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Un paulista tecnico e didascalico

di Alessio Calfapietra
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© foto di Federico Gaetano

Si fa presto a criticare Lotito. Il presidente biancoceleste è spesso oggetto di facili ironie e sembra costituire il metro di paragone di tutto quello che non va ricercato in un dirigente calcistico. I tifosi gli imputano soprattutto di aver portato la squadra dallo Champagne della gestione Cragnotti, ad una frugale ed insapore acqua con le bollicine. I media gli rimproverano il suo contegno altezzoso e poco disponibile. Gli addetti ai lavori lo criticano per le questioni di principio messe su di volta in volta e che lo allontanarebbero dalla prassi consolidata nella gestione dei rapporti. Insomma: manca poco per fare di Lotito l'uomo nero. Ma le cose non sono esattamente così. I tifosi hanno il diritto di sognare tutti i campioni che vogliono, però non sta a noi ricordare la catastrofe che la precedente gestione - non ci riferiamo a Longo - prodiga di grandi acquisti, è stata ad un passo dal realizzare. Lotito ha portato contenimento dei costi e sobrietà, creando un modello da esportare se si vuole porre un freno alle spese che stanno dilaniando il calcio europeo e che hanno costretto la Uefa ad intervenire con l'ormai famoso fair play finanziario. Sul comportamento nei riguardi della stampa, riconosciamo che Lotito non sempre spicca per simpatia, ma in questo caso si tratta di inclinazioni personali ed ognuno è libero di essere o manifestarsi come meglio crede, senza ovviamente cadere negli eccessi. Dal punto di vista tecnico, poi, i risultati gli danno ragione: a fronte di alcune stagioni in campionato da dimenticare, Lotito ha conquistato due titoli e partecipato tre volte alle coppe europee. La piu' volte ricordata intrasigenza nei riguardi di certi calciatori ha causato danni economici ed ha finito per nuocere al patrimonio tecnico della squadra, questo è indubbio, ma quanto prodotto finora nell'attuale campagna acquisti merita una lode e sposta il giudizio complessivo sulla piena positività. Nel 2007 Kolarov è stato scovato dal nulla e portato a Formello per meno di un milione di euro. In tre anni il serbo si è distinto quale miglior esterno sinistro della serie A, per poi essere venduto al Manchester City per una cifra che supera i 19 milioni. Una plus-valenza venti volte superiore al prezzo d'acquisto.

Davanti ad un affare simile, non si può che riconoscere la bravura di Lotito nello scovare un giovane di talento, crescerlo al meglio ed infine piazzarlo a cifre astronomiche. Sulla fascia mancina, Reja potrà contare sullo spagnolo Garrido, pari età e pari ruolo di Kolarov, un nome che non fa scaldare i cuori ma che potrà comunque fare la sua parte, visto che a 19 anni era già titolare nella Liga e che per diversi mesi lo è stato anche nel Manchester City. Un calciatore su cui lavorare e, curiosa coincidenza, abile nelle punizioni come il suo predecessore. La Lazio ha brillato anche nelle altre operazioni sin qui condotte. Riscattato Floccari, agguantato a costo zero Bresciano, il colpo in canna che scatenerà gli applausi è il centrocampista Hernanes. L'affare è concluso, ma potrà essere annunciato soltanto quando il San Paolo avrà completato i suoi impegni in Copa Libertadores. Lotito ha dunque ingaggiato un giocatore vanamente inseguito dal Milan, che avrebbe voluto affidargli la successione di Pirlo e che è riuscito al massimo a scatenare l'ilarità della dirigenza paulista con l'irridente espressione del casco di banane. Hernanes, ambidestro classe 1985 tra i migliori in Sudamerica, è il primo acquisto pesante dall'estero da parte di una squadra italiana e forse rimarrà l'unico per questa sessione. Un sapiente regista che ha fatto incetta di titoli in Brasile (tanto da meritarsi l'appellativo di "profeta") e finalmente sbarca in Europa, in una squadra che alcuni vorrebbero remissiva sul mercato e che invece sta svolgendo una parte di primo piano sia sul fronte acquisti che su quello delle cessioni. Per fare spazio ad Hernanes, Lotito potrebbe accontentare Ledesma e permettergli una sistemazione altrove, Napoli, Milan o Turchia, ma si tratterebbe di una scelta tecnico-ambientale e non di una mossa per bilanciare la spesa affrontata per Hernanes, quantificabile intorno ai tredici milioni. Per finire, Reja potrebbe ricevere altri graditi regali in entrata e registrare ulteriori cessioni che sfoltiscano una rosa spesso giudicata troppo ampia. Se la medaglia d'oro del mercato spetta di diritto ad Enrico Preziosi, Lotito può sicuramente accomodarsi sul podio e godersi l'inno nazionale. I suoi detrattori, una volta tanto, saranno costretti a voltarsi dall'altra parte.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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