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Torino, la classe operaia in paradiso

di Alessio Calfapietra
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© foto di Morini Giacomo

Esattamente come l'ultima volta, prendiamo Torino quale spunto iniziale per la nostra riflessione. Città dove il sole si fa desiderare al contrario della laboriosità delle persone. Un polo industriale che regge buona parte del settore industriale del nord Italia. Una città nera e maligna, secondo gli studiosi dell'occulto. Una città che, dal nostro punto di vista, offre due squadre in piena crisi di coscienza. La Juventus ed i cugini granata ristagnano anni luce dai rispettivi obiettivi e vedono stravolta la propria filosofia di vita per la stagione 2009-10. Due squadre costruite con mezzi sontuosi che ora devono abbassare di colpo le pretese e cercare di salvare il salvabile ricorrendo a giocatori che devono ancora affermarsi pienamente. Esemplare il Torino che cala il poker d'assalto con D'Aiello (Gela), Pestrin (Salernitana), D'Ambrosio (Juve Stabia) e Salgado (Foggia). Un difensore in ascesa, un mediano tenace, un promettente terzino scuola Fiorentina ed un attaccante dai colpi eccezionali mai esploso del tutto. Tre provenienti dalla Lega Pro ed uno, Pestrin, con tanta serie C alle spalle ed ingaggiato dalla squadra ultima in classifica. La tanto celebrata corazzata si dota dunque in serie di scialuppe di salvataggio, richiamando affannosamente il nostromo da poco allontanato, Colantuono, ed affidandosi ad un quasi esordiente nel campo come Gianluca Petrachi, cui ha fatto spazio un mostro sacro come Rino Foschi. Questi innesti hanno portato e porteranno la fame tipica della pancia che brontola inseguendo il successo: i protagonisti con la pancia piena hanno già dimostrato di essere deleteri alla causa. La Juventus, da parte sua, dopo un estate di soldi (finora) buttati al vento, si getta a capofitto nel mare magnum degli acquisti a costo zero e fa tornare anzitempo Paolucci dal Siena fanalino di coda (azione inedita per una grande) e prende temporaneamente Antonio Candreva, una delle rivelazioni del girone d'andata sinora impegnato nella lotta salvezza con il Livorno. Le mosse bianconere per far fronte alla spirale negativa ed alla morìa di giocatori coincidono con il ritorno d'urgenza di un attaccante in cui sinora la dirigenza non ha mai creduto - cinque prestiti in quattro stagioni - e che viene fatto esordire dopo due soli giorni, e di una promessa, pur validissima e colorata di azzurro, che ha vissuto un singolo semestre nella massima serie e per cui l'Udinese ha fissato condizioni molto onerose in vista del riscatto. Qualcuno direbbe che la dirigenza stia navigando a vista, altri che stia direttamente andandosi ad incagliare in un iceberg, altri ancora che sia impegnata a cercare soluzioni d'emergenza a buon mercato, là dove sotto l'ombrellone i soldi sono stati sparsi come i coriandoli a Carnevale. Verrebbe da evocare la famosa orchestrina del Titanic, ma non si può escludere che una ventata di umiltà porti molti più benefici rispetto ad ipotetici acquisti griffati, e che Paolucci e Candreva interpretino la propria parte molto meglio che i loro illustri colleghi. Ciro Ferrara è rimasto al timone, quando tutta Italia ne aveva previsto l'esonero. Probabilmente diventerà un ottimo allenatore, forse non lo diventerà in un futuro immediato e lo farà lontano da Torino. La vicenda Lanzafame, bloccata con la penna già intinta nel calamaio, appartiene forse ad una delle vicende di più basso profilo della storia juventina.

