miracolo. Non dimentichiamoci che ci sono giocatori in scadenza di contratto che potrebbero, tra virgolette, tirare in dietro la gamba e invece, faccio l'esempio di Mexes, ci lasciano anche i denti sul campo. Parlo anche di Cassetti che è un giocatore dal rendimento molto molto costante. Questi ragazzi sono praticamente senza contratto e stanno dando tanto per la Roma. Prima termina questa transizione e meglio è per la Roma perché hai voglia a dire che i giocatori non guardano a quello che succede alla società, ma inevitabilmente poi tutto si riflette anche sulla squadra e sul campo".

Come vivono questo periodo i tifosi?
"I tifosi della Roma sono molto passionali e facili ai grandi entusiasmi e anche agli scoramenti più assoluti. E' una tifoseria fantastica, ma con poco equilibrio. Quando si vince lo scudetto si fa festa per un anno intero, mentre quando lo vincono Inter e Juve per due o tre giorni. Questo per dire che la tifoseria vive con grande apprensione questo passaggio, anche per il fatto che è del tutto nuovo per quanto riguarda un club calcistico italiano perché si sta dando la Roma agli stranieri a un gruppo statunitense. E i tifosi della Roma guardano con grande aspettativa, ma con un po' di apprensione, visto come sono andate spesso le cose da queste parti anche per quanto riguarda la società. E' chiaro che tutti però si augurano che si faccia presto, perché è evidente che c'è un campionato da finire e una squadra da rilanciare e una stagione da riprogrammare. La Roma è una squadra abbastanza vecchia come età anagrafica".

Il ruolo del capitano nella Roma storicamente è sempre stato determinante nei destini della squadra. Totti in questo delicato momento come può fare la differenza?
"Può fare la differenza facendo come ha fatto a Bologna, accettando tranquillamente la panchina e entrando e giocando bene quando è andato in campo. Più che mai in questo momento Totti deve avere buon senso e attaccamento alla maglia, dando anche una mano a Montella che è un suo coetaneo, quasi un compagno di squadra visto che hanno giocato insieme tanto tempo. Io penso che il capitano possa e abbia questa intelligenza e questo buon senso per aiutare Montella, la Roma e anche se stesso. Perché se non gioca tutte le partite probabilmente Totti ha anche la possibilità di allungare un pochino la carriera".

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