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Titanic all'ombra della Mole

di Alessio Calfapietra
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Il campionato è arrivato al giro di boa ma sembra passato un secolo da quando, a nemmeno metà settembre, venivano lanciati strali e profetizzate disgrazie per il milanista Leonardo, e dall'altra parte ci si spellava le mani ad applaudire la Juventus di Ciro Ferrara e le cinque vittorie su cinque partite da allenatore. Ieri sera si è consumata l'ultima scena della gestione dell'ex nazionale azzurro ed è stato lo stesso Leonardo, tanto vituperato nei mesi scorsi, a tagliare l'ultimo filo. In entrambi i casi predicavamo pazienza: la storica vittoria a Madrid ha funzionato da detonatore della carica rossonera sino ad allora rimasta inespressa, quest'oggi si tirano le somme di una squadra ancora in corsa per scudetto e Champions e che si è presa lo sfizio di vincere a Torino dopo sei anni e di mettere a verbale la prima doppietta italiana di Ronaldinho. La Juventus invece si lecca le ferite e trema di fronte alla prospettiva di aver perso tutti gli obiettivi della stagione già nel mese di gennaio. In queste ore si sta decidendo il destino di Ferrara, un debuttante che ha pagato lo scotto dell'esordio e dell'inesperienza. Le favole provenienti dalla steppa russa potrebbero prendere i contorni della realtà, ma l'arrivo di Hiddink non risolverebbe di colpo i problemi della squadra e di un organico nel quale sono state riposte eccessive aspettative. Ferrara, al di là di un profilo tecnico ancora tutto da delineare, paga anche colpe non sue. La scure implacabile degli infortuni e Cannavaro, Grosso ed Amauri che vagano per il campo come ombre o Del Piero scivolato ai margini, per esempio. Investire una fortuna per acquistare Felipe Melo e Diego rientra nel più classico dei motti "Molta spesa, poca resa" e la responsabilità va individuata direttamente nella dirigenza e in chi ha effettuato degli evidenti errori di valutazione. Chi governa i destini della società ha la non trascurabile pecca di intendersi poco o nulla di calcio, il recentissimo innesto di Bettega non può da solo sanare questa lacuna e rischia di diventare un parafulmine di eventuali, prossimi insuccessi. Alessio Secco ha speso i famosi 25 milioni di euro anche per acquistare Tiago ed Almiron, e se ne conoscono gli esiti: queste e diverse altre operazioni di mercato, se non addirittura la totalità, dovrebbero far capire che Secco, senza l'esplosione di Calciopoli e la defenestrazione di Moggi, avrebbe continuato a svolgere con profitto il ruolo di team manager ancora per molti anni. Pensavamo di intitolare questo nostro appuntamento "La Vecchia Signora si spoglia", in riferimento alle cessioni di Ariaudo, Tiago e Molinaro, vista la piega che ha preso il torneo bianconero sarebbe stato più calzante "La Vecchia Signora è nuda". Meglio dunque immaginarsi il Titanic che va a scontrarsi con la Mole Antonelliana, simbolo di Torino che per quanto riguarda il calcio attualmente è coperta da una fitta coltre di nebbia. La situazione della compagine granata in serie B è infatti alle soglie del baratro. La squadra, annunciata come candidata numero uno alla promozione diretta, si ritrova a metà classifica e con tre allenatori e due direttori sportivi cambiati in un mese, il tutto in un clima ai confini della guerriglia. Stefano Colantuono ha ripreso le redini della squadra, ora è necessario fare quadrato intorno alla società e respingere con fermezza ogni possibile deriva violenta. Si sono registrati episodi intollerabili a danno dei giocatori, dei dirigenti e delle loro famiglie, bisogna isolare al più presto i delinquenti e chi vuole male ai colori del Toro. Dal punto di vista sportivo, la promozione in massima serie non è ancora perduta ed è la cosa più importante, il mercato in tal senso può offrire un aiuto.

L'ormai famigerato valzer di panchine ha fagocitato un altro interprete, Antonio Conte che all'Atalanta ha riscosso la media di un punto a partita. Singolare che in mezzo a questi balletti, il tecnico si sia esibito a sua volta in un evitabile minuetto a distanza con i tifosi, una scena che ha fatto da pendant all'agitata Befana in terra orobica. A Bortolo Mutti l'ingrato compito di raddrizzare una barca in preda alle onde del mare, in attesa di Chevanton a pieno regime, si puà ancora fare qualcosa in entrata ma va fatto in fretta e con giudizio. Come è noto, l'apertura delle trattative è stata anticipata di cinque giorni, una mossa rivelatasi più che azzeccata visto che i calciatori acquistati (o meglio, presi in prestito) alle prime battute hanno iniziato da subito a fare la differenza. Floccari, archiviati i problemi di ingaggio con Lotito, ha vestito la maglia biancoceleste e segnato tre goal in quattro giorni. Luca Toni sembra aver recepito il nostro auspicio di tornare ai tempi di Brescia, quando non faceva ancora reparto da solo ma aveva già capito da dove prendere la strada per diventare un campione. Pandev, Suazo, Cribari: subito titolari, con alterne fortune. La finestra invernale si è appena aperta, forse i colpi migliori sono stati già sparati, ma tanti altri rimangono in canna e potrebbero essere sparati da un momento all'altro. Il Napoli formato Champions tenta l'assalto definitivo a D'Agostino, ormai fuori gioco all'Udinese, messi sul piatto soldi e comproprietà di Cigarini. Klaas-Jan Huntelaar, bomber a metà nel Milan, attende di sapere se la parentesi di Milano sarà breve come quella di Madrid. Christian Ledesma è pronto a piazzarsi al miglior offerente non appena la Giustizia Sportiva lo libererà dalla reclusione di Formello e non si può escludere che l'argentino, conteso anche dalla Fiorentina, vada a seguire Pandev nella città meneghina. Il Bologna è per l'ennesima volta sul punto di passare al petroliere albanese Taci, chissà se si tratta di quella definitiva, nell'attesa Osvaldo è stato mandato all'Espanyol e Giacomo Tedesco alla Reggina, intanto Colomba (in crisi di risultati) sta per accogliere Buscè e probabilmente Baronio. Levan Mchedlidze, talento georgiano, può tornare all'Empoli quanto prima, il Palermo non gli perdona il rientro tardivo dalle vacanze, un peccato perdere un prospetto di tali qualità in un modo così banale; rimanendo in Sicilia, prosegue la ricerca spasmodica di una punta da parte del Catania, dove Gianvito Plasmati sfoglia la margherita per decidersi fra le tante offerte ricevute. Nel giorno dell'infortunio - si teme grave - di Ranocchia, il Bari prende nota che le capacità realizzative di Castillo non si sono offuscate durante la lunga degenza tra infermeria e panchina e se ne rallegra: già dalle prossime ore l'attaccante argentino andrà alla corte di Ventura. Un rapido sguardo al mercato estero. Douglas Costa, paragonato al Ronaldinho dei tempi migliori, è passato allo Shakhtar Donetsk come Alex Teixeira, mentre Alan Kardec ha preso la direzione del Benfica: evidentemente è destino che il Brasile under 20, Pato a parte, resti lontano dall'Italia.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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