L'Inter ha invece messo al caldo un altro colpo di mercato e non si tratta di Baptista per il quale la Roma chiede la luna: quando la giustizia avrà liberato Ledesma dalla prigionia biancoceleste, l'argentino seguirà la strada già tracciata da Pandev. Un mediano che abbina fisicità e precisione nel gioco, per di più gratis e che va a innestarsi in un centrocampo martoriato dalle assenze. Lotito continua a vestire i panni della Befana generosa regalando due giocatori che, a condizioni normali, avrebbe potuto vendere per almeno venticinque milioni complessivi. E intanto Ballardini continua a reclamare rinforzi, verrà accontentato? La sensazione è che il tecnico biancoceleste debba innanzitutto preoccuparsi del futuro di Kolarov e Muslera, perchè il rischio che l'Inter cali il tris e che il portiere rifiuti il rinnovo è forte e presente. A proposito di obiettivi mancati in casa Lazio (chiediamo se qualcuno si sia accorto della partenza di Eliseu), il Catania ha ingaggiato Maxi Lopez e consegnato dunque a Mihajlovic la punta che tanto desiderava. Manteniamo le riserve sulla prolificità dell'argentino, segnare goal in una squadra che ha sete di punti risulta fondamentale e le esperienze europee del biondo attaccante sono piuttosto avare in questo senso. Per il bene dei tifosi etnei, ci auguriamo di essere smentiti. Altre operazioni in ordine sparso: la Fiorentina ha acquistato il centrocampista tuttofare Mario Bolatti, sino ad ora mostratosi allergico ai campionati europei, ma che in Argentina ha trascinato interi stadi con sè, e la grandissima promessa Adem Ljajic, sinceramente non vediamo l'ora di vederlo all'opera perchè se il suo talento corrispondesse anche solo alla metà delle referenze sul suo conto, l'astro di Jovetic rischierebbe di venire oscurato. E' chiaro che il Manchester non ha proceduto al suo ingaggio per colpa dei debiti societari da record, non per remore sulle qualità del ragazzo. Il Livorno ha preso Bernardini dal Varese, aspirante grande difensore, Andrea Esposito, in attesa di essere confermato come una promessa, e Claudio Bellucci, attaccante che ha ancora qualche cartuccia da sparare. Complimenti al Parma che si è assicurato Baccolo dal Padova, sentiremo parlare presto di questo validissimo centrocampista non ancora ventenne, la Sampdoria ha sistemato i pali con Storari e Mario Cassano (auguri a Fiorillo dopo l'incipit deludente di Reggio) e la fascia con l'ex giallorosso Guberti (saluta invece Stankevicius), mentre Dario Dainelli è andato a puntellare la difesa del Genoa che, almeno a nomi - Moretti, Criscito, e Bocchetti - lascerebbe sperare una solidità superiore a quella mostrata. I rossoblù, in tema di verdi speranze, hanno poi acquisito il portiere Frison dal Vicenza e l'altro prodigio serbo Danijel Aleksic. Savio proverà con il Bologna a tornare ai livelli di Brescia, visto che le esperienze con il West Ham (a Londra hanno preferito il porno a Cellino) e la Fiorentina sono risultate prive di frutti, così come Castillo, ricongiungendosi a Ventura nella macchina perfettamente oliata del Bari, si augura di rinverdire i fasti di non troppi mesi fa. I prossimi dieci giorni non hanno molti nodi da sciogliere, a memoria possiamo citare l'asta per Pinilla, tornato in Italia da meteora ed ora conteso a suon di milioni da Palermo, Genoa, Atalanta e Udinese, i destini di Rocchi e Foggia, ma del resto Formello rischia di divenire un porto di mare, le scelte, forse incrociate, di Napoli e Udinese per Cigarini e D'Agostino, l'attesa sempiterna del Bari per Cerci ed Andreolli, ammesso che arrivino mai e quella del Genoa per un centrocampista di livello da piazzare in un settore ridotto all'osso e che potrebbe congedare lo spagnolo Zapater. Sapremo inoltre se i viaggi lungo la penisola del procuratore di Fabio Simplicio avranno un esito o se il brasiliano, proposto alle milanesi ed alle romane, dovrà attendere di conoscere il suo suo futuro quando il freddo sarà un lontano ricordo. Un ultimo appunto sulla serie B: Ruopolo e Cellini dell'AlbinoLeffe da una parte, Bruno e Pinardi del Modena dall'altra, tra non molto saranno disponibili senza dover sborsare un centesimo. Praticamente il meglio del torneo cadetto in regalo...

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